Nelle Asturie il IV Congresso Internazionale FéminAs per dare visibilità al contributo delle donne alla gastronomia e delle comunità rurali
Testo di Anabel Frutos
Foto di cortesia di FéminAs
Siamo andati a Oviedo (Asturie) che è stata eletta quest’anno Capitale Spagnola della Gastronomia. La capitale del Principato delle Asturie si distingue per i suoi incredibili paesaggi di mare e montagna, la sua identità culturale e una cocina de paisaje dove si fondono storia, tradizione e talento. In queste terre dell’occidente asturiano, che lavorano più di tutti per la protezione della cultura gastronomica, si è tenuto, dal 28 al 30 ottobre, FéminAs, il Congresso Internazionale di Donne, Gastronomia e Sfida Demografica, patrocinato dal governo del Principato, Cocina de Paisaje y Asturias y Paraíso Natural. L’evento si è consolidato attraverso le sue quattro edizioni diventando uno spazio per dare visibilità al contributo delle donne alla gastronomia e delle comunità rurali come custodi e propagatrici della cucina e della memoria, attraverso conferenze e dimostrazioni culinarie. “Abbiamo imparato che le zone rurali possono essere rivitalizzate da un punto di vista endogeno, con i loro prodotti: selvaggina, formaggi, orti, boschi e storia locale”, ha sintetizzato alla chiusura Benjamín Lana, direttore del congresso.
Oviedo, sede della prima giornata
L’hotel Las Caldas, in prossimità di Oviedo, è stato la sede della prima giornata del congresso, iniziata il 28 ottobre con la presentazione della chef Elena Lucas del ristorante La Lobita di Navaleno (Soria) che, dopo tra generazioni alla guida del ristorante, ha portato il sapore del bosco soriano sulla tavola di FéminAs. “La nostra cucina beve dal passato, però guarda il futuro”. Molte delle materie prime che utilizza vengono dalla montagna: funghi, selvaggina, frutti rossi, bacche, fiori e germogli, ecc., per cui i suoi piatti ricreano l’ambiente della natura circostante. Poi è stato il turno di un’altra chef castellana che però vive a Ourense: Lydia del Olmo del ristorante Ceibe; con lei abbiamo fatto un tour della cucina galiziana a 360 gradi. Che la Spagna non sia l’unico paese a soffrire l’esodo rurale e demografico lo certifica la chef scozzese Roberta Hall McCarron che insieme alla chef e conduttrice malese-scozzese Julie Swee-Lin McLeod parlavano in videoconferenza del suo impegno a favore della cucina di selvaggina, un settore che dà lavoro a molte persone nelle zone rurali della Scozia. Abbiamo terminato questa prima giornata con un dibattito sulla lotta contro lo spopolamento rurale dal punto di vista dei formaggi, dando valore non solo a questo prodotto, ma anche al territorio e alla sua gente, con la partecipazione di Michelle Buster, fondatrice di Forever Cheese, il principale importatore di formaggi europei negli Stati Uniti, Carmela Cano (Queso Galmesán), Martina Pernan, presidente di Paski Sir Producers dalla Croazia, e Natasha Soares, responsabile della qualità di Queso Sao Jorge (Queso Sao Jorge), la galiziana Carmela Cano (Queso Galmesán), Martina Pernan, presidente dei produttori croati Paski Sir e Natasha Soares, responsabile della qualità del formaggio Sao Jorge Pio, sulla piccola isola di Sao Jorge (Portogallo).
Il congresso si sposta a Luarca
Il casinò Círculo Liceo di Luarca, una delle città marittime più belle del Principato, ha fatto da sfondo per la seconda giornata del congresso, incentrata sul bisogno di dar visibilità al contributo delle donne come divulgatrici dell’eredità gastronomica. La chef Lucía Freitas (A Tafona, Santiago di Compostela) ci ha offerto una presentazione intitolata “Essenza, cucinando la memoria” n cui ha ricordato sua nonna che profumava sempre di stufato ed è stata punto di riferimento per non perdere questo patrimonio culturale. Molto impegnata sulla cucina a basso impatto ambientale è Chiara Pavan (Venissa, Venezia) ci ha mostrato come utilizzare alcune specie invasive, come il granchio blu, che sta creando scompiglio nelle acque veneziane per proteggere l’ecosistema. Abbiamo proseguito con Rita Magro, la giovane chef del ristorante Blind (Oporto, Portogallo) che si è distinta con il premio Young Chef Award 2024 assegnato dalla Guida Michelin. La sua proposta è un viaggio gastronomico ispirato al romanzo di José Saramago, Saggio sulla cecità, che invita a lasciarsi trasportare dai sensi. Anche l’industria conserviera è da sempre strettamente legata alla presenza della donna, per cui ci siamo recati nella località costiera di Puerto de Vega per conoscere e degustare i prodotti di aziende guidate da alcune di queste imprenditrici, come: María Busta di Conservas Casa Eutimio a Lastres; Ángela Donato di Conservas el Viejo Pescador a Tapia de Casariego e Ana Labad Cruz di Conservas Hazas, a Lastres. Durante la giornata abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare alcuni dei gustosi piatti della cucina locale: Pedro Martino (Restaurante Pedro Martino, Caces), Elio Ferpel (Ferpel Gastronómico) e Diego Fernández (Regueiro, Villaverde), oltre ai ristoranti Mesón Centro, La Marina e Sidrería Jorge di Puerto de Vega.
FéminAs chiede un ritorno ai villaggi come opportunità di futuro per i giovani.
L’ultimo giorno è stato un appello all’utilità della memoria per il futuro dei villaggi e, in particolare, quello delle città minacciate dall’esodo dei loro abitanti. Un ristorante gastronomico in un villaggio di venti abitanti nei Pirenei di Huesca, un allevamento di buoi in un villaggio abbandonato nelle Asturie occidentali o un progetto di turismo esperienziale basato sul whisky nelle spopolate Highlands scozzesi sono stati alcuni degli esempi ispiratori presentati in quest’ultima giornata nel bellissimo Palacio de Figueras, a Castropol. La mattinata è iniziata con la testimonianza di Iris Jordán, giovane chef di Huesca, vincitrice del premio La Mejor Tapa de España all’ultima Madrid Fusion che, insieme al fratello Bruno, ha fatto un percorso opposto a quello di molti giovani della sua zona, tornando nel suo villaggio di venti abitanti nei Pirenei di Huesca per occuparsi del ristorante Ansils (Anciles) e rivendicando l’alta cucina dei villaggi. “Avevo ben chiaro che dovevo lottare per ciò in cui credevo”, spiega Iris. Al ristorante fanno una cucina molto personale in cui tutto si basa su ricette tradizionali, con sapori e prodotti locali, che è ciò che vogliono rappresentare, dato che l’80% di ciò che servono proviene dalla zona circostante. Dalla Scozia è arrivata l’esperienza ispiratrice della scrittrice e giornalista Ghillie Basan, ambasciatrice del turismo gastronomico in Scozia, che ha trasformato il suo vecchio granaio in un whisky bar dove accoglie viaggiatori da tutto il mondo. E per dare il tocco finale a questa conferenza di donne ispiratrici, le guisanderas (le cuoche tradizionali asturiane, ndr) Mary Fernández (Mesón Centro, Puerto de Vega) e Mirta Rodríguez (El Torneiro, Villayón) ci hanno mostrato come, con grande determinazione e intelligenza, hanno portato avanti il progetto di recupero del ricettario popolare asturiano nelle proprie trattorie.
Un esempio di identità, autenticità, territorio e villaggi locali in vivaci giornate che hanno riunito relatori nazionali e internazionali, organizzate da Vocento Gastronomía e dall’Ente del Turismo delle Asturie. Per mettere in evidenza il ruolo delle donne nell’industria alberghiera e della ristorazione, nel mondo rurale e nel settore primario.
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El Congreso protegerá una cultura gastronómica que podría desaparecer
En Asturias, IV Congreso Internacional FéminAs para visibilizar la aportación de las mujeres a la gastronomía y a las comunidades rurales
Texto de Anabel Frutos
Viajamos a Oviedo (Asturias) que ha sido elegida este año “Capital Española de la Gastronomía”. La capital del Principado de Asturias destaca por sus increíbles paisajes de mar y montaña, su identidad cultural y una cocina de paisaje donde se funden historia, tradición y talento. En estas tierras del occidente asturiano, que muestran como ninguna esa tarea de protección cultural gastronómica en cada rincón, se ha celebrado entre el 28 y el 30 de octubre, FéminAs, el Congreso Internacional de Mujeres, Gastronomía y Reto Demográfico patrocinado por el gobierno del Principado, Cocina de Paisaje y Asturias y Paraíso Natural. Este evento se ha consolidado a través de sus cuatro ediciones como una plataforma para visibilizar la aportación de las mujeres a la gastronomía y a las comunidades rurales y como custodias y transmisoras de la cocina y la memoria con conferencias y demostraciones culinarias. “Hemos aprendido que se puede dinamizar el rural desde una mirada endógena, con sus propios productos: la caza, los quesos, la huerta, el bosque y la historia local”, resumía durante la clausura del congreso Benjamín Lana, director del mismo.
Oviedo, sede de la primera jornada
El hotel Las Caldas, en las inmediaciones de Oviedo, se convirtió en la sede de la primera jornada del congreso que arrancó el día 28 con la ponencia de la cocinera Elena Lucas del restaurante La Lobita (* Michelin) situado en Navaleno (Soria) y que tras tres generaciones al frente del restaurante ha llevado el sabor del bosque soriano a la mesa de FéminAs. “Nuestra cocina bebe del pasado, pero mira al futuro”. Muchas de las materias primas que utiliza vienen del monte: setas, caza, frutos rojos, bayas, flores y brotes, etc., por lo que sus platos recrean el ambiente de la naturaleza que le rodea. Continuamos con otra cocinera castellana pero afincada en Ourense, Lydia del Olmo, del restaurante Ceibe (*Michelin y 1 Sol Repsol) que nos hizo un recorrido por una cocina donde se respira el producto gallego por los cuatro costados. Que España no es el único país que sufre el éxodo rural y demográfico lo certificó la cocinera escocesa Roberta Hall McCarron quien junto a la chef y locutora malayo-escocesa Julie Swee-Lin McLeod hablaron por videoconferencia sobre su compromiso con la cocina de caza, que es un sector que da empleo a muchas personas del ámbito rural escocés y genera riqueza. Finalizamos esta primera jornada con un debate sobre la lucha contra la despoblación rural desde el mundo de los quesos poniendo en valor no solo el producto, sino también al territorio y sus gentes, en el que participaron Michelle Buster, fundadora de Forever Cheese, la principal importadora de quesos europeos en EE.UU., la gallega, Carmela Cano (Queso Galmesán), Martina Pernan, presidenta de Paski Sir Producers de Croacia y Natasha Soares, gestora de calidad del Queso Sao Jorge Pio, en la pequeña isla de Sao Jorge (Portugal).
El Congreso se traslada a Luarca
El casino Círculo Liceo, en Luarca, una de las villas marineras más bonitas del Principado, fueron escenario de la segunda jornada del congreso centrada en la necesidad de visibilizar la aportación de las mujeres como trasmisoras del legado gastronómico. La chef Lucía Freitas (A Tafona *Michelin) nos ofreció una ponencia titulada “Esencia, cocinando la memoria” en la que recordó a su abuela que siempre olía a guisos y que siempre fue su referente a la hora de trabajar para no perder ese patrimonio culinario. Muy comprometida con la cocina medioambiental y la sostenibilidad está Chiara Paván (Venissa*Michelin) nos mostró como utilizar algunas de las especies invasoras, como el cangrejo azul, que está haciendo estragos en las aguas venecianas para cuidar el ecosistema. Continuamos con Rita Magro, la joven chef del restaurante Blind (Oporto, Portugal) que fue distinguida con el Young Chef Award 2024 que otorga la Guía Michelin. Su propuesta es un viaje gastronómico inspirado en la novela de José Saramago “Ensayo sobre la ceguera” y que invita a dejarse llevar por los sentidos. También la industria conservera ha estado siempre muy ligada a la presencia de la mujer, así que nos trasladamos al pueblo costero de Puerto de Vega para conocer y degustar los productos de empresas lideradas por algunas de estas emprendedoras, como: María Busta, de Conservas Casa Eutimio, en Lastres; Ángela Donato, de Conservas el Viejo Pescador, en Tapia de Casariego y Ana Labad Cruz, de Conservas Hazas, en Lastres. Durante la jornada tuvimos la oportunidad de saborear algunos de los sabrosos platos de la cocina local: Pedro Martino (Restaurante Pedro Martino, Caces), Elio Ferpel (Ferpel Gastronómico *Michelin) y Diego Fernández (Regueiro, Villaverde), así como los restaurantes Mesón Centro, La Marina y Sidrería Jorge en Puerto de Vega.
Féminas reivindica la vuelta a los pueblos como una oportunidad de futuro para los jóvenes
El último día fue un alegato acerca de la utilidad de la memoria para trazar el futuro de los pueblos y, en particular, el de las poblaciones amenazadas de muerte por el éxodo de sus habitantes. Un restaurante gastronómico en un pueblo de veinte habitantes en el Pirineo oscense, una ganadería de bueyes en una aldea abandonada del occidente asturiano o un proyecto de turismo experiencial basado en el whisky en las despobladas Highlands escocesas, fueron algunos de los inspiradores ejemplos que se presentaron en esta última jornada en el hermoso Palacio de Figueras, en Castropol.
La mañana arrancó con el testimonio Iris Jordán, joven cocinera oscense ganadora de La Mejor Tapa de España en el último Madrid Fusión que, junto a su hermano Bruno, han hecho un camino inverso al de muchos jóvenes de su zona, regresando a su pueblo de veinte habitantes en el Pirineo de Huesca para hacerse cargo del restaurante Ansils (Anciles) reivindicando la alta cocina de los pueblos. “Tenía muy claro que había que luchar por lo que creía” explica Iris. En el restaurante hacen una cocina muy personal en el que todo parte del recetario tradicional, con sabores y productos de cercanía que es lo que quieren representar, ya que el 80% de lo que sirven procede de los alrededores del restaurante. Desde Escocia nos llegó la inspiradora experiencia de la escritora y periodista Ghillie Basan, que es embajadora del turismo gastronómico en Escocia, y que convirtió su viejo granero en un whisky bar donde recibe a viajeros de todo el mundo. Y para poner el broche final de este congreso de mujeres inspiradoras, las guisanderas Mary Fernández (Mesón Centro, Puerto de Vega) y Mirta Rodríguez (El Torneiro, Villayón) nos mostraron que con gran determinación y capacidad de trabajo han llevado a cabo el proyecto de recuperación del recetario popular asturiano en sus propias casas de comidas. Todoejemplo de identidad, autenticidad, territorio y pueblos de cercanía en unas vibrantes jornadas que han reunido a ponentes nacionales e internacionales organizadas por Vocento Gastronomía y la Consejería de Turismo de Asturias, y que han reivindicado el papel de la mujer en la hostelería, en el mundo rural y en el sector primario.