Reportage
cucina contemporanea
Mory te salutant!
MoSuke,  una brillante commistione tra Francia, Africa e Giappone
Testo di
Andrea Petrini
Foto di
Vincent Ferrané
Mory te salutant!
14 minuti

Size matters. Talebana del dettaglio, alla nostra direttrice Anna Morelli non sfugge niente. Appena seduta, tolta la mascherina, lei fa: “Che strano, ma non trovate che il tavolo sia un po’ troppo basso?”. E la sedia allora? Lillupuziana di sicuro la situazione non è, incita semmai a lasciarsi andare. Innanzitutto, col busto per appoggiare – contro i dettami del galateo – i gomiti sull’elegante piano di legno. Un intuito a socchiudere gli occhi, vai col sottocutaneo brivido di riconfortante tepore, affilando la messa a fuoco, pronti per lanciare lo sguardo di sotto in su, in alto tutta e tanto, quando poco dopo il nostro arrivo, gazzelleggia lesto fuori dal cucinino il Mory Sacko nei suoi skinny pants da salta fosso.

Caspita, quant’è alto! Chissà quanto misura? 1 metro e 90/95? Di più ancora? Sarà la prima domanda, quella e non un’altra, subito dopo l’età (29 anni all’anagrafe), che ci toglieremo in ghisa di benvenuto dal groppone. Questo però l’indomani appena rotto il ghiaccio per l’inevitabile rituale della botta e risposta: due metri, conferma lui (gli fa eco la validazione notarile della sua compagna Emilie lì accanto). Fosse la nuova Miss Francia, le misure del Mory non quaglierebbero. Men che mai per i pesi welter.

“Un’ottantina di chili più o meno, 85 l’ultima volta che son salito sulla bilancia. Per la massa ossea sono sottopeso. Eppure, mangio senza orari, sempre e tanto. Dovrei decidermi a fare della muscolazione, ma il tempo manca sempre”.

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