Testo di Lodovica Bo
Foto di cortesia di Ufficio stampa
Una serata dedicata all’eleganza e all’equilibrio, dove gusto e classe hanno danzato insieme a ritmo di valzer. Dalla location fiabesca e vestita di colori estivi, al grande protagonista, il Dom Ruinart 2010, accompagnato dalla cucina di un cuoco dai mille talenti: Riccardo Gaspari del San Brite di Cortina d’Ampezzo. È proprio la grande Maison di Champagne Ruinart a dedicare una serata speciale per il lancio del suo nuovo millesimato Dom Ruinart 2010, uno Champagne fatto utilizzando il 100% di uve chardonnay provenienti da terroir eccezionali. La novità? Il Dom Ruinart 2010 porta con sé il ritorno di una pratica un tempo comune: l’uso di tappi di sughero per l’affinamento sui lieviti. Negli anni ‘90, gli chef de caves Ruinart dell’epoca cercarono di portare a un livello superiore il processo di affinamento per rivelare maggiori complessità̀. Ebbero l’idea di tornare al tappo in sughero in fase di invecchiamento. Un’intuizione che è stata poi corroborata negli anni dagli assaggi.
La decisione della Maison di sostituire i tappi a corona con tappi in sughero per il Dom Ruinart nel 2010 le ha consentito di far maturare più a lungo sui lieviti queste bottiglie preziose. È servito oltre un decennio di riposo nelle cave di gesso della Maison a Remis per rendere questo Champagne quello che è oggi. Anche la sboccatura era un’operazione tradizionalmente manuale, quando si usavano gabbie metalliche per sigillare. Con il ritorno dei tappi di sughero per il Dom Ruinart 2010, si è optato di nuovo per questo processo, in cui le bottiglie vengono sboccate una a una.
Pazienza e tanta visione per un’annata che avrebbe dato i suoi frutti nel tempo. I viticoltori hanno dovuto combattere, ogni giorno era colmo di speranza e incertezza. Nel 2010 la natura era fragile, eppure già prometteva un’annata eccezionale. Da questi frutti è nato uno Champagne dall’inaspettata complessità aromatica. Ricco sul palato, il Dom Ruinart 2010 è un Extra Brut vivace e concentrato. Si impone con la sua grande intensità aromatica. I sapori si sviluppano e crescono per stadi, portando a un palato complesso, che prosegue verso un finale fresco e impreziosito da un’elegante amarezza.
Dom Ruinart 2010 si abbina particolarmente bene a piatti che, come lui, hanno bisogno di sviluppare sapori profondi e complessi. Salatura, fermentazione, affumicatura e cottura lenta faranno eco a questa tavolozza aromatica. Sulle note di questa persistente intensità aromatica si è sposato perfettamente il cibo di Riccardo Gaspari durante la serata di presentazione del nuovo Champagne.
Il suo nome non ha bisogno di presentazioni, se non per definirlo con le sue principali caratteristiche: umile, concreto e perfezionista. Montanaro taciturno, mette nei suoi piatti l’espressione della passione e della sua terra, Cortina d’Ampezzo, dove ha il ristorante San Brite, insieme all’immancabile sostegno della moglie Ludovica.
Come al San Brite prende forma l’agricucina, che interpreta la tradizione della cucina di montagna, in particolare quella ampezzana, proiettandola verso una raffinata contemporaneità, nella serata, lo chef ha scelto di proporre un menu fedele alla scelta di cucinare con gli ingredienti prodotti dall’agriturismo di famiglia, in una forma di cucina rigenerativa che lo contraddistingue. Rigenerativo è appunto il mix tra terra, uomo e lavoro, nel rispetto reciproco di questi componenti e nel concetto di filiera circolare e costante.
Dopo un sontuoso aperitivo guidato dal Ruinart Brut Blanc de Blanc, ci si sposta per una degustazione tête-à-tête tra Dom Ruinart 2009 e il nuovissimo Dom Ruinart 2010 presentato per la prima volta anche nella nuova confezione eco sostenibile.
“Dom Ruinart 2010 segna una svolta nella storia della più antica Maison de Champagne, non solo per il differente processo di vinificazione, ma anche per il cambio packaging che diventa più minimale ed essenziale senza perdere prestigio. Per la prima volta, inoltre, seguendo le orme di second skin case (la confezione ecosostenibile presentata dalla Maison nel 2020 per Blanc de Blancs e Rosé), Maison Ruinart crea chalk wrap per la sua Cuvée de Prestige. Aboliti i coffret, il millesimato uscirà con una nuova confezione regalo che ricrea un blocco di gesso bianco rievocando le cave di gesso della Maison a Reims. Logo inciso in oro a caldo, scritta 1729 in rilievo in corrispondenza della chiusura per rafforzare il patrimonio storico della Maison. La nuova confezione è costituita al 100% da carta riciclabile, è 11 volte più leggera e consente una riduzione del 62% di carbonio rispetto alla precedente scatola definendo un nuovo stile di lusso consapevole”. Racconta Silvia Rossetto, Senior Brand Manager Ruinart.
A seguire i piatti a cura dello Chef Riccardo Gaspari, che sposa la stessa filosofia green della Maison Ruinart. Si parte con la Trota marinata e brodo affumicato abbinato al Dom Ruinart 2010, per seguire con il piatto vegetale a base di sedano rapa. A spezzare il tutto un Risotto mantecato con erbe aromatiche che chiude il pairing di Dom Ruinart 2010. Cervo, funghi, abete e sottobosco accompagnano il Dom Ruinart Rosè 2007, lo stesso Champagne che ha dato il tocco finale al Gelato di mais e brodo di liquirizia.
Insomma, una serata guidata da bellezza, bontà, magia e incanto.