Testo e foto di Amelia De Francesco
Il Castello di Duino è un posto davvero interessante. E lo è non solo perché fra le sue mura sono stati ospitati di passaggio (o hanno magari pigramente soggiornato godendosi mare e sole) nell’ordine i signori Strauss, Liszt, D’Annunzio, Twain e Rilke, cui è intitolato anche un sentiero panoramico che arriva fino alla vicina località balneare di Sistiana. E nemmeno soltanto per il parco, ben curato e che ospita una varietà di colori odori forme invidiabile e persino un bunker (ora museo) della Seconda Guerra Mondiale.
Il Castello di Duino è ancor più interessante a giugno, perché ci si svolge Mare e Vitovska, quest’anno alla sua decima edizione. Nel cuore del Carso, per parlare e assaggiare un vitigno autoctono dell’altopiano carsico triestino, goriziano e sloveno, non molto conosciuto al grande pubblico nel resto della penisola, sono arrivati giornalisti e appassionati. Si sono dati appuntamento il 17 e 18 giugno, trovando ad accoglierli oltre trenta produttori di vino e quasi altrettanti ristoratori della zona. Un evento organizzato e voluto dall’Associazione dei Viticoltori del Carso e al quale abbiamo partecipato con piacere per il secondo anno consecutivo.
La formula è tanto semplice quanto collaudata: banchi d’assaggio dei vini affiancati da piatti della tradizione in un abbinamento almeno ideale. E poi degustazioni guidate da Ais FVG e un convegno, che ha aperto la due giorni, con un tema caldo e molto dibattuto da queste parti: il futuro del Carso. Oltre a una serata speciale pre-evento che ha visto protagonisti la chef Antonia Klugmann e i suoi ospiti della Locanda Devetak e naturalmente la Vitovska. Un vino, insomma, la cui potenzialità gastronomica sembra ribadita.
Una volta entrati al Castello, il percorso comincia nel giardino (e per noi con l’assaggio della Vitovska 2015 di Kocjančič Rado) per proseguire poi per i sentieri, vista mozzafiato sulle falesie e il mare, nel dedalo di siepi e sentieri che porta alla grande terrazza e poi nel cortile-cuore del castello e dentro, attraversando le sale visitabili, lungo la scala palladiana e sul terrazzo che dà sul golfo. Un incanto.
E quindi l’incontro con le aziende, alcune bevute per la prima volta: Fabjan, Lupinc, per esempio, poi la conferma degli a noi noti Škerk e Zidarich e le loro annate 2014 e 2015. Un rapido giro anche tra i vini di Primosic, La Castellada e Radikon, vignaioli di Oslavia. Il tempo di veder passare vassoi di sardoni impanati e piatti di orzotto, crudi di pesce e formaggi. Intorno, facce soddisfatte. E non potrebbe che essere così.
A vigilare su tutto, dal vicino promontorio, in controsole, il Castello antico di Duino, o per meglio dire i suoi ruderi, nel quale pare che persino Dante Alighieri abbia sostato nelle sue peripezie. Che dire, ancora? Certamente lo scenario suggestivo, per giunta al tramonto, fa la sua parte. Per essere completamente soddisfatti non ci resta che appoggiarci a uno dei muretti, come i più fanno, con il bicchiere in mano e rimirare. Lato mare. Poi lato vino.
In attesa della prossima edizione.