Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Luis Ferraz
Ancora una volta Lisbona dimostra di essere una delle capitali europee più intraprendenti e dinamiche quando si tratta di mettere le gambe sotto a un tavolo. Tra le tante novità degli ultimi tempi, nonostante le problematiche relative alla pandemia globale (e la capitale portoghese risente in maniera significativa dell’assenza del turismo internazionale), spicca quella di The Art Gate, nel quartiere di Chiado. Un po’ nascosto al primo piano di un palazzo al civico 16 di Largo da Trindade, questo curioso esperimento multifunzione racchiude in un grande spazio un micro-hotel con cinque suite, una galleria d’arte e un ristorante composto da un unico tavolo per 12 persone, che, al momento, causa distanziamento sociale, è diventato da soli 8 ospiti.
The Art Gate è, come dice bene il nome, una finestra sul mondo dell’arte, con una folta rappresentanza dei migliori e più intraprendenti artisti portoghesi a esporre nella galleria, ma anche nelle suite con pezzi unici e ricercati. E la stessa idea nutre la sala del ristorante, dominata dal grande tavolo dal diametro di due metri e mezzo che è stato progettato e realizzato da Mircea Anghel del Cabana Studio. Ma non è tutto. Tra pulizia estetica e minimalismo artistico, tra creatività vagamente nordica e linearità imperante, a prendere possesso della cucina (dove oltretutto si trovano alcune postazioni per una chef’s table che, la mattina, diventa la zona breakfast per gli ospiti delle stanze), è appena arrivato Hugo Candeias, giovane e intraprendente cuoco lisboeta rientrato in patria dopo un lungo peregrinare europeo che lo ha portato, nell’ultima e più significativa esperienza, a rivestire un ruolo di primo piano nel team di Albert Adrià e Paco Mendez all’Hoja Santa di Barcellona. I più addentro a cose gastronomiche internazionali sanno bene che Hoja Santa è un ristorante dallo spirito fortemente messicano, e così Hugo ha qui creato sin dall’inizio un menu dove si incrociano, con moderazione, diverse suggestioni centroamericane e lusitane.
Niente fajitas e burritos classici, a dire il vero, ma l’utilizzo di una materia prima che richiama la cultura messicana senza spingere l’acceleratore su gusti estremi. Tra gli snack che danno il via alla cena, la Pera Nashi smorza quasi subito con la sua freschezza i toni della Ginja portoghese e del Mezcal, mentre la tenue tostatura del caffè incontra la dolcezza della maracuja. E a chiudere il cerchio che inaugura il pasto ci pensa la sferificazione dell’oliva, che qui a Lisbona strizza l’occhio a un classico di José Avillez nel bistellato Belcanto, pur arrivando, anche quest’ultima, dalla scuola iberica di Ferran Adrià.
Tecnica e passione si alternano in un percorso avvincente che fa del ristorante di The Art Gate (il cui nome è semplicemente The Restaurant) uno dei place to be da tenere d’occhio in città. Piacciono, e non poco, il Baccalà proposto in tempura, la Rana pescatrice (tamboril) con una salsa ai pinoli, il Maialino da latte (leitão) presentato agli ospiti direttamente in sala e poi degustato approfittando di una immediata e inimitabile croccantezza.
E convincono gli intermezzi in stile finger, come la piccola Tortilla di mais con un granchio freschissimo (qui in Portogallo si chiama sapateira) o il Flan che, nella sequenza di tre dolci in chiusura, esprime tutta la dolcezza del Moscatel de Setúbal. Il Messico, lievemente accennato, e in salsa portoghese, diverte, e Hugo Candeias ha saputo realizzare un percorso equilibrato e stuzzicante, che in tredici portate agili e divertenti mette d’accordo tutti. Al punto che, se inizialmente The Restaurant era nato come pop-up inaugurato nello scorso mese di dicembre dai giovani e dinamici cuochi del collettivo We Are Ona, oggi sembra destinato a diventare la casa stabile di Candeias.
The Restaurant @ The Art Gate
Largo da Trindade, 16 (1° esquerdo)
Lisbona – Portogallo
Tel: +351 92 61 57 492