Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Stefano Borghesi
Le nuove leve che si fanno notare già oggi ma sono destinate a diventare la spina dorsale dell’agroalimentare italiano del futuro, ci stanno particolarmente a cuore. Non parliamo dei giovani che incontriamo regolarmente nelle cucine, ma dei produttori cui è affidato spesso il ricambio generazionale di un’attività imprenditoriale oppure lo sviluppo e la crescita di una nuova artigianalità italiana. Questo excursus in tre puntate, dedicato al territorio trentino, che già abbiamo ispezionato nel numero 29 di Cook_inc. in versione cartacea, parte proprio con tre esempi dove in qualche modo si racconta di un passaggio di consegne famigliare o di una nuova imprenditoria in erba che si rimbocca le maniche.
Trattandosi di un territorio a spiccata vocazione enologica, non si può che partire con il vino, e nello specifico con un’eccellenza del Trento Doc, rappresentata da Maso Martis, una azienda alle porte di Trento sulle colline della frazione Martignano. Una tenuta caratterizzata dalla bella casa padronale dai trascorsi nobiliari e testimone della caparbietà di una coppia che, ex novo, trentuno anni fa, si è letteralmente lanciata nella produzione di vino puntando tutto sulle bollicine.
Antonio Stelzer e la moglie Roberta Giurali ricordano ancor oggi i primi tempi, trascorsi tra incertezze e timori, ma sempre sorretti da grande passione e voglia di crescere. “Basti pensare che eravamo talmente presi dall’attività” dice il titolare “che dormivamo in cantina per controllare le fermentazioni e i filtraggi li facevamo con i sacchi di juta”. Oggi la produzione, partita con 15mila bottiglie nel 1990 – e diventata biologica certificata dal 2013 – può contare su una dozzina di ettari vitati e le varietà sono principalmente chardonnay, pinot nero, anche se non manca una piccola percentuale di meunier che va ad arricchire il prodotto di punta della casa, il Madame Martis.
Poi, tra un blanc de blanc e un rosé extra brut (qui tutti i vini vivono al palato di una grande intensità ed eleganza) c’è spazio per qualche novità, come nel caso del dosaggio zero nature al 100%, con parte delle uve del 2009 rimaste sui lieviti, che uscirà il prossimo anno in un selezione di sole 400 bottiglie. Nel frattempo in azienda si stanno facendo le ossa le figlie Alessandra e Maddalena, con diverse competenze. La prima si occupa di comunicazione e accoglienza, mentre la seconda al momento è un po’ il jolly di Maso Martis, anche se la passione la spinge più verso il mondo degli ortaggi, delle erbe e dei fiori. Visto il motto “Coraggio, personalità e carattere” che la famiglia ha in qualche modo fatto proprio, siamo sicuri che le figlie sapranno diventare a breve, con l’esperienza raccolta sul campo e la guida dei genitori, la nuova generazione di Maso Martis.
Con una storia più recente, e uno spirito imprenditoriale legato al mondo delle birre artigianali, nasce invece l’avventura dei quarantenni Andrea Simoni e Leonardo Rizzini, con il Maso Alto nel territorio di Lavis, a Pressano, in un riuscitissimo esempio di recupero del territorio (un vecchio maso abbandonato, oggi abitato, con spazio degustazione e produzione a partire dal 2013) che ha preso il via con la coltivazione di orzo e luppolo selvatico in collina in Val di Cembra.
L’orzo distico, l’acqua di sorgente che sgorga vicino al maso, il luppolo biologico e anche le vigne che circondano il maso, coltivate a nosiola, sono solo alcune delle peculiarità di birre sincere e genuine, che mettono in mostra il meglio del territorio ma si spingono a rappresentare un mondo più complesso. Lo dimostrano le birre con il mosto d’uva di Gewurztraminer, con la canapa, con il pino mugo o con il pepe, che però arriva dal Nepal, e la stupefacente Back to Brett, una lager a bassa fermentazione nata da un progetto di sperimentazioni di birre sour e con affinamento in botte. Questa, nello specifico, ha maturato 8 mesi in botti di pinot nero altoatesino e poi è rifermentata in bottiglia.
Tutte le dodici birre che sono oggi in produzione sono non pastorizzate e non filtrate e rispecchiano sempre i dettami del duo Simoni/Rizzini: birre di buon beva, ma con un carattere territoriale e una filiera sempre riconoscibile.
Veronica Vianini Vero Lab Shop
Infine, ci sono la passione e la caparbietà di Veronica Vianini, che con il suo Vero Lab Shop nel centro di Trento è ormai da diversi anni uno dei punti di riferimento per la ceramica artigianale trentina, al punto che molti cuochi di grido come Alfio Ghezzi o Alessandro Gilmozzi (ma capita anche i giovani del ristorante Augurio) si affidano a lei per piatti, sottopiatti, bicchieri e vassoi da presentare in tavola.
Il laboratorio, nascosto ai piani alti di un palazzo signorile di via Marchetti, a due passi dal castello del Buonconsiglio, è già di per sé un luogo di grande fascino, che unisce in un sol colpo il gusto di un atelier nel quale scegliere i prodotti realizzati da Veronica oppure lasciarsi coinvolgere nei suoi laboratori che raccolgono sempre l’adesione di molti appassionati. Grazie anche allo spiccato gusto dell’ospitalità di Veronica, che non fa mai mancare il suo sorriso a chi bussa alla porta del laboratorio: uno stile leggero e spensierato che poi si riflette quasi sempre sulle sue ceramiche eteree e delicate, tutte fatte a mano in porcellana Southern Ice. Non è certo un caso se una delle frasi che appaiono sui flyer di presentazione degli oggetti sia presa in prestito da Italo Calvino e reciti: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Maso Martis
Via dell’Albera, 52 – Martignano (Tn)
Tel. 0461.821057
Agribirrificio Maso Alto
Località Masi Alti di Pressano, 9 – Lavis (Tn)
Tel. 347.5834146
Vero Lab & Shop
Via Marchetti, 9 – Trento
Tel. 0461.262368
vero.fiore@inwind.it