Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Benedetta Bassanelli
La rivoluzione di Marco Schiavo nel mondo della mixology è cosa dell’ultimo decennio, durante il quale il giovane e intraprendente distillatore vicentino, mosso da passione e curiosità, si è impegnato nella realizzazione di un bitter che in qualche modo fosse espressione di un gusto logicamente amaro e non carico di zuccheri, come accade per la maggior parte dei prodotti industriali oggi in commercio. Ed era il 2013 quando questa idea iniziò a prendere forma con le prime prove organizzate insieme al gestore di un locale vicentino. In realtà, guardando più indietro, la storia della famiglia Schiavo, distillatori di Costabissara giunti alla quinta generazione, a un tiro di schioppo dal capoluogo veneto, affonda le radici nei secoli passati, passa attraverso le due guerre mondiali e giunge nel nuovo millennio in un percorso avvincente fatto di distillazione e grappe ben riconosciute da una clientela selezionata.
Una produzione raccontata magistralmente dai documenti, dalle bottiglie e dalle memorabilia che animano il piccolo museo artigianale e famigliare che si può visitare all’interno della sede della distilleria. È una produzione che ancora oggi evidenzia in maniera netta la sua qualità nella scelta delle migliori vinacce, arrivando ad aromi e profumi davvero unici.
Ma il “distillatore biondo che fa impazzire il mondo” – come viene naturale definire Marco vista la vaga somiglianza con il protagonista di un celebre spot (tra l’altro nello stesso ambito merceologico…) – la svolta più “giovane” della produzione l’ha data con il nuovo progetto del Bitter Radicale a firma Gajardo, cui si sono aggiunte, nel giro di un paio di anni, le bottiglie di Fernet e un Triple Sec pensate per il consumo al banco.
Tutte realizzate con spirito artigianale, dimenticando i coloranti artificiali (“qui si usa la cocciniglia che costa molto, ma molto di più” afferma Marco orgogliosamente), e puntando su gusti ricchi, forti, senza compromessi, forse poco adatti a chi vuole gustarsi un semplice spritz, ma che sanno fare la differenza e hanno da tempo attirato l’attenzione degli appassionati del bere miscelato.
Non a caso il bitter Gajardo si è aggiudicato premi di assoluto prestigio nel corso del World Liqueur Awards dello scorso anno, forte del suo piacevolissimo gusto balsamico unito alle spezie ed erbe infuse per ben 18 giorni. Il vulcanico Marco Schiavo, cui piacciono le sfide, è poi anche andato alla ricerca, negli ultimi tempi, di originali pairing tra piatti rustici e snack da cicchetti (dal baccalà alla trippa), complici i ragazzi di Classico, Pane Salame e Meraviglie. Il locale è deputato a rappresentare la mixology di Costabissara, ma l’ambizione, che ci è stata raccontata tra un Milano-Torino e un Americano che Marco da buon veneto consuma nello spazio di pochi secondi, è quella di cercare i giusti abbinamenti anche con il fine dining e magari con i piatti dei cuochi più ricercati.
Una scelta più che legittima dato l’evolversi della proposta di miscelazione che da qualche anno vede protagonisti molti ristoranti, forse più all’estero che in Italia. Risale invece alla scorsa stagione il lancio, con il nome leggermente cambiato in Gagliardo, di tre miscelati “ready to drink”, con protagonisti il Negroni, l’Americano e l’Hanky Panky (un cocktail a base di vermut e gin nato all’hotel Savoy di Londra), per avvicinarsi in tempi difficili al mondo del delivery e rendere accessibile un drink completo senza passare dal banco di un bar.
Distilleria Schiavo
Via Giuseppe Mazzini, 29
Costabissara (VI)
Tel.: +39 0444 971025