Testo di Gloria Feurra
Foto cortesia di Gustiamo
Al calar delle tenebre, non indossiamo maschere e costumi succinti per nascondere la nostra identità. Non vantiamo nessun super-potere e non godiamo di nessun mezzo straordinario. Nella nostra “Gotham”, noi facciamo così: al mattino prendiamo un caffè, poi ci arrampichiamo su nel Bronx con i treni express linea 2 o 5. Eppure, tra labirinti di torri di latte di pomodori e graffiti fluo del nostro quartier generale – questa forse, la nostra miglior copertura – dal 1999 ci dedichiamo a una bazzecola di missione: combattere il male. Seguono dettagli.
Siamo Gustiamo, importiamo e distribuiamo negli Stati Uniti quelli che riteniamo siano i migliori cibi del posto da cui veniamo: l’Italia. Tra i nostri produttori e i consumatori stanno solo l’Atlantico, gli spedizionieri e noi. Il nostro approccio è integralista, seppur nel senso buono. A tal proposito, la questione del combattere il male, partendo da po’ più lontano.
Il rapporto tra cibo italiano (e Italia, ancora più in generale) e mercato statunitense è singolare. Gli americani con discendenza italiana rappresentano il quinto gruppo etnico del paese. Detta in altri termini, la possibilità di interagire con una persona di origini italiane negli Stati Uniti è di 1 su 20. In una città come New York, la percentuale aumenta fino al 15%, circa 1 ogni 7. L’importante presenza tricolore si riflette in un diffuso grado di familiarità con la nostra lingua, cultura e ovviamente sul cibo. C’è però un rovescio della medaglia. La chiassosa popolarità di Bella!, Pizza!, Buona Sera!, Mangia! e Dolce Vita!, si traduce in una prevedibile e giustificabile approssimazione del tutto ciò che è Italia. Qua spesso si annida il nostro tanto anticipato nemico: l’Italian sounding. Spesso, non sempre. Non tutto è un fake e non tutti sono degli impostori. Negli USA, mangiare buon cibo italiano a casa o al ristorante – specie nelle grandi città – è, se non sempre facile, indubbiamente fattibile con la dovuta possibilità di spesa. Il contributo di Gustiamo, per quanto modestissimo, è stato e continua a essere questo.
Mettiamo i puntini sulle i: non siamo sul piede di guerra contro chicken parmesan e spaghetti and meatballs, mai sia! Crediamo che l’espressione culinaria italo-americana abbia un valore altissimo, seppur non per tutti facilmente digeribile… Teniamo la tentazione del “a casa mia si fa così” sopita, superiamo i bias e spalanchiamo braccia, menti e fauci quando assistiamo a ibridazioni coscienziose in cucina. Lo facciamo quando, oltre alla conoscenza, c’è il rispetto. Per questo abbiamo grande orgoglio nel seguire e supportare chef e produttori americani che agiscono con cognizione di causa e urgenza di sperimentazione.
Quello che invece proprio non mandiamo giù è la disonestà, e credeteci, ce n’è tanta. In realtà, esiste una stima fredda a quantificarla: circa 60 miliardi di euro l’anno, in crescita costante. Questo numero riassume il giro d’affari di tutti quei prodotti alimentari nei mercati esteri che in maniera truffaldina utilizzano nomi, grafiche o altri riferimenti all’Italia pur non avendo con essa legame alcuno. Giro d’affari che finisce nelle tasche loro invece che, beh, in quelle di chi in Italia le cose le fa per davvero. La concorrenza sleale non è mai giustificabile, ma diventa ancora più crudele quando casi virtuosi finiscono in ginocchio a causa sua.
Un esempio su tutti: l’olio extra vergine d’oliva. Di sedicenti oli EVO italiani venduti negli Stati Uniti a prezzi sospettosamente stracciati ne vediamo a bizzeffe. Per quanto sia difficile farci il callo, proseguire dritti verso la nostra missione diventa impraticabile quando oltre al tricolore in etichetta assistiamo a spudorati scippi di identità e narrativa. Gli anziani al frantoio che aspettano di vedere le prime gocce di olio appena franto dalle proprie olive come fosse l’arrivo di un figlio, pathos e lacrimucce, e poi su Amazon a 8 euro al litro. Olio extra vergine di oliva italiano. Importato. Ti arriva a casa senza neppur dover pagare le spedizioni. Succede su Amazon negli Stati Uniti, ma al fenomeno del bucolic sounding, diremo noi, non se la scampa neppure l’Italia. Stesso concetto di sopra, prezzi ancora più irrisori. L’esempio riportato offre strati sovrapposti di ingiustizie ed esiti nefasti, ma se ne dovessimo individuare uno, il più temibile sarebbe senz’altro questo: l’inesorabile abbandono, perché non ne vale la pena. Succede negli oliveti come in qualsiasi altro settore agricolo, una piaga che non stenta a cessare.
Qualcuno potrebbe controbattere che se i prodotti veri e fatti a modo sono tanto migliori di quelli taroccati, allora il consumatore sarà in grado di apprezzare quella differenza pagando un prezzo premium. In teoria, certo, in pratica però le contraffazioni sono diventate così sofisticate da sfuggire persino al naso (letterale) di panel di degustatori professionisti. Quando fiction e realtà diventano indistinguibili, verrebbe da dire che non ci resta che piangere. Non siamo però equipaggiati alla sconfitta, non ancora. Il male vogliamo continuare a combatterlo non smascherando in piazza i cattivi, ma spingendo con tutta la forza che abbiamo i buoni.
I buoni ce li hanno presentati prima e li abbiamo conosciuti poi. Abbiamo incontrato anche fratelli e mogli, nonni e aiutanti stagionali, intern e appezzamenti in affitto, capannoni, cani pastore e seconde braccia, nemici e compagni di calcetto. Non perdiamo occasione per andare a trovarli o creare situazioni per farli venire qua, mettendoli faccia a faccia con i loro fans oltreoceano. Quando viaggiare non era un’opzione, allora Zoom è arrivato dove noi non potevamo. Sono loro i buoni, quelli che fanno prodotti veri, e non vuoto Made in Italy. Sono quelli che con dedizione e instancabilmente generano esternalità positive tangibili. Con molti di loro abbiamo rapporti che continuano da oltre 20 anni ed è anche grazie a loro che abbiamo assistito con i nostri stessi occhi a quanto importante sia il lavoro che quotidianamente svolgono sull’economia, sul tessuto locale, sul paesaggio e sulla biodiversità.
Noi combattiamo il male, ma i veri supereroi sono loro.
Noi, la sera, andiamo a dormire con il cuore in pace e la moka pronta sul fuoco.
Nuovo giro, nuova corsa.
Gustiamo
1715 W Farms Rd, The Bronx
NY 10460 – Stati Uniti
Tel: +1 718-860-2949
www.gustiamo.com