Tour alla Scoperta della Capitale della Cultura Danese – Food
Non solo Copenaghen: la rivalsa di una regione dal possente respiro agricolo e gastronomico
Testo di Lorenzo Sandano
Foto di Alberto Blasetti
“Lo stesso amore che il montanaro porta ai suoi monti
abbiamo innegabilmente noi danesi per il mare.
Contemplai dal mio balcone quella distesa azzurro cupa,
nuova eppur conosciuta da sempre”
(Hans Christian Andersen)
Dici gastronomia danese, pensi Copenaghen. Capitale culinaria dell’elegante e austera Danimarca, che nell’ultima decade ha visto emergere con successo un intero movimento di impavidi cuochi. Profili coraggiosi, capaci di scuotere le fondamenta della città, risvegliando di colpo l’estro sopito della ristorazione locale. Se infatti nell’immaginario comune la cultura gastronomica danese appariva come un terreno arido di offerte e tradizioni – arenato su polverosi piatti di smørrebrød, schnitzel, aringhe, patate e creme fresh – grazie alla “Rivoluzione Nordica” promossa da ristoranti come Noma, Relae, Geist, Amass e Geranium (solo per citarne alcuni) la scena culinaria nazionale si è drizzata in piedi con orgoglio, aprendosi al mondo tramite una moltitudine di nuove realtà dall’approccio vivido e identitario. L’onda benefica di questo fermento si è sparsa a macchia d’olio lungo l’intera cartina geografica della Danimarca.
Così – nel 2018 – possiamo azzardare che “oltre Copenaghen c’è di più”. Nuove mete, tappe e indirizzi per fanatici gourmet e buongustai itineranti, sparsi lungo i perimetri di questa terra. Una rotta imprescindibile – in alternativa alla capitale – si rivela la florida regione di Djursland e l’eclettica città di Aarhus: seconda città più grande della Danimarca, nonché centro urbano premiato come Capitale europea della cultura nel 2017 & Regione Europea della Gastronomia 2017. Per secoli insediamento vichingo affacciato sul gelido oceano, Aarhus si presenta oggi come un nucleo moderno dal possente battito culturale e artistico. Un palcoscenico di iniziative, eventi, rivalutazioni urbane e progetti edilizi veicolati da un benessere economico non indifferente. A rinfrescare il tutto, si somma la copiosa affluenza di giovani universitari provenienti da ogni angolo della nazione, che inondano di ebbrezza le strade e i locali della cittadina. Alta ricettività creativa dunque, che ha contribuito negli anni a generare nuovi spazi e investimenti per il settore enogastronomico: in sviluppo costante tra produttori, casari, allevatori, contadini e naturalmente una folta schiera di cuochi dal manico saldo e dalla personalità vibrante.
Complice lo svolgimento On Air del più grande festival gastronomico della regione nordica – Aarhus Food Festival 2018 – ci siamo affidati alla brillante organizzazione della Food Organization of Denmark per immergerci nel substrato gastronomico di questi lidi. Alla scoperta di inedite realtà ristorative e profili culinari da appuntare in agenda.
Il Food Festival & la “disfida” degli hot-dog
La più grande concentrazione di artigiani, produttori, contadini (di ogni categoria alimentare), cuochi locali e addetti al settore, condensati in festa lungo la monumentale baia della città. Il Food Festival di Aarhus – giunto alla quarta edizione – è l’evento gastronomico più atteso e più importante dell’intera regione. Appuntamento capace di raggiungere un’affluenza di oltre 30.000 persone a ridosso del week end. L’aspetto è quello frenetico e avvolgente di un enorme campeggio con l’animo da Farmers Market: suddiviso in piccoli/grandi banchi espositivi di assaggio, alternati secondo le tipologie di ingredienti e prodotti messi in scena (pesce, carne, alcolici, verdure, frutta, formaggi, pasticceria, aree ristorative). Qui è bello perdersi e sollazzarsi tra un bicchiere di gin artigianale o di snaps (superalcolico danese simile all’acquavite, aromatizzato in svariati modi con frutta fermentata, erbe aromatiche o cerali). O ancora apprezzare le succose ostriche oceaniche, intervallando il gusto salmastro del frutto di mare con le ribs di maiale biologico cotte al bbq. Non mancano sessioni didattiche – per grandi e piccini – tenute da esperti macellai locali o moderni agricoltori. Un dinamico luna park dallo spirito agreste, che nobilita con entusiasmo le materie prime autoctone, assecondando lo sviluppo enogastronomico raggiunto negli ultimi anni dalla città.
Durante la giornata conclusiva dell’evento, l’area principale del Festival si riempie di piccoli food trucks customizzati su misura, per l’ormai celebre Hot Dog Competition: una gara molto sentita (il cui ricavato è devoluto in beneficienza), che si articola a colpi di hot dog homemade interpretati in abiti gourmet. Alcuni dei più rinomati cuochi locali si sfidano in funamboliche esibizioni creative senza esclusione di colpi sul tema street food. Vestiti appariscenti e musiche accattivanti fanno da introduzione a ogni concorrente, che deve presentare il suo hot dog con una sorte di micro spettacolo da talent show: prima al pubblico pagante e poi dinnanzi a una giuria di cuochi stellati, giornalisti e critici autorevoli. I criteri valutati sono: creatività, gusto, rito di presentazione, rispetto del prodotto, impatto estetico. L’ambientazione è guascona e caotica come una sagra di paese, ma gli assaggi si rivelano pregni di tecnica, eleganza e godibilità. Come il sorprendente hot dog 100% vegan del ristorante Plantepølsen: presentato ai giudici con la colonna sonora di “StarMan” by David Bowie in sottofondo, mentre i cuochi indossavano simpatiche tute spaziali della NASA.
Una conclusione gioiosa, colorata e ad alto tasso gastronomico, che ricalca perfettamente la bella atmosfera assaporata in questo formidabile Aarhus/Djursland Tour 2018.