Intervista di Ilaria Mazzarella
Illustrazione di Gianluca Biscalchin
#chefquarantine è una rubrica pensata per regalare ai nostri lettori una pausa piacevole dalle brutte notizie che purtroppo ci coinvolgono da settimane. Abbiamo intervistato alcuni papà-e-mamme chef focalizzandoci sul lato positivo del loro nuovo, straordinario, quotidiano: il tempo recuperato con la famiglia, in particolare con i figli.
Stefano Baiocco (Grand Hotel a Villa Feltrinelli) con Camilla, 6 anni e Carlo, 3 anni
Come stai vivendo questo momento storico tra le mura di casa?
È una sensazione strana, a volte sembra surreale, anche se io la vivo in modo forse un po’ diverso rispetto alla maggior parte dei colleghi: in parte perché la struttura dove lavoro è stagionale (aperta da metà aprile a metà ottobre) ed eravamo ancora chiusi quando sono state varate le disposizioni; in parte perché nella zona dove lavoro (e vivo), non essendo in pieno centro a Milano, c’è un flusso di persone esiguo, la sensazione è meno palpabile. Credo che quando la situazione sarà rientrata e torneremo alla normalità ci sarà una sorta di reset che ci renderà un po’ più consapevoli e torneremo a dare valore alle cose più concrete.
È cambiato il rapporto con la tua casa ora che la stai vivendo quotidianamente?
Io a casa ci sto pochissimo per sei mesi, ma abito a cinque minuti a piedi dal lavoro, il che probabilmente è un lusso per qualsiasi professione. Per i restanti sei mesi, al di là di eventi e promozioni che mi portano fuori, sono molto più presente. La mia famiglia, durante la maggior parte dell’inverno, mi vede a partire dal tardo pomeriggio, quindi forse non hanno avuto uno scotto così importante.
Anche il rapporto di coppia ha subìto un cambiamento drastico: come avete riprogrammato la gestione del ménage familiare ora che siete presenti entrambi?
Realizzando un cartellone che abbiamo appeso al muro, con una programmazione giornaliera minuziosa: momento colazione, momento gioco con i genitori, momento gioco da soli, pranzo e così via. Questo ci aiuta molto anche nella gestione dei nostri spazi privati rispetto alle loro esigenze. Tra l’altro stiamo approfittando di questa quarantena per togliere il pannolino a Carlo, siamo appena al secondo giorno ed è dura. Mi sto accorgendo anche di quanto fate voi mamme e di quanto siete brave a riuscire a gestire tutto.
Come sei riuscito a spiegare cosa sta accadendo ai tuoi figli?
Gli abbiamo spiegato la situazione per come è: Camilla, che è molto sensibile, si è messa a fare la maestrina con il fratello: “Carlo, c’è il coronavirus, non possiamo uscire perché è pericoloso”. Per loro è una sorta di gioco, ma hanno captato che c’è qualcosa di strano perché chiaramente son costretti a restare a casa. Fortunatamente noi abbiamo un bello spazio fuori, se c’è bel tempo usciamo a lanciare sassi nel lago.
Come condividi con loro il tempo, cosa vi piace fare assieme?
Io non mi accorgo che le giornate non passano mai, ci arrivo sempre corto, i bimbi ti portano via un sacco di tempo. Se fa freddo o piove stiamo in casa: Camilla andrà in prima elementare e abbiamo comprato i libricini per introdurle il percorso scolastico. Mi piace disegnare ciò che i ragazzi poi colorano. E poi sono così recettivi che sto cercando di portarli nel mio mondo, con Jeeg Robot e tutte le sigle anni 80 (che già sanno a memoria!). Abbiamo anche cucinato: la pizza, il polpettone e tutto ciò che si deve impastare con le mani.
Cosa ti sei reso conto ti è mancato più di tutto di loro?
D’estate mi accorgo che ci son poco, ma recupero d’inverno. Non posso dire di essere un papà assente, quando mi metto nei panni di altri colleghi credo di essere più fortunato. Diciamo che il fatto di andare a cento e poi andare a zero è strano, ma cerco sempre di recuperare e godermi il tempo con loro.
Ti è capitato durante questo tempo a casa di scoprire qualcosa che non conoscevi o di riscoprire cose che avevi dimenticato?
Qualche sfaccettatura del loro lato caratteriale, soprattutto di Camilla che sta formando ora la sua personalità. Per esempio ho notato che è un po’ gelosa del fratello e non me ne ero mai accorto!
Qual è la prima cosa che farai quando la situazione sarà rientrata?
Probabilmente poter tornare a condurre la mia vita normale. Devo ammettere che lavorare mi manca! Questo mestiere, nonostante la fatica fisica e psicologica, non mi è mai pesato.
C’è qualche abitudine della tua vita familiare che, dopo questo evento, ti sei ripromesso di mantenere?
Non una cosa in particolare, se non più tempo possibile con la famiglia.