Testo e foto di Gabriele Stabile
Conosco Mr. Novacco (Christian, ndr) da tempo e l’ho visto animare le bevute di tanti amici del quartiere in cui sono cresciuto. Cook_inc. ne aveva accennato nel pezzo su Pro loco, ma Roberta Virgilio aveva monopolizzato la storia a colpi di brace ed eravamo rimasti con l’idea di fare un post, di raccontare una cosa nuova, appena se ne fosse offerto il destro. Sampietrini dinoccolati qui ce ne sono, ma Christian rimane una pietra miliare. Non mi stupisce che nel post pandemia sia andato a collaborare con uno degli establishments più consolidati del quartiere della capitale che chiamiamo Trastevere. Ci ho fatto due chiacchiere.
Checco er carettiere visto da te
Sono entrato da Checco er carettiere lentamente, in punta di piedi. Dopo la pandemia mi sono preso del tempo e ho avuto modo di pensare e accettare questa sfida. Aprire un cocktail bar dentro Checco er carettiere questo non per stravolgere, ma per arricchire e completare un’avventura, quella della famiglia Porcelli, iniziata tanti anni fa. Tra 14 anni questo ristorante avrà 100 anni, incredibile. Le nipoti di Checco, Stefania, Susy e Laura hanno un’energia incredibile, sono dedite e non si risparmiano mai, lavorano come se il nonno e il papà le stessero ancora guardando e i loro nipoti saranno la quarta generazione che porterà avanti questo lavoro appassionato. Migliaia di foto sono esposte, altre migliaia sono in cantina. Qui tutto è autentico e schietto, dalla cucina alle persone e ispira reverenza. Paragono Checco er carettiere ai caffè centenari di Lisbona o Cracovia o alcune antichissime brasserie di Parigi dove tutto, da ciò che mangi a ciò che bevi, dal servizio all’atmosfera sono senza tempo.
Checco è ancora rilevante a Trastevere?
Sì, oggi più che mai. I nostri clienti arrivano, oltre che da tutta Roma, da tutto il mondo e Checco er carettiere è un luogo cosmopolita per tradizione. In sala Augusto, Giovanni, Emidio, Domenico comunicano sapienza. Invece Viorica, Costinella, Andrea e Daniele si occupano della cucina e del take away, insieme a tanti nuovi giovani ragazzi.
Quali drink hai messo in carta e perché?
La prima drink list è stata facile, è stato come fare una festa. Era giugno, era estate, si usciva dalle restrizioni. Il menu era allegro e colorato, ho usato tanta frutta di qualità (Er cimotto è il negozio di ortofrutta di altissima qualità gestito da Michela, la figlia di Stefania) e tanto gelato, dato che il bar I dolci di Checco ne produce di buonissimo. Abbiamo avuto un’estate magnifica con tante soddisfazioni. Da poco ho definito la drink list invernale che in genere per me è sempre più complessa. D’estate i pasti sono freschi e leggeri, una serie continua di piccoli spuntini come aperitivi, in inverno invece guardo al focolare. L’autentica cucina romana è plebea, fatta di pochi passaggi, agreste. La cucina del quinto quarto, delle frattaglie e delle verdure dell’agro romano appena colte. Questo si trova da Checco er carettiere. Per cui ho pensato un Martini al caffè da abbinare alla Carbonara, un Haldee Pisco sour alla curcuma da abbinare alla Cacio e pepe, un Martini all’uva passa da abbinare al Baccalà in guazzetto, un drink alla rucola da abbinare ai carciofi, un Martini cocktail al pomodoro da abbinare ai funghi porcini e così via, altri drink per verdure, cicorie e carne grigliata. Questo va insieme a una splendida cantina di vini naturalmente.
Esiste un cocktail che ti rappresenta?
No, non esiste un cocktail che mi rappresenta di più di altri. Mi rappresenta un atteggiamento. Mi piace lavorare in sala come al bar, parlare con le persone, capire cosa vogliono per cercare di rendere queste esperienze necessarie e non casuali. Posso fare un esempio però. Alcuni affezionati ci hanno chiesto di bere uno Stinger, un drink classico fatto con brandy e menta. Da Checco er carettiere lo abbiamo reso più interessante aggiungendo la nocciola, l’acidità della mela cotogna, una infusione con pinoli tostati, un leggero profumo di agrumi ed erbe balsamiche. Lo abbiamo chiamato Viaggiatore, venite a provarlo!
I miei drink, qui da checco, celebrano sia la tradizione che il viaggio: il viaggio della famiglia Porcelli nel tempo, la memoria del gusto, l’internazionalità dei nostri clienti che arrivano da tutto il mondo.
L’Haldee (curcuma in india) Pisco sour si abbina alla favolosa Cacio e pepe di Checco er carettiere, con Pisco Taberenero (1897) mosto verde Italia (si chiama così perché viene distillato il mosto semi-fermentato delle uve Italia). Vegetale, agrumato, intenso, corposo e dal finale lungo; perfetto per il pecorino romano. Ecco la ricetta:
5 cl di Pisco Taberenero
2 cl di sciroppo di zucchero home made
1 cl di succo di lime
1 albume
4 gocce di angostura
Aggiungere 5 cubetti e ghiaccio e shakerare energicamente, filtrare e versare in coppetta . Nebulizzare l’estratto di curcuma di Sarandrea (Collepardo 1918), macinare del pepe di Sichuan, zest di lime.
Checco Er Carettiere
Via Benedetta, 10
00153 Roma (RM)
Tel: +39 06 5817018
www.checcoercarettiere.it