Testo e foto di Tania Mauri
Vogliamo raccontarvi la storia di quattro amici, quelli di una vita, che si frequentano dalle medie e tutti con un sogno nel cassetto: aprire un locale sui generis. Sognano uno spazio per tutti, dove venire la sera per una birra, un bicchiere di vino o un cocktail, dove si possa discutere dei massimi sistemi o dell’ultimo goal della Roma, di chi parte e chi torna o di quella partita, di come e perché ce la siamo giocata, del meteo e della vita, un posto insomma dove sentirsi un po’ a casa pur stando fuori.
Così questi quattro amici – Andrea Balsamo, Dario Frisoni, Gianluca Garritano, Gianluca Guerrini – hanno aperto a Roma, in zona piazza Bologna, un locale nel più stretto e ampio significato del termine. Immaginato e realizzato tra una zona rossa e una gialla, hanno inaugurato, a inizio maggio, il loro Tuttaltro – Bacco e bivacco grazie a un deliziosoe ampiodehors esterno (l’interno, caldo e accogliente, è molto piacevole ma attualmente inutilizzabile causa restrizioni governative).
È un locale nel senso più ampio perché propone vini da degustare, birra, cibo semplice ma di qualità, e cocktail di livello. Ed è un locale nel senso più stretto perché non è, e non vuole essere, un ristorante o enoteca, ma piuttosto un posto dove nutrirsi e stare bene.
Il nome “Tuttaltro” (che significa completamente diverso, tutta un’altra cosa, tutta un’altra faccenda) nasce proprio dal fatto che ognuno di loro ha intrapreso una strada professionale diversa – rispettivamente ingegnere, farmacista, collaboratore WFP e ricercatore clinico – e che, nella vita, fanno tutt’altro!
Si sono ritrovati, un per gioco, un po’ per noia durante il primo lockdown a volere realizzare un qualcosa che avevano in testa da tempo: aprire un posto dove mangiare e bere bene. “Il lockdown del 2020 ci ha permesso di fermarci e pensare, seriamente, a fare qualcosa di diverso da quello che facciamo ogni giorno”. Grazie anche all’esperienza di Andrea, ex ingegnere ma anche sommelier, che da 10 anni gestisce la società di famiglia che si occupa di vino per il Sud Est asiatico, con una grande passione per le piccole cantine che parlano del territorio, che si occupa, qui, della selezione dei vini, spesso di zona o comunque poco noti, che ricerca personalmente.
“L’idea di aprire è nata, in realtà, per caso perché, a giugno 2020, si liberavano questi spazi e, andando a vederli con un’amico chef, Roberto Marziale. Ci spinse a prenderli, perché c’era un potenziale inespresso, e consigliando di dare però la nostra impronta e identità. Cosa che abbiamo fatto abbastanza facilmente creando così un cocktail bar e introducendo prodotti e alimenti di qualità” ci spiega Andrea.
I cocktail sono affidati a Gioacchino, giovane di talento che si diletta, anche lui nella selezione degli spirits e delle materie prime, dalle erbe aromatiche alle guarnizioni che fa lui stesso, che combina in drink classici e non. Due esempi potrebbero essere il Negroni Mediterraneo, una rivisitazione della ricetta classica, con le note agrumate del bergamotto e la speziatura del basilico e del rosmarino, o il Genzioni dove il tipico profumo amaro della genziana si sposa con gli aromi del Gin London – invecchiato in un’infusione all’ortica – e del Vermouth Carpano classico.
Per la parte food hanno pensato a cose semplici – “perché non c’è una vera cucina ma un laboratorio a vista” – come pinse, friselle e hamburger (i lieviti e il pane arrivano da un forno esterno) riccamente farciti con le preparazioni di Adriana che si occupa anche dei taglieri di salumi e formaggi e dei dolci (il tiramisù fatto con i krumiri è delizioso).
Un team affiatato e coeso anche nella scelta delle proposte food&drink che vogliono mettere in evidenza le materie prime selezionate da loro in prima persona. “La parte più divertente è andare in giro, noi quattro, a testare i prodotti più disparati e conoscere produttori con storie incredibili che fanno cose incredibili” racconta Dario con un sorriso sornione.
Aperto solo la sera, dalle 18, e il week end a pranzo, si stanno preparando per ampliare l’offerta di mini eventi come piccoli corsi Ais di avvicinamento al vino, per creare curiosità e sensibilizzare le persone, ma anche sul whisky, di cui Gioacchino è un estimatore.
Una bella storia di amicizia, coraggio e un po’ di sana incoscienza che li ha premiati perché il locale sta avendo un certo successo e ci ricordano un po’ quei “quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”, in cui Gino Paoli,30 anni fa, cantava come gli amici si capiscono anche solo con una battuta o una smorfia e che, malgrado il passare del tempo trasformi le persone, l’amicizia rimane spesso alla base delle scelte di vita delle persone.
Tuttalaltro Bacco e Bivacco
Piazza Oreste Tommasini, 15
00162 Roma (RM)