Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia di Limu
Talento precoce e siciliano di rientro nella sua isola dopo aver girato un po’ in lungo e in largo tra Europa (Belgio, Svizzera) e Italia (con l’esperienza più significativa in compagnia di Felix Lo Basso, prima all’Alpenroyal e poi a Milano) il trentatreenne Antonino Ferreri, detto Nino, originario di Trabia, da qualche mese si destreggia con bello stile ai fornelli del nuovissimo ristorante Limu di Bagheria, alle porte di Palermo. Il ristorante, su due piani e con una piccola terrazza per le giornate estive, si trova a pochi metri dell’Arco della Santissima Trinità, uno dei monumenti più conosciuti di Bagheria, ma soprattutto è ospitato all’interno della Torre Ferrante, un edificio storico risalente al 1565 e che nei secoli passati è diventato uno dei luoghi simbolo della resistenza locale durante gli scontri tra la popolazione bagherese e le truppe borboniche.
Oggi, invece, qui si arriva con propositi meno bellicosi, alla scoperta di un cucina che se da un lato promette margini di miglioramento, dall’altro già evidenzia le qualità del cuoco in un serie di percorsi di degustazione e in un menu dove si va alla scoperta dei buoni prodotti isolani, dove un posto di rilievo è occupato dalla materia prima che arriva dal mare, e con un’attenzione meticolosa verso la stagionalità. In più c’è sicuramente la voglia di ampliare gli orizzonti gustativi dei clienti, ma anche l’idea di soddisfare più esigenze, con un occhio di riguardo verso i vegetariani (che possono scegliere un percorso a mano libera), ma anche per coloro che vogliono rimanere ancorati alle tradizioni culinarie sicule più popolari, reinventate con un twist moderno.
Vedi nel caso dello Sgombro in camicia di sale nero con cipollotto arrosto e salsa di vino bianco e rosmarino, con la Salsiccia di pesce azzurro con un tzatziki di Ficu girgentano oppure nel Dolce di Tumminia (è un grano duro dal quale si ottiene una farina integrale) con latte e caffè. Deliziosa anche la sequenza che apre le danze a tavola con snack di benvenuto in chiave light pur riprendendo temi della cucina della Trinacria, con il Bignè farcito alla crema di caponata, con il Sandwich di tartare di tonno rosso, cipolla caramellata, rucola e maionese ai lamponi e i Donuts al formaggio con maionese alle aringhe e capperi soffiati.
Fondi e Francia ogni tanti fanno capolino nei piatti, ma al palato ci sono derive che ricordano bene come da queste oltre ai Normanni siano passati anche gli Arabi (il Galletto è imbottito, con spinacino e foie gras, mentre la Crepinette di agnello vede in accompagnamento i vegetali di stagione e uno jus di agnello all’acciuga.
E anche come i trascorsi milanesi del cuoco abbiano lasciato un segno evidente, magari solo nell’idea di proporre un Risotto all’acqua di pomodoro, con gambero di nassa crudo e polvere di pomodoro. Il taglio gastronomico di Limu è ambizioso e la voglia del team di crescere è palpabile, con la presenza in sala di Giandomenico Gambino a occuparsi della carta dei vini, e della moglie di Nino, Maria Grazia, a coccolare i clienti.
In più c’è l’idea, a partire da settembre, di organizzare qualche serata speciale a quattro mani con alcuni cuochi e non solo italiani. Il primo nome sembra essere quello di João Rodrigues, cuoco lusitano che nei giorni scorsi ha lasciato dopo tredici stagioni il suo ristorante stellato Feitoria a Lisbona per potersi concentrare su una prossima apertura, sempre nella capitale portoghese, prevista per il prossimo anno.
Limu Ristorante
Via Ciro Scianna, 177
90011 Bagheria (PA)
Tel. 0916.496288
www.limurestaurant.it