Testo di Greta Contardo
Foto cortesia di Duipuvrun
Il 4 maggio nell’orto Duipuvrun torna la Prima Era. Non è un refuso stagionale, ma la seconda edizione di una fiera e festa di vino e vignaioli a Costigliole d’Asti che merita ben più di un’attenzione per svariati motivi che proviamo a raccontare. Prima Era è stata pensata da Stefano Scavino (orticoltore di Duipuvrun) e da Emilio Omedè (enologo) come un momento di incontro per i produttori. È una fiera mercato di giovani produttori di vino in cui il termine “giovani” ha un ruolo cruciale che va ben oltre l’età anagrafica dei produttori (sebbene molti dei produttori siano under 30) e si riferisce alla “primavera” della loro azienda di piccole dimensioni. Sono trenta le realtà coinvolte, accumunate – oltre che dalla giovinezza – dalla quotidiana resistenza alle pressioni del mercato e di un sistema che poco considera la loro condizione. Provengono da Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna, Lazio, Trentino e Veneto, sono molto diversi e tanto affini. Ciascuno ha la sua identità e la sua territorialità da preservare, insieme vogliono fare (e stanno già facendo) rete per condividere visioni e progetti che guardano con speranza concreta al futuro prossimo edibile. Nota importante: mettendo l’accento sulla “piccola dimensione” aziendale non ci si riferisce all’idea romantica di “piccolo è bello”, ma si vuole svelare le criticità della condizione e approfondirne le complessità per delineare un panorama il più possibile completo e restituire la giusta dignità queste realtà.
Racconta Stefano Scavino: “Prima Era è nata dall’amicizia e dalla vicinanza che da tempo ho con molte realtà vinicole vicine e lontane, e in particolare dall’incontro con Emilio Omedè, enologo e produttore di Grignolino con cui condividiamo visione e sforzi per costruire momenti di confronto tra realtà agricole e produttive di prima generazione usando lo spazio dell’orto Duipuvrun come luogo di incontro”.
Duipuvrun produce e trasforma verdure dal 2016 si impegna a salvaguardare le antiche varietà di ortaggi autoctoni locali e a creare una comunità di persone affini. Racconta Stefano: “L’agroecologia è un tema cruciale del presente e del domani dell’azienda che si manifesta con una produzione orticola biointensiva che cura le risorse idriche, l’agrobiodiversità, cerca di ridurre al minimo l’impatto dell’orticoltura e si dedica alla produzione di varietà tradizionali e non”. Tra le varietà “protette” da Duipuvrun spiccano due Presidi Slow Food: il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti (quello del nome dell’azienda e della tipica espressione piemontese Dui puvrun bagna’n’t l’öli che significa) “due peperoni bagnati nell’olio”; e il carciofo astigiano del sorì che dà vita al liquore Sorì ottenuto dalla macerazione a freddo di foglie e carducci del carciofo.
Alla produzione “si affianca un lavoro per affermare il diritto alla progettualità nei luoghi provinciali e la vivibilità dei luoghi produttivi per chi ci lavora e chi li visita, organizzando eventi culturali e gastronomici farm to table legati alle produzioni vegetali nell’orto”. Infatti, l’orto di Duipuvrun negli anni si è abituato a essere una piccola agorà di feste e pensieri agricoli, in cui far convergere persone ma soprattutto visioni comuni e parlare di temi caldissimi condividendo parole, balli, cibo e vino buonissimi. Qualche esempio? Il Wwofers Party (come l’Erasmus ma rurale) e Abitanti (piccolo festival rurale) ma anche Livraije (pranzo conviviale di fine vendemmia), Semi Piaci (festa di fine estate con l’azienda agricola Foradori) e Fame nell’orto (proiezione del documentario FAME e tante altre cose belle) … per citare alcuni eventi singolari recenti.
Dal 2024 Duipuvrun è diventata una società agricola di cui sono Stefano Scavino è amministratore e i cui soci sono ristoratori (Piero Alciati e Giorgia Salvano di Guido Ristorante a Fontanafredda) e coltivatori diretti (Andrea Tangolo e Stefano Scavino). Spiega Stefano: “La società è nata per superare il concetto di compravendita degli ortaggi con l’idea di traslare il concetto della CSA, originariamente dedicato ai clienti privati tramite cassette miste settimanali, nella ristorazione, costruendo un rapporto di collaborazione che prevede che i ristoranti supportino la produzione agricola con pagamenti anticipati e con l’utilizzo degli ortaggi che settimanalmente si producono integrandoli in maniera centrale nelle proprie preparazioni e lavorando con un concetto necessario e stretto di stagionalità”. Non a caso la proposta gastronomica di Prima Era sarà curata dai ristoranti della famiglia Alciati, Guido e Guido da Costigliole.
“Crediamo che il confronto e il fare rete siano fondamenti necessari per fare sì che la piccola produzione agricola possa nascere e sopravvivere alle minacce dei cambiamenti climatici che ridefiniscono i ritmi degli agroecosistemi. Vogliamo parlare, discutere, confrontarci e perché no, confortarci con l’obiettivo di diventare concreti: scendere dall’universo dell’idealizzazione e piantare i piedi nella terra. Ė proprio questo: la terra, in particolare l’orto, il luogo dove si può decidere cosa fare (o cosa essere) tra vent’anni” scrivono Stefano ed Emilio nella presentazione della seconda edizione di Prima Era.
“Mettere insieme trenta cantine che producono vini artigianali con pochi o nulli anni di vendemmie alle spalle e interrogarle sulla loro idea di futuribilità è per noi una iniezione vitale di energia – racconta Stefano – per affrontare un domani agricolo incerto, sempre in bilico tra eventi climatici estremi, competizione, burocratizzazione, che può nello scambio e nella collaborazione generare qualche piccola scintilla e riforma che porti progresso e non solo sviluppo in senso economico stretto”. Giovani produttori di vino per un futuro edibile è il tema scelto per interrogarsi sul mondo che verrà ponendosi alcune domande e condividendone le riflessioni.
Queste alcune delle domande: “In che modo la vostra attività è futuribile? Cosa fate o avete intenzione di fare per rendere la vostra attività sostenibile in futuro? Che lo si voglia o no, l’agricoltura contemporanea necessita sforzi aggiuntivi, tanta progettazione e valide idee. Quali azioni e strategie pensate possano garantirvi un posto da produttori nel 2050?”. Le risposte, sotto forma di lettera accompagneranno ciascun produttore durante la giornata di sabato 4 maggio. Saranno consultabili dal pubblico e potranno essere un ottimo punto di partenza per altre considerazioni sul futuro da immaginare. Le abbiamo sfogliate in anteprima queste lettere e non possiamo che consigliare di andare a leggerle di persona. Ci siamo emozionati in alcuni passaggi, ci siamo caricati di speranza, abbiamo visto che un bel futuro consapevole è possibile. C’è chi parla radicalità e il rispetto per il territorio, chi di pratiche agronomiche futuribili, chi di ecosistemi buoni e microbiologia del suolo, chi di eliminare il superfluo, chi di istituire un fondo di emergenza, chi di comunicare e chi di educare, chi del valore del ruolo del contadino e chi di responsabilità comune perché “essere ancora un produttore agricolo tra trent’anni non è una mia esigenza, ma una necessità della comunità intera” come scrive Daniele Caracristi. Non vogliamo spoilerare molto, gli spunti sono davvero tantissimi e queste lettere meritano di avere anche volti e sapori ad accompagnarle.
“La crisi climatica è anche una crisi della cultura, e pertanto dell’immaginazione” scrive Amitav Ghosh nel libro La grande cecità. Una citazione questa che si fa concreta nelle azioni di Prima Era, per “passare da una conoscenza apatica del cambiamento climatico allo scatto qualitativo dell’azione” per usare le importanti parole di Duipuvrun. Il futuro inizia oggi, non domani, quindi ecco come fare per partecipare a questa bellezza tutta assieme: dalle 10 alle 20 a Santa Margherita di Costigliole d’Asti presso l’orto di Duipuvrun ci sarà la fiera mercato con i trenta produttori (info qui). Dalle 12 aprirà le danze anche la cucina agricola della famiglia Alciati del ristorante Guido e dalle 18 si parte con i balli e la festa con un doppio dj set vignaiolo con la musica di Filippo di Cascina Elena e di Francesco Quarna di Radio deejay e Quarna vignaioli Alto Piemonte e i cocktail di Osmos. Il biglietto costa € 20 e consente l’accesso agli spazi della fiera e della festa. I biglietti sono acquistabili su DICE o in presenza.
Importante: ricordarsi di portare la propria coperta/lenzuolo per godersi tutto il relax del prato della Prima Era. Per info: www.instagram.com/duipuvruncostigliole