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CHEF QUARANTINE: FAMILY EDITION – MARCO MARTINI
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CHEF QUARANTINE: FAMILY EDITION – MARCO MARTINI
4 minuti

Intervista di Ilaria Mazzarella

Illustrazione di Gianluca Biscalchin

#chefquarantine è una rubrica pensata per regalare ai nostri lettori una pausa piacevole dalle brutte notizie che purtroppo ci coinvolgono da settimane. Abbiamo intervistato alcuni papà-e-mamme chef focalizzandoci sul lato positivo del loro nuovo, straordinario, quotidiano: il tempo recuperato con la famiglia, in particolare con i figli.

Marco Martini (Marco Martini Restaurant) con Vittoria 4 anni

Come stai vivendo questo momento storico tra le mura di casa? 

Mi trovo a casa dei miei suoceri a Salerno. Siamo venuti qui dopo la chiusura delle scuole e non siamo più potuti ripartire. La casa è più grande, c’è anche un giardino in cui Vittoria sta imparando a usare il monopattino. Mi tengo impegnato: i miei programmi della giornata più importanti sono il modellismo e montare la casa di Barbie.

È cambiato il rapporto con la tua casa ora che la stai vivendo quotidianamente? 

Non sono abituato a stare seduto tutto questo tempo, pensa che mi è venuto male ai reni! Ho scoperto che cucinare a casa mi riesce più difficile rispetto al ristorante. Per esempio sono pericolosissimo con il dosaggio del sale nell’acqua della pasta. E poi c’è la spesa casalinga! Quando ho fatto la lista ho scritto: 3kg di finocchi, 3kg di melanzane… La mia compagna dopo averla letta mi ha detto: ma in quanti dobbiamo mangiare in questa casa?

Anche il rapporto di coppia ha subìto un cambiamento drastico: come avete riprogrammato la gestione del ménage familiare ora che siete presenti entrambi?

Siamo riusciti a trovare un equilibrio. Dividiamo il tempo con Vittoria e le nostre attività: mentre io monto la casa di Barbie con mia figlia, Paola fa la doccia; mentre lei fa i supplì con Vittoria, io corro sul tapis roulant.

Come sei riuscito a spiegare cosa sta accadendo a tua figlia? 

Buffo a dirsi, ma questa occasione ci ha aiutato a togliere definitivamente il ciuccio. Mentre giocavamo, il suo ciuccio rosa con i coniglietti si è rotto. Le abbiamo dovuto spiegare che non saremmo potuti uscire a comprarne un altro, perché c’è una cosa brutta nell’aria che costringe tutti i negozi a stare chiusi… Poteva usare il ciuccio viola di riserva, ma lei voleva solo quello rosa, il suo oggetto transizionale. Siamo già all’ottavo giorno, teniamo duro. Ovviamente è l’innominato a casa, lo abbiamo ribattezzato Franco.

Come condividi con lei il tempo, cosa vi piace fare assieme? 

Ogni giorno facciamo un disegno con colori o acquerelli, cuciniamo e facciamo le collane di margherite con i fiori che raccogliamo in giardino. La accompagno nel cortile dietro al garage, dove si alterna con altri bambini, per andare in bicicletta o sul monopattino.

Cosa ti sei reso conto ti è mancato più di tutto di lei? 

Stare tutto il giorno insieme, scoprire con i miei occhi quelle piccole cose che in genere mi vengono raccontate e poter constatare se veramente sono un bravo papà. Prima Vittoria voleva sempre stare con me perché non mi vedeva mai. La sera, quando passavamo una giornata assieme, mi chiedeva sempre: papà, ma domani devi andare per forza al ristorante? Adesso che la routine è cambiata a volte mi chiede: papà ma perché non vai più al ristorante?

Ti è capitato durante questo tempo a casa di scoprire qualcosa che non conoscevi o di riscoprire cose che avevi dimenticato?

Non potevo notare in lei i miglioramenti che vedo ora. Ho scoperto che Vittoria è una gran chiacchierona, è spiritosa, ironica, mi fa morire dal ridere. Ed è una bimba che ascolta, non fa i capricci. Brava mamma, che hai educato così nostra figlia!

 Qual è la prima cosa che farai quando la situazione sarà rientrata? 

Non voglio vedere il divano per un bel po’. Farei una passeggiata sotto casa in totale libertà. E non vedo l’ora di tornare al ristorante e riprendere la vita normale. Le persone con cui lavoro, con cui da dieci anni passo la maggior parte del mio tempo, mi mancano a livello umano. Non credo farò un viaggio, non ci sarà modo per quello, ma sono positivo: ho pronto il menu di primavera e non vedo l’ora di servirlo ai miei clienti.

C’è qualche abitudine della tua vita familiare che, dopo questo evento, ti sei ripromesso di mantenere?

Ora che ho tutta la giornata a disposizione ho ripreso ad allenarmi e mi sono reso conto di quanto sia fondamentale. Quando finirà tutto vorrei riuscire a mantenere questa buona abitudine, mi fa sentire meglio con me stesso e mi scarica. Ovviamente lo farei principalmente per la testa, se dovessi pensare al fisico non potrei fare il cuoco!


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