Testo e foto di Redazione Cook_inc.
Il 26 e 27 maggio siamo stati a BorderWine a Cividale del Friuli, a una manciata di chilometri dalla Slovenia, tra Udine e il confine. Immediatamente abbiamo sentito che il tema della manifestazione è tessuto e anima di questi luoghi. Le terre di frontiera hanno un po’ tutte lo stesso leitmotiv; le genti di frontiera, anche. Un po’ alteri, fermi sui loro piedi e sempre in ordine. Dietro la scorza appare la sofferenza del non sentirsi completamente appartenenti né a una parte né all’altra. Ma gli occhi e le mani dei produttori di vino che abbiamo incontrato sono quelle di lavoratori appassionati che non si risparmiano e credono nel loro prodotto, nella loro filosofia.
L’evento nato dall’idea di Fabrizio Mansutti e Valentina Nadin è alla IV edizione e si è meritato il titolo di Salone transfrontaliero del vino naturale, tant’è vero che sotto i portici del Monastero di Santa Maria in Valle di Cividale, delle 60 cantine presenti, 22 provenivano da Slovenia e Austria. La manifestazione strizza l’occhio alle frontiere che si affacciano sul confine, la prima più vicina e la seconda a un centinaio di chilometri di distanza.
Tutto si è svolto nel cortile del Monastero. Un cortile interno di forma quadrangolare con al centro uno spazio aperto contornato dal porticato sotto il quale hanno preso posto gli stand dei produttori che chiacchieravano, si scambiavano racconti, pareri, assaggi in un’atmosfera conviviale come è quasi sempre quella tra viticoltori. Mentre nello spazio centrale MAMM Ciclofocacceria di Udine, Presidi Slow food del Friuli Venezia Giulia, Ai Troeggi di Genova e gastronomia L’Alimentare di Udine facevano da mangiare, il personaggio più eccentrico della manifestazione si esibiva in buffe performance: ora lanciando birilli, ora producendo gigantesche bolle di sapone che si infrangevano nel vento a poca distanza. Sicuramente stravagante Gigi Miracol, ma se lo incontri è davvero un peccato non chiacchierare con lui. Vignaiolo itinerante e giocoliere dall’animo clochard ha il volto di un dipinto di Ensor ed è vestito di bianco da capo a piedi. Ci ha raccontato di aver avuto due vite: una da enotecnico in cui faceva vino convenzionale e una dedicata al vino naturale. A questa seconda fase appartiene il suo Diversamente bianco, l’etichetta recita: “Vino bianco ignorante Italia. Da uve abbandonate da dio e dagli uomini, amorevolmente raccolte in sei vendemmie coraggiose”. Ce lo ha fatto assaggiare e quando gli abbiamo chiesto di dirci qualcosa in proposito ha affermato soltanto: “Non so esattamente quali siano le varietà che vinifico e per un periodo ho smesso di usare qualunque macchinario, incluso il trattore che ho sostituito con un paio di cavalli“.
Nello stesso spazio a metà pomeriggio i procacciatori di cibo diurni lasciavano il posto a cuochi e chef che iniziavano a spadellare. La prima sera hanno cucinato Alessandro Dal Degan de La Tana di Asiago (Cook_inc. 11), che ci ha portati a spasso nel bosco con il suo Orzo & Pino. Luciano Monosilio di Luciano – Cucina Italiana (a Roma e Sanremo) ha proposto la sua Carbonara (siamo sgattaiolati in cucina e abbiamo fatto il bis) e Gianfranco Pascucci (Cook_inc. 15) proprietario di Pascucci al Porticciolo a Fiumicino ha preparato un delizioso Hot Dog di Polpo. Abbiamo cenato in una delle sale del monastero, allestita per l’occasione. A rallegrare la serata i ragazzi di Blues in the pocket con ritmo festoso e stile unico, una commistione tra blues e musica balcanica.
La seconda serata, Osteria Evolution a tema street food, ha visto cucinare Francesca Barreca e Marco Baccanelli di Mazzo (Cook_inc. 23) attualmente impegnati nelle tappe del tour di cucina internazionale Mazzo Invaders, che a breve apriranno assieme a Emanuele Repetto e Giuseppe Ricciardulli un nuovo locale a Centocelle. Un “fast food” che si chiamerà Legs e proporrà pollo fritto e birre di Artisan. Hanno portato in anteprima il panino Legs al pollo fritto e la Ciabatta con pollo alla cacciatora. Gianni Dezio del ristorante Tosto di Atri (Cook_inc. 20) propone Dumpling di Pecora alla callara e Hamburger di Agnello, Cacio e Ovo con l’erborinato ai tre latti del casaro Gregorio Rotolo. I ragazzi di Barred di Roma fanno una Lingua panata e fritta accompagnata da salsa cacio e pepe da leccarsi i baffi. Infine Al Cjasal di San Vito al Tagliamento cucina un’ottimo Raviolo piastrato con mandorla, zafferano e trota affumicata.
Per info sull’evento: www.borderwine.eu