In tempi di sostenibilità sbandierata ai quattro venti e di cuochi che gonfiano il petto raccontando la cura certosina con la quale si preoccupano di ridurre al minimo l’impatto ambientale della loro attività (poi magari li vedi lasciare il ristorante su fiammanti bolidi, oppure affidare la pulizia delle verdure in cucina a stagisti non retribuiti), si allarga il cuore ad ascoltare, direttamente dai protagonisti, le vicende che hanno condotto alla nascita di Contrada Bricconi. Si tratta di un microscopico borgo di montagna nelle valli bergamasche, che è stato riportato in vita nel corso di quasi un decennio, prima come piccolo caseificio e oggi anche con una pregiata attività di ristorazione. Da meno di un anno, quest’ultima è nelle salde mani di Michele Lazzarini, il figliol prodigo rientrato alla base (è originario del vicino paese di Gandellino) dopo un peregrinare lavorativo, da giovanissimo, in giro per l’Europa e quasi un decennio fisso alla corte di Norbert Niederkofler, in Alta Badia, diventando nel tempo il braccio destro del cuoco altoatesino. Ma andiamo per ordine e facciamo una passeggiata tra i monti delle Orobie.
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