Reportage
bon ton hard rock
I sotterranei del Vaticano
Le Clarence di Christophe Pelé, il ristorante che ri-setta i canoni della cucina francese
Testo di
Andrea Petrini
Foto di
Philippe Vaurès Santamaria
Da Cook_inc N. 22
I sotterranei del Vaticano
16 minuti

“LHôtel Dillon dove si trova il Clarence di Christophe Pelé è un concentrato d’eleganza parigina, con un grandissimo gusto, dove si respirano ancora vecchi splendori. Una sala con rituali antichi mai passati di moda, l’eleganza ha scandito tutta la cena sia nel tavolo sia nel servizio, mai eccessivo. La cucina di Pelé prende una strada tutta sua, moderna e creativa, sempre equilibrata. Quasi una provocazione al contesto del Palazzo. I dolci sono incredibilmente hard rock col bon ton parigino. E la carta dei vini è incredibile…”

Moreno Cedroni – chef patron della Madonnina del Pescatore

Digitate il fact checking. Fatevi l’esame di coscienza. Ogni volta che sollecitate la solidarietà del prossimo vostro per una spintarella, fosse che fosse la volta buona che trovate posto in un tre stelle dove sperperare alla grande, ipotecando quel poco che vi resta della magra eredità famigliare, a chi pensate? L’amico Marco Bolasco fa sosta a Valence dalla Pic. Franco Chiarini si da a maschile bisboccia dai Troisgros, sempre di padre in figlio. Ci son quelli che continuano a scalare le vette dell’Aubrac dai Bras, anche se le stelle le hanno abdicate da immemore tempo, e Sebastien da quindici anni tiene le veci dell’illustre predecessore, Michel, cercando di sfatare la diceria dell’untore ricordante ai posteri l’ardua sentenza che le colpe dei genitori ricadono sempre sulla prole. Attenzione, le folleggiature parigine meritano capitolo a parte. A memoria d’uomo, ogni volta che chiamate, lasciate un messaggio in segreteria, inviate una mail o –  che Dio vi stramaledica! – persino un pezzentissimo whatsapp (Nota Bene: la maison da tempo non risponde più ai messaggini spersonalizzati senza il tatto dei civili preliminari con le doverose formule di cortesia) per oltrepassare il checkpoint delle prenotazioni saturate, i nomi in ballottaggio son sempre gli stessi. Per ordine alfabetico, i Soliti Noti: Alléno, Barbot, Ducasse, Passard, Piège, Savoy e compagnia. I più temerari, quelli che vogliono affondare in grande pompa, quegli  avventori  che non scoraggia nulla, neanche l’avventurarsi per tappeti mobili peggio delle sabbie per i felpati meandri oscuri dell’Ambroisie di Bernard Pacaud – irretiti in un cloroformico barocchismo sperperoso che farebbe pure una pippa ai profondi e cupi rossi de “La caduta della casa Usher” di Allan Poe riletta dal nostro Argento padre, quelli lì sono davvero il massimo dell’estremismo stravagante. Dei casi clinici che meriterebbero studi approfonditi. Prossimamente sulla nostra scrivania. 

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