Testo e foto di Entiana Osmenzeza
La scorsa estate, in un giorno in cui la data del mio compleanno (9 novembre) era ancora lontana, io e mio marito abbiamo deciso di regalarci ugualmente un viaggio: direzione Anversa, destinazione ristorante The Jane.
Non avevo mai visitato il Belgio e The Jane sarebbe stata la scusa perfetta per farlo. Appena arrivati in una zona residenziale caratterizzata da edifici a mattoni rossi con giardini ghiacciati vista la temperatura (-4°), abbiamo voluto subito fare un giro della città. Eravamo in netto anticipo rispetto all’orario in cui avevamo prenotato. Davanti al ristorante c’erano dei ragazzi giovani che con quel freddo – coraggiosamente – giocavano a pallone.
The Jane si trova nella cappella sconsacrata di un ex ospedale militare. Il vecchio ingresso principale è affascinante, racconta una storia tutta sua. A fianco, da un albergo di quartiere d’altri tempi, uscivano ed entravano gruppi di famiglie ebraiche con i loro abiti tradizionali. Proseguendo in fondo alla galleria si arriva in un chioschetto con tantissimi alberi di Natale pronti per la vendita. Genitori e figli pronti per trasportarli, attrezzati di bici e carrettino. Più avanti il quartiere della movida, con ristoranti, negozi, bar, palestra, street-food, birreria. Abbiamo oltrepassato il piazzale della movida, in mezzo alle abitazioni nel normale via vai del sabato a pranzo, e siamo arrivati davanti al ristorante.
Era suggestivo: una chiesa sconsacrata, fedele alla sua struttura d’origine, con l’insegna illuminata The Jane posizionata in una delle sue grandi finestre. Dall’esterno non ci si rende conto dello spazio all’interno, perché nascosto dalle lunghe tende di velluto. Entrando colpiscono il soffitto altissimo, “l’altare” della cucina e un lampadario scenografico che sprigiona luce e bellezza. La prima parola che mi esce dalla bocca è un “Meraviglioso!”, che non sono riuscita a trattenere dall’emozione.
Avevo curiosato, visto foto sui social, ma dal vivo la bellezza è ancora più esplosiva. Lo staff in sala mette immediatamente a proprio agio e tanto mi sentivo in un luogo amico che per la prima volta ho rivelato la mia professione, ho dichiarato di essere una chef. Mai, mai l’avevo fatto prima. E neanche me ne sono accorta.
Lo chef Nick Bril è sempre presente sia in cucina che in sala. Attento, di chiacchera facile, conosce e ama l’Italia. Questo lo si può notare anche dalla scelta dei vini. Abbiamo scoperto che si è sposato a Certaldo, in provincia di Firenze, nel castello di Santa Maria Novella. Certaldo per noi è casa; quindi da quel momento ci siamo sentiti in famiglia.
Non voglio annoiare elencando i nomi delle portate seguiti dalla loro descrizione, a quello ci penseranno le foto e il menu. Ovviamente c’è qualche piatto che ho preferito ad altri, ma quello rimane personale. Dico solo che è stato un pranzo meraviglioso, di cui ricordo ogni dettaglio dall’inizio alla fine. Me lo sono goduto e ha suscitato emozioni profonde, risvegliando la mia felicità dei sensi.
Alla domanda: “Va tutto bene?” ho risposto: ”Sono felice… solo questo”. Sono esattamente dove vorrei essere, in questa bella e gelida giornata di novembre. Ringrazio mio marito per questo bellissimo regalo.
The Jane
Paradeplein 1
Antwerpen – Belgio
www.thejaneantwerp.com