Testo di Raffaella Prandi
Foto cortesia di Primo Vermouth
Parla italiano il Primo Vermouth delle Canarie. Ha uno stile torinese come il suo produttore che di Torino infatti è, di Caselle per la precisione da dove ha poi spiccato il volo. Personaggio eclettico Davide Musci, cinquantenne riccioluto che prima di sbarcare a Lanzarote e innamorarsi definitivamente dell’isola, ha fatto per dodici anni il giornalista a Sky News a Roma, salvo poi aprire nella Capitale anche un ristorante a Testaccio – Satollo così si chiamava – con echi di cucina piemontese, of course. Ma era già il periodo delle vacanze alle Canarie dove si accorge che, a differenza di Madrid o Barcellona, di Vermouth nelle isole neppure l’ombra nonostante gli spagnoli del continente siano grandi consumatori di questo aperitivo. Così, presa la decisione di vivere nella terra vulcanica di Lanzarote prende forma l’idea di produrre il Vermouth in loco. “In prima battuta avevo pensato di aprire una distilleria e di fare liquori”.
Un amore che gli è stato trasmesso dal padre, pittore, scultore e appassionato di gastronomia, nonché grande collezionista di menu antichi (ha studiato e ricercato a lungo i menu dei Savoia) e di libri di ricette. Il regalo del padre di un antico testo del 1800, introvabile, con ricette di infusioni alcoliche diventa il suo faro. “A quelle ricette mi sono ispirato. All’inizio pensavo di preparare il Vermouth per il consumo personale, poi grazie alla spinta di due amici e oggi soci, Luca e Alberto, abbiamo cominciato a produrlo e commercializzarlo nel 2017”. Oggi sono sulle 8/10mila bottiglie. I vini di Malvasia vulcanica e di Diego (Moscatel o Moscato di Alessandria) vengono acquistati dalla bodega Los Perdomos, una piccola realtà familiare che si trova nell’area vinicola ai confini con La Geria – non lontano dal Parco dei vulcani di Timanfaya – una delle aree a più alta vocazione con le viti che crescono tra la sabbia vulcanica in coni rovesciati protetti dal forte vento da muretti a secco di rocce basaltiche. “Noi diamo una mano in fase di vendemmia e in altri lavori che date le condizioni dei suoli sono faticosissimi”.
I vini di Lanzarote hanno un sapore letteralmente vulcanico, con una mineralità molto marcata ed equilibrata dalla acidità relativamente alta dovuta appunto al tipo di terreno, al clima subdesertico e all’influenza degli Alisei. I tre Vermouth mantengono le sfumature uniche di questi vini vulcanici, esplosivi sia negli aromi che nei sapori. In fase di assemblaggio viene aggiunto al vino l’alcool di macerazione (preparato con originalissime miscele di erbe, molte delle quali locali, e spezie da tutto il mondo). Dell’immancabile artemisia, una delle tre varietà impiegate proviene dalle Alpi. Le tre varietà spiccano in bocca nel Vermouth bianco, semisecco, insieme alle note floreali di coriandolo salvia e sambuco.
Nel caso del Vermouth rosso, più amaro e colorato, oltre all’assenzio, si avvertono rabarbaro e genziana. Il colore rubino e la caratterizzazione sono dati anche dall’infusione di fichi d’India e dal “miele di palma”, uno sciroppo che si estrae dalle palme. Il terzo è piuttosto un vino chinato che ha come base un vino tinto da uve Listan Negro. È aromatizzato con corteccia di china, anice stellato, cardamomo, liquerizia, scorze di agrumi e tanto altro…In bocca spiccano le note amare di china e genziana e le note agrumate di scorza d’arancia delle isole Canarie. Un digestivo formidabile.