Testo di Fabio Pracchia
Foto cortesia di Giango
La presentazione ufficiale delle nuove annate di Vernaccia di San Gimignano è di genere femminile. È infatti l’articolo determinativo singolare femminile a essere messo in risalto dalla comunicazione del Consorzio di tutela che quest’anno celebra i suoi 50 anni. Sottolineare il genere del vino serve a fissare il carattere del vino nell’immaginario degli appassionati e collocare la Vernaccia in una posizione molto particolare all’interno del sistema enologico toscano come sottolinea la presidentessa del Consorzio Irina Strozzi.
“La Regina bianca in una terra di Re rossi. La Vernaccia di San Gimignano ha nei secoli affermato identità e vocazione grazie a un terroir unico e affascinante; è compito di tutte le aziende presenti sul territorio preservare e valorizzare”. Il centro storico di San Gimignano è un gioiello architettonico di grande valore; meta di turisti provenienti da tutto il mondo che giungono qua per ammirare la perfetta conservazione dei palazzi edificati in pietra tufacea, le testimonianze artistiche e il profilo complesso delle alte torri che fanno della città una sorta di Manhattan medievale.
La storia della Vernaccia ha la stessa profondità del passato architettonico e artistico cittadino. Già intorno all’anno Mille si hanno testimonianze di vigneti intorno a San Gimignano. Nei secoli successivi la viticoltura fa parte del contesto socioculturale di San Gimignano come testimoniano numerosi contratti di compravendita di proprietà risalenti a quell’epoca. La fama della Vernaccia è consacrata anche dalla letteratura: è infatti l’unico vino citato da Dante nella Divina Commedia: “Ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia/ dal Torso fu e purga per digiuno/ l’anguille di Bolsena e in la Vernaccia” (Purg. XXIV, 22-24).
Non è un caso che la Vernaccia sia stato il primo vino a denominazione di origine della storia enologica italiana; un vino bianco, appunto, in un territorio di rossi. Come ha affermato il professor Attilio Scienza, luminare dell’enologia italiana – nel convegno mattutino in Sala Dante del comune che ha anticipato la degustazione delle nuove annate – è la straordinaria relazione storica tra uomini e territorio che ha affermato la prevalenza del vitigno vernaccia nelle colline di San Gimignano.
Vi è oltre a questo una particolare conformazione geologica. Gran parte dei vigneti della denominazione – estesa per circa 720 ettari – sorge su suoli sabbiosi e stratificati di origine pliocenica ricchi, anzi ricchissimi, di conchiglie fossili visibili a occhio nudo. Il centro storico è nel mezzo di questo sistema collinare. Tale suolo conferisce alle uve tratti gustativi ricchi di sapidità che formano la spina dorsale della Vernaccia. Il territorio, nella parte occidentale, presenta suoli più vari con presenza di calcare e argille sabbiose: da queste composizioni provengono vini slanciati dal punto di vista della componente acida, nel complesso abbastanza rara da queste parti. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei grandi bianchi dell’Italia centrale (assieme a Verdicchio, Orvieto e Trebbiano d’Abruzzo) capace di svilupparsi nel tempo per consegnare, attraverso l’evoluzione, liquidi strutturati, profondi e di affascinante complessità aromatica.
La degustazione
Nelle sale della Galleria d’arte moderna e contemporanea Raffaele De Grada vi erano in degustazione 76 Vernacce tra Annata 2021, Selezione 2020 e Riserva, quest’ultima andava dal 2020 al 2017. Sia la vendemmia 2021 sia la 2020 sono figlie di un andamento climatico dominato da fattori antropocenici quali calore e siccità. D’altra parte, però, è sempre più diffusa la capacità dei produttori di saper interpretare le vendemmie e consegnare vini gustosi e territoriali. Abbandonati finalmente i toni caricaturali di qualche anno fa, soprattutto per l’abuso di affinamenti in barrique, oggi la tendenza è quella di vinificazioni acide a bassa temperatura per ottenere mosti “affilati” e citrici. Anche in questo vi è una certa omologazione, dobbiamo dire, abbastanza evidente nelle annate appena uscite sul mercato. La Vernaccia di San Gimignano si esalta nei lunghi affinamenti in bottiglia con vini avvolgenti e sapidi che esprimono aromi resi complessi dalla lenta ossigenazione in vetro.
Ecco i nostri migliori assaggi:
Annata 2021
Cappella Sant’Andrea Vernaccia di San Gimignano Clara Stella 2021
Espressione floreale nitida e profonda con sapore salino e scorrevole.
Cesani Vernaccia di San Gimignano 2021
Leggiadra e succosa per aromi iodati e balsamici.
Tollena Vernaccia di San Gimignano Lunario 2021
Affilata e verticale molto succosa con note fruttate e cenni agrumati.
Selezione 2020
Montenidoli Vernaccia di San Gimignano Tradizionale 2020
Fiori gialli ed erbette di campo per un sorso pieno e vigoroso.
Montenidoli Vernaccia di San Gimignano Fiore 2020
Corpo viscoso e sapido, sensazioni di acqua sorgiva ed estrema finezza floreale
Alessandro Tofanari Vernaccia di San Gimignano Astrea 2020
Ampia e rustica ma di notevole energia sapida che innerva il palato di sensazioni marine
Il Colombaio di Santa Chiara Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2020
Balsamica e cenni di fiori bianchi (gelsomino) esprime un percorso gustativo nervoso e armonico.
Riserva 2020
Cappella Sant’Andrea Vernaccia di San Gimignano Prima Luce Ris. 2020
Materia concentrata e dinamica, innervata di sapidità e aromi gessosi che la rendono complessa ed espressiva.