Intervista di Ilaria Mazzarella
Illustrazione di Gianluca Biscalchin
#chefquarantine è una rubrica pensata per regalare ai nostri lettori una pausa piacevole dalle brutte notizie che purtroppo ci coinvolgono da settimane. Abbiamo intervistato alcuni papà-e-mamme chef focalizzandoci sul lato positivo del loro nuovo, straordinario, quotidiano: il tempo recuperato con la famiglia, in particolare con i figli.
Iside De Cesare (La Parolina) con Azzurra 12 anni e Giacomo 9 anni
Come stai vivendo questo momento storico tra le mura di casa?
Probabilmente la parte più difficile è stata quella iniziale. Abbiamo dovuto prendere un po’ la mano con queste nuova routine, ma soprattutto siamo dovuti entrare nell’ottica che le cose possono cambiare improvvisamente dall’oggi al domani. Credo che avere dei figli aiuti a mantenere un certo equilibrio: ti permette di non vedere solo il lato più drammatico (che è quello più evidente), ma analizzare anche un altro punto di vista, il loro. E per loro è una festa! Non si va più a scuola, si può stare con mamma e papà tutto il tempo. Viviamo una doppia atmosfera: angoscia e preoccupazione da un lato, mentre dall’altro mi lascio coinvolgere dall’euforia dei mei figli. In questo momento possiamo solo aspettare. E mentre aspettiamo accadono anche delle cose bellissime; mio figlio l’altro giorno mi ha detto: “mamma, balliamo sul prato?” E abbiamo improvvisato un walzer tutto nostro.
È cambiato il rapporto con la tua casa ora che la stai vivendo più intensamente?
Io sono la peggior casalinga d’Italia! Sono stata catapultata in un mondo che non conosco, non mi è mai piaciuto cimentarmi con i lavori domestici. I miei figli lo sanno e mi hanno chiesto: “mamma visto che sei tu che fai le lavatrici adesso, non è che usciremo tutti coi vestiti rosa?” La cucina è l’unica parte in cui mi sento tranquilla, sia io che mio marito siamo cuochi. In fondo è anche divertente aver cambiato i ritmi casalinghi.
Anche il rapporto di coppia ha subìto un cambiamento drastico: come avete riprogrammato la gestione del ménage familiare ora che siete presenti entrambi?
Noi lavoriamo insieme da vent’anni, quindi il nostro viverci l’un l’altro è cambiato relativamente. Paghiamo un po’, come tutti, lo scotto di non avere spazi in cui avere un momento per stare con sé stessi, ma in fin dei conti abbiamo un grosso giardino. Diciamo che lo spazio, almeno quello, non manca!
Come sei riuscito a spiegare cosa sta accadendo a tuo figlio/i tuoi figli?
Devo ammettere che loro mi hanno fatto poche domande, hanno le idee abbastanza chiare rispetto a quanto sta accadendo. Azzurra dice che dobbiamo stare a casa perché altrimenti il virus si diffonde. Io cerco di essere tranquilla e non crearle pathos, ma lei ha pienamente intuito anche il concetto di quarantena. Giacomo anche ha intuito qualcosa, l’altra sera ha chiesto: “Mamma, abbiamo abbastanza da mangiare?” Sì Giacomo, stai tranquillo, abbiamo tutto. Azzurra ha risposto: “È la pazienza quella che ci manca. Sai, la società divide categoricamente bambini e adulti; io credo che bisogna parlare ai bambini come fossero adulti ma accettare la loro risposta da bambini. Mi piace trattarli da giovani adulti.
Come condividi con lui/loro il tempo, cosa vi piace fare assieme?
Un sacco di cose! Noi cuciniamo, recitiamo, vediamo film, ci trucchiamo fingendo di essere al centro benessere, la fantasia non ci manca. Giacomo ha detto: “Mamma, il bello di questa quarantena è che chi si vuole bene, ha tempo per dirselo, anche se è brutto non poter uscire”.
Cosa ti sei reso conto ti è mancato più di tutto di lui/loro?
Fondamentalmente io vivo poco di rimpianti, ho sempre potuto scegliere di lavorare e portare avanti dei progetti. In questo momento ci si ferma a fare qualche riflessione, come il fatto che lavorare serve a guadagnarsi del tempo libero che però paghiamo con la stessa moneta, ossia proprio il tempo.
Ti è capitato durante questo tempo a casa di scoprire qualcosa che non conoscevi o di riscoprire cose che avevi dimenticato?
Mi sto godendo i miei figli come mai prima d’ora, visto che non ho nulla di impellente da fare. E mi sono anche chiesta: ma perché corriamo così tanto? Sto realizzando che, mentre prima eravamo abituati a programmare a lunga gettata, ora dobbiamo cercare di essere pronti al cambiamento in qualsiasi momento, anche e soprattutto nelle scelte che faremo.
Qual è la prima cosa che farai quando la situazione sarà rientrata?
La prima cosa che vorrei fare è sicuramente tornare a Roma dove vive la mia famiglia di origine e le persone a cui sono più legata, mia mamma e le mie sorelle.
C’è qualche abitudine della tua vita familiare che, dopo questo evento, ti sei ripromesso di mantenere?
Più tempo per la mia famiglia. Penso all’abitudine di rispondere spesso, quando i miei figli mi chiedono qualcosa: “Aspetta un attimo, sto facendo una importante, più tardi magari”. Ecco questo vorrei provare a dirlo meno spesso, provare a dare maggiore priorità alle loro esigenze.