I The Fooders hanno (finalmente) riaperto Mazzo a Roma, in via degli Equi, dopo la chiusura della prima – piccola – versione. Siamo nel quartiere simbolo della storia di questo duo, straordinari interpreti della cucina funky come pochi altri in Europa. Ma procediamo con ordine.
Aperture, chiusure, partenze, ritorni, nuovi format, cambiamenti: signore e signori ecco a voi i The Fooders
(che abbiamo raccontato anche su Cook_inc. 14 e 23, ndr). Li conosco da quasi vent’anni perché con Francesca Barreca e Marco Baccanelli abitavamo nello stesso quartiere. Ci incrociavamo per le strade di San Lorenzo, io mangiatrice indefessa, loro già impegnati con il primo progetto The Gastronauts, un collettivo tra cibo, musica e arte di cui sentiamo ancora la mancanza.
Erano gli anni d’oro della gastronomia sanlorenzina, la scena era ricca di proposte interessanti e fermenti esuberanti. Per dire: Uno e Bino di Giovanni Passerini, il Tram Tram e il BaràBook di Fabiola di Vittorio (il primo sta ancora lì in via dei Reti), il vegetariano l’Arancia Blu, il bar Solea di Daniele Gentili e altri ancora. Ma Francesca e Marco non avevano un posto fisso, il nomadismo gastronomico dominava il loro talento quindi giravano, viaggiavano, cucinavano. Una volta ho portato un Massimo Bottura più leggero di qualche stella a cucinare a casa loro: era il 2009.

Facendo un salto in avanti, finalmente nel 2013, decidono di darsi una dimora fissa. La scelta è caduta sul vivace quartiere Centocelle, nella periferia est di Roma e il successo è stato immediato. La formula all’epoca era innovativa, una micro-fraschetta con 12 posti a sedere, lavagne scritte a mano, musica hip hop e praticamente un unico tavolo sociale. Si mangiavano piatti della tradizione e non, thefooderizzati, eseguiti alla perfezione. Il migliore dei bistrot francesi con un twist tutto italiano a 1500 chilometri da Parigi.

Poi, nel 2019 ci hanno abbandonato. Letteralmente. Forse troppo amati – non solo dai romani – per restare in un posto così piccolo, Francesca e Marco hanno deciso di chiudere Mazzo lasciando però, nella stessa location, un fast food di pollo fritto dal nome LEGS, ancora oggi uno dei posti più gettonati di Centocelle. L’apertura di Legs insieme a Emanuele Repetto e Giuseppe Ricciardulli di Birra Artisan voleva dire birre, qualche vino naturale, il gin tonic alla spina e tanto pollo fritto da mangiare seduti sugli sgabelli o sugli scalini subito fuori dal locale. Un altro successo.

Prima di fermarsi a ragionare sul nuovo ristorante, i The Fooders sono andati in tour. Come le grandi band punk-rock degli anni 90, hanno viaggiato per jammare con altri chef (di intenti simili ai loro) in diversi ristoranti in giro per il mondo, e per mondo intendo Parigi, Tokyo, Lisbona, Londra, Mondo. Il progetto si chiama Mazzo Invaders e secondo me non si è affatto esaurito.

E finalmente Mazzo. The new Big, Fat and Beautiful Mazzo. La prima volta che ci sono entrata ho pensato: bravi ragazzi. Ve lo meritate. Perché il locale è grande, moderno, con tutti gli elementi che hanno caratterizzato Marco e Francesca sia come cuochi sia come persone, quindi in una parola: perfetto.

La postazione musica si trova proprio a fianco della cucina a vista ed ha la stessa predominanza nello spazio, a voler sottolineare l’anima crossover di questo collettivo che ormai da sole 2 persone del principio, ne conta più di 10.

Il menu che ho assaggiato prevedeva alcuni classici di Mazzo Centocelle, comele Ruote pazze alla genovese di pannicolo che, come nel precedente format, prevede il Pannicolo solo se disponibile presso i loro produttori scelti. Altrimenti si remixa con altri ingredienti, in una carta in continua evoluzione che ricorda le modalità dell’improvvisazione musicale, su pattern simili si innestano elementi sempre nuovi.

Poi ho mangiato Cruda di Manzo, burro al pino mugo; Maiale alla mugnaia; Trippa fritta alla romana; pane; Broccoli siciliani in scapece, formaggio di capre; Patate, zucca e maiale, Pak choi agropiccante; Cremoso al cioccolato e potrei andare avanti ma non è utile.
Non è utile perché il menu cambia continuamente e non vorrei vi faceste la bocca su un’offerta che non è più attuale. L’unica soluzione è prenotare, se riuscite, e andare a provare questo nuovo Mazzo di persona. Ne vale la pena.