Iñaki Aizpitarte. Ritratto da Andrea Petrini che ci avvisa: “quando si entra per la prima volta allo Chateaubriand, tanti dati sensoriali s’imprimono sulla pelle e sul disco duro della memoria”. Questo e altro all’Iñaki’s Factory.
Pier Giorgio Parini, nelle foto e nei testi di Elisia Menduni. “Le essenze vegetali del Povero Diavolo” raccontano come il nostro protagonista riesca a dare grande dignità al povero: “sia esso una susina, un rametto di timo o un pomodoro”. E non finisce qua, perché nella rubrica “Officina”, Parini condivide un suo personalissimo diario, le “Note erbacee”.
Brett Graham. Lydia Itoi ci descrive con minuzia e attenzione il lavoro dello Chef al The Ledbury, raccontandoci cosa accade quando un talento chiude la parentesi “del bravo ragazzo”.
L’universo vegetale di Copenaghen descritto da Andrea Petrini: da Barcellona a Copenaghen, il passaggio il testimone (o lo scettro del potere) per consacrare la capitale danese come la contemporanea Caput Mundi culinaria.
E sempre a proposito di mutamenti, dei fortunati passaggi di testimone, ecco Alexandre Gauthier, ne “L’elegante brutalità di una cucina d’autore”.
Cleopatra Taddei ci propone “Una cena della Madonnina” dallo Chef Moreno Cedroni, nel suo Clandestino e a La Madonnina del Pescatore.
Il giovane Franco Aliberti a Vite, nella Comunità di San Patrignano, ci racconta come ogni dolce sia una nuova sensazione, una suggestione sconosciuta.
E ancora “Il parto della Sala”, un omaggio all’arte del servizio nel Combal.Zero di Rivoli, firmato da Cleopatra Taddei.
E tanto, tanto altro ancora…