Testo di Gloria Feurra
Foto Press Office Copenhagen Cooking & Food Festival
SAVE THE DATE, hanno annunciato ben compiaciuti. Avete ancora qualche giorno per anticipare il cambio stagione dell’armadio rispolverando la giacca a vento The North Face e rimbalzare nella città natale della New Nordic. Copenhagen, København per gli sfrontati pronunciatori nostrani. Il CC&FF, dal 18 al 27 di agosto, è – udite udite – la kermesse paradiso dei cibaioli del mondo intero.
Qualche dritta da chi c’è già passato, aka i must have del festival – che Gioia e Grazia ci fanno un baffo: sneakers, caricabatteria portatile smartphone, occhiali da sole e ombrello da sfoggiare ad intermittenza. Bene, ora scendiamo nei dettagli.
A parte che questa è la tredicesima edizione del festival, che rimbalza tra le mani di almeno due colossi organizzativi come Wonderful Copenhagen e F.O.O.D. e che loro sono bravi e belli o viceversa; a parte che per la prima volta, quest’anno, gli eventi non si spartiscono solo a macchia di leopardo per l’intera città ma trovano headquarter nel pulsante centro downtown di Israels Plads (magari vi dice qualcosa il mercato di Torvehallerne, mecca dei The Coffee Collective amateurs ma non solo) e a parte che… okay, i dettagli. Partiamo da una cosa facile: cosa fare.
Potreste scegliere di godere di una cena in cima all’iconica torre di controllo a Knippelsbro (state bene attenti che ne riparleremo a breve), oppure scegliere la direzione opposta verso The Cisterns, 10 metri sottoterra nell’idilliaco Søndermarken per un’esperienza letteralmente profonda tra arte e cucina giapponese. Nessuno vieta gitarelle fuoriporta. Avete voglia di incontrare il produttore da cui René si approvvigionava di carote? Sarà contento di accogliervi. Atro? Allora iniziamo facendovi rosicare a dirvi di quello che, ahivoi, già vi siete persi.
Il 18, ad esempio, c’è stato un barbecue party con cocineros quali: Morten Falk, la scommessa danese del Bocuse d’Or che, posseduto da un riff africano, ha proposto degli spiedini di agnello speziato con mais e burro di harissa, sgelando l’aria scandinava di almeno 5°C; il former sous chef del Noma e l’head chef del Taller Karlos Ponte, tanto giovane quanto nostalgico, che ha impacchettato dentro una foglia di banano il nasello e ha schiaffato sulla griglia pure l’amarillo, le patate, della yuca e mai sia che manchi la pannocchia – e mentre gioviali si sgranocchiava, il fischiettio di un motivo simil-yoropo cominciò a levarsi nell’aria… ; Henrik Jyrk, ovvero il BBQ king dell’intero regno della Danimarca, celebra a modo suo la monarchia: flatbread a leeentissima lievitazione con un cappello di fungo[1] affumicato in griglia, erbe aromatiche e – rullo di tamburi – spolverata di formiche dall’isola di Sylt. Non furono certo meno i botti per Thomas Laursen, il forager ufficiale di Geranium, Noma etceterà. È non a torto fierissimo del suo KICK-ASS KIMCHI esibito in barattoli formato famiglia, che accompagna con un maialino char sui style, una festa di coriandolo e di semi di sesamo piccanti pure loro. Jacobsen propone con larghezza una Nordic Jam fatta con orzo danese e norvegese e arricchita da mirtilli rossi svedesi. Vedi come ‘sti sorsi scandinavi stringano cordialmente la mano ai sapori dei quattro continenti.
E siccome il direttore dice chiaro e tondo che questo è il programma più internazionale di sempre, vi riassumiamo con una vertiginosa carrellata chi è passato e chi passerà al CC&FF:
Anna Sophie Pic (Maison Pic ***, Francia), Dominique Creen (Atelier Cren **, USA), Hideaki Sato (Ta Vie **, Hong Kong), Esben Holmboe Bang, (Maaemo ***, Norvegia), Danny Bowien (Mission Chinese Food, USA), Jock Zonfrillo (Orana, Australia), Sean Brock (McCrady’s e Husk, USA). Strizza quindi ancora l’occhio Mr. Stine Lock The President, sottolineando come questi top chefs siano là mica perché dopo il ferragosto l’agenda aveva un buco, molto più perché CPH rappresenta l’eldorado dell’innovazione, dello stupore e del confronto in cucina, o più generalmente attorno al cibo. E vuoi quindi che quelli che giocano in casa siano andati via? Rasmus Kofoed, Christian F. Puglisi, Adam Aamann, Claus Meyer e Matt Orlando (ma quanti ne stiamo scordando) sono tutti lì, maniche sollevate e mani in pasta.
No joke. Sono più di 100 eventi in meno di 10 giorni. Eventi validi, soprattutto.
Trovata la North Face?
[1] Lo ha detto e ripetuto come si chiamava quel fungo, il povero Henrik, spelling incluso. Niente. A metà strada tra porcino e cardoncello.