Testo e foto di Francesca Ciancio
Se c’è un posto a Milano dove puoi assaggiare qualunque cosa di etnico ti venga in mente questo è Corso Buenos Aires, una delle arterie commerciali più lunghe e ricche d’Europa che, soprattutto nelle sue vie laterali, è un infinito elenco di cucine dal mondo, tanto da essere riconosciuto come quartiere arcobaleno. Qui, a due passi da piazzale Loreto, è nata Mourad-pasticceria mediorientale. Aperta da meno di un anno, ha dovuto fare i conti con la prima e la seconda ondata dell’emergenza sanitaria, mettendo in conto un avvio un po’ zoppicante. Invece Mohammed Mourad si dice più che soddisfatto.
Il proprietario, trent’anni di origine egiziana, è arrivato a Milano neonato e tra la frutta secca e lo zucchero ci è cresciuto. I genitori, infatti, sono in Italia da prima e la madre ha sempre preparato dolci mediorientali per le macellerie di tradizione islamica che vendevano anche un po’ di pasticceria. Di dolci dei Mourad Milano è piena, ma Mohammed voleva puntare su qualcosa che ne nobilitasse la tradizione. Il locale di Corso Buenos Aires 86 somiglia in effetti a una pasticceria di ispirazione francese, con un banco ricchissimo di referenze, disposte con ordine cromatico perfetto e circondato dal bianco/oro satinato delle pareti. Le grafiche islamiche danno un tocco da Mille e una Notte e qualche seduta blu cobalto invita a una sosta a base di tè. L’arte calligrafica di Eyas Alshayeb ricopre lo sfondo con un destriero e una poesia araba, الخيل والليل والبيداء تعرفني والرمح والسيف والقرطاس والقلم (Il Destriero, La Notte e Il Deserto Mi Conoscono così come il dardo, la spada, la pergamena e il calamo), un monito alla caparbietà, alla conoscenza e al coraggio.
L’ambiente è ricco, quasi lussuoso ma senza essere opulento. Il banco dei dolci invece è davvero un tripudio di golosità e la pasticceria Mourad colpisce soprattutto per questo, per un’armonia di forme e colori che ricorda un po’ un’oasi di pace tra tanta divertente chiassosità della zona. “Ti dirò – mi racconta Mohammed – la mia pasticceria la volevo proprio qui e infatti l’ho cercata per tre anni e, complice la pandemia, sono riuscito a trovare il locale che desideravo. Abbiamo deciso di inaugurarla a fine estate, sperando in una ripartenza, ma poi a ottobre hanno chiuso tutto. Certo, un po’ di paura l’abbiamo avuta, ma devo dire che si è creato da subito un giro di clientela affezionata grazie al delivery e all’asporto”. Il giovane imprenditore parla al plurale perché l’attività è familiare. I genitori continuano a gestire il laboratorio di lavorazione a Rozzano e a essere fornitori di diverse realtà in città. Anche la mamma continua a preparare dolci, affiancata da una brigata di pasticceri.
La tradizione è quella turca, siriano-libanese e anche marocchina: “Ma le influenze sono tantissime – sottolinea Mohammed – così come le contaminazioni anche occidentali. Ad esempio, abbiamo ridotto il quantitativo di sciroppo di zucchero a favore di una minore dolcezza e maggiore salubrità e acquistiamo le materie prime in Italia, tranne i formaggi che sono palestinesi”. In vetrina ci sono circa trenta tipologie di dolci e il tentativo di assaggiarli tutti – così come la certezza di star male poco dopo – è forte. “La base principale – racconta Mourad – è costituita dalla pasta fillo che prepariamo con un macchinario creato apposta in Turchia.
Le tante varianti del Baklava, il dolce mediorientale per eccellenza, partono da lì. Il resto lo fa la frutta secca, il miele e la forma: dai Kunafa ai Pistacchio roll (che sono i dolci più venduti) ai nidi di pasta fillo. Ci sono poi quelli a base di formaggio come il siriano-libanese Halawet el jesn con crema di latte e pistacchio, il Basbousa egiziano fatto con cocco, semola, mandorle e nocciole, il Biscotto marocchino chebakia con mandorle, cannella e sesamo, fritto e poi intinto nell’acqua di fiori d’arancio che ha le sembianze di un fico secco aperto. Tipici del periodo finale del Ramadam sono invece i Qatayef, una sorta di pancake fritto e ripieno di formaggio, noci e datteri”. La clientela è mista quanto il banco dei dolci: ci sono i passanti dello shopping di Corso Buenos Aires, ma anche tunisini, algerini e marocchini che fanno richiesta di pasticceria francese come gateau e millefoglie, abitudini che discendono dalle dominazioni coloniali europee. Prima di andar via vien voglia di portar via qualcosa nelle belle scatole pensate per l’asporto e chiedo a Mohammed se ha una preferenza: “amo la tradizione turca, tra tutte è la più sofisticata”.
Pasticceria Mourad
Corso Buenos Aires, 86
20131 Milano (MI)
Tel.: +39 02 4954 3225
www.facebook.com/PasticceriaMourad/