Testo di Lodovica Bo
Foto cortesia di Domingo Communication
Il primo pensiero che faccio sempre prima della scelta del paese in cui vorrei viaggiare è il cibo. ‘Come si mangerà, quali sono le specialità’ mi chiedo. Di conseguenza, la prima cosa che faccio appena atterro in un nuovo paese è mangiare, se possibile scelgo un posto locale oppure lo street food, per entrare nel cuore della cultura e delle persone.
Ed è esattamente ciò che Ritu Dalmia ha voluto portare a Milano insieme alla sua amica e collega Viviana Varese. “Spica è il mio passaporto” dice Ritu. È proprio così, Spica è un viaggio attraverso i sapori del mondo, o più di preciso nei sapori che hanno stimolato e affascinato il palato di Ritu nei suoi molteplici viaggi, tanto da potarla a riunirli tutti sotto uno stesso tetto. Diversità, convivialità e scoperta sono le parole chiave che più rappresentano le due chef in quella che loro definiscono una ‘questione di cuore’.
Sono quattro le aree geografiche che costituiscono il viaggio nel ristorante: Sud-Est Asiatico, Sub-continente Indiano, Europa, Americhe. Si passa quindi dai dim sum cinesi, alle zuppe birmane, fino ad arrivare in Messico con le sue famose tortillas.
Nel menu non può mancare la mixology, con i suoi cocktail da tutto il mondo, grande simbolo di internazionalità.
Come nasce Spica?
Nella vita ho imparato e fatto mio il detto “mai dire mai”. Riconosco di essere contraddittoria: ho sempre fatto tutto quello che ho detto che non avrei mai fatto. Il mio piano era di avere un solo ristorante a Milano e poi ne ho aperto un altro. Un giorno io e Viviana stavamo parlando e lei mi ha detto che dovevo portare allo scoperto la diversità della cucina di tutto il mondo che propongo nei miei catering. Non ho fatto passare un minuto e le ho chiesto di aprire un locale insieme basato sulla cucina del nostro cuore, dei nostri viaggi e delle nostre passioni. È successo da un giorno all’altro, non ci sono stati studi di mercato, non ci sono state statistiche.
L’anima di Spica?
Spica nasce dai ricordi dei diversi sapori del mondo. Sono sicura che succede anche a te, quando mangi qualcosa in un paese e vuoi riproporlo a casa e quando lo rifai e lo provi diventa un po’ diverso perché hai aggiunto il tuo personale tocco, perché la tua memoria gastronomica è cambiata. Ecco, questo è il cibo di Spica: è il ricordo dei miei viaggi, del mio amore per l’Italia, del cibo di strada dell’India e di tanti altri paesi. Ogni volta il menù di Spica cambia grazie ai viaggi che faccio. Mentre viaggiamo, ci ispiriamo e questa è un’esperienza aggiuntiva al menu di Spica. Perché se capisci la gente e il cibo capisci la cultura del Paese. Io sto quindi facendo viaggiare Milano in tutto il mondo, ma stando comodamente seduti.
Quale aspetto dell’India vuoi portare da Spica?
L’apertura. Io sono una persona molto aperta e la mia casa è sempre stata aperta a tutti. A volte può essere molto travolgente, ma allo stesso tempo penso che sia uno dei pochi paesi dove lo senti per una ragione genuina. In Italia dopo qualche incontro senti un senso di legame con le persone, ti invitano a casa per un pasto e ti aprono le porte. Dico sempre ai giovani chef ‘se non avete un calore genuino, l’amore per le persone e per il loro nutrimento, non preoccupatevi nemmeno di entrare in questo settore’. Sono orgogliosa di dire che questo è il più bell’aspetto dell’India che porto nei miei ristoranti.
Dove ti senti più a casa?
Sia in India che in Italia: non posso scegliere perché entrambe sono casa per me. Sono molto fortunata ad essere cittadina del mondo sia in oriente che in occidente.
Poi penso che gli italiani siano i più simili agli indiani in Europa: questo è uno dei motivi per cui mi trovo così bene in Italia.
Spica Milano
Via Melzo, 9
20129 Milano (MI)
Tel: +39 02 84572974