testo e foto di redazione
Ore 17 in punto, Via Giuseppe Verdi 5, San Piero in Bagno, pieno Appennino Tosco Romagnolo. C’è fermento in piazzetta: apre DaGorini. Il paese tutto si riunisce, si transenna la strada, tira aria di festa. Ci sono il prete, il sindaco, l’ex proprietaria della Locanda il Gambero Rosso ora Ristorante DaGorini, la musica live con un duetto di chitarre, i familiari, i fiori e i regali azzeccati ( tra cui un giradischi, Gianluca ama la musica). Ci sono i calici di bollicine, qualche stuzzichino e gli spaghetti aglio, olio e peperoncino in programma per quando si farà ora di cena. C’è anche la pioggerella ben augurante a benedire l’insegna e i primi ospiti all’arrivo, ma poi a festa avviata concede la grazia di fermarsi. Ci siamo anche noi di Cook_inc. a fare un grosso in bocca al lupo a Gianluca Gorini, nostro fedele lettore e di cui potete leggere sul suo percorso risfogliando i Cook_inc. numeri 9 e 10.
Del locale si è già scritto tanto e per evitare di ripeterci vi invitiamo a bazzicare qua e là nel web per trovare tutte le info del caso. Diciamo solo che si tratta di una trattoria moderna di provincia, a tu per tu con la realtà che la circonda per quel che riguarda l’approvvigionamento della materia prima e per la destinazione d’uso: DaGorini si rivolge soprattutto alla gente del suo luogo. Inoltre è a conduzione semi familiare: infatti da oggi (8 settembre, primo giorno di apertura ufficiale) sarà Sara, la moglie di Gianluca a occuparsi della sala insieme a Matteo Albanesi, che con un bel passato al Reale a Castel di Sangro con Niko Romito ha deciso di riavvicinarsi a casa (è originario di Cattolica). A lui il compito di pensare al vino, con un occhio di riguardo ai piccoli produttori, all’Emilia Romagna e all’Italia tutta.
Arriviamo in anticipo, Gianluca ci accoglie con un sorriso a 32 denti e con orgoglio e soddisfazione ci guida tra le sale del nuovo locale. Ci mostra la targa della vecchia Locanda del Gambero Rosso volutamente lasciata al suo posto per rimarcare il forte legame con la storia del posto che lo ospita, così come le altre piccole placchette che di tanto in tanto spuntano sui muri come tinello accanto ad una saletta quasi separata e mescita a fianco del bar all’ingresso.
Subito ci porta con lui in cucina, ci presenta i tre ragazzi giovanissimi che lo affiancheranno, già impegnati con le mani in pasta ad allestire gli assaggi. Uscendo si sofferma a mostrarci la sala. “Questa è la prospettiva del locale che preferisco”. Facile pensiamo noi, è quella a 360 gradi che lascia sfuggire soltanto qualche commensale. Mostra i tavoli in legno chiaro ancora spogli e ce li lascia immaginare. Semplici e puliti dice, apparecchiati dell’essenziale e dei piatti di ceramica dell’artista faentina Elvira Keller.
Giriamo a sinistra e Gianluca si illumina. Ci ha portati nella sala conviviale, quella con un tavolo rettangolare davvero grande e qualche oggetto decorativo della stessa artista dei piatti e al muro alcune opere di Fiorenza Pancino, conterranea. Tra queste Gorini trattiene lo sguardo su una, quella appesa alla parete di fronte ai nostri occhi, una serie di strumenti da cucina che Gianluca senza nascondere l’emozione ci spiega. “La cucina dell’anima”, questo il suo titolo, è stata ideata e realizzata su misura per lo chef da Fiorenza Pancino come regalo d’inaugurazione, un’opera d’arte è sempre un regalo unico e irripetibile che contiene in sé infiniti regali, come infinite sono le sensazioni che può suscitare in chi la osserva. Era stata concepita prima dell’incontro chef/artista: Fiorenza aveva già immaginato dei cucchiai per lui, d’altronde gli artisti lavorano per immagini, poi ha conosciuto Gianluca e l’idea s’è fatta scultura.
Una successione di cucchiaioni e simili dal significato profondo che rispecchia tutte le sfaccettature della cucina multipla di Gianluca. Un’opera armonica nel complesso ma fatta di parti molto diverse ben equilibrate. Ci sono i cucchiai scuri che rappresentano la sua parte oscura, non seria ma severa, rigorosa. Ci sono quelli coloratissimi che sono il suo essere bimbo, la sua voglia di giocare ai fornelli. Quelli rosa invece stanno per la sua parte femminile, perché per lui la cucina è donna. Spiccano poi dei cucchiai azzurri. Sono la scheggia impazzita della creatività che circola nella sua testa come una trottola e crea. L’estro, la follia sana che nell’arte è un ingrediente fondamentale. Infine se si guarda con attenzione si nota che tre cucchiai non brillano come gli altri, non sono smaltati. Quelli sono la sua parte fragile, di cui forse non è consapevole del tutto. Un altro ingrediente essenziale dell’arte: quello che accentua la sensibilità e l’attenzione. Davvero bella.
Iniziano ad arrivare tutti gli invitati e noi lasciamo Gianluca ai saluti e ai convenevoli mentre gironzoliamo tra la piccola cantina e la sala giochi dei bambini, che ha già visto arrivare i suoi primi ospiti. I nostri migliori auguri a Gianluca Gorini e alla sua Romagna in fiore.
DaGorini Ristorante
via G. Verdi, 5 – 47021
Bagno di Romagna loc. S. Piero (FC)
tel. 0543 1908056