Testo e foto di Gualtiero Spotti
Determinazione e forza di volontà, passione e tradizione, stagionalità e voglia di raccontare il territorio nel quale si è nati e cresciuti. Tutte queste caratteristiche sono spesso facili da trovare tra le pieghe della provincia italiana, nei racconti e nelle storie delle persone che si incontrano quasi quotidianamente, ma in una regione periferica e difficile come la Basilicata tutto quanto acquisisce un sapore diverso.
Certo per la difficoltà di farsi notare in un’area geografica che fa parlare di sé soprattutto per la città di Matera e i suoi Sassi, e diventa, per tutto il resto, una terra di passaggio a volte poco considerata. Invece proprio qui si scopre un’Italia diversa, contadina, rurale, un po’ misteriosa e profondamente legata alle tradizioni, a volte in maniera quasi viscerale. Una terra dove i cambiamenti non sono all’ordine del giorno, e si vive di consuetudini perpetuate nel tempo, di sagre paesane e di riti antichi difficili da scardinare, dove i giovani cercano, non appena possibile, di emigrare verso luoghi che offrono maggiori soddisfazioni economiche e, forse, lavori più remunerativi. Ma ci sono anche storie controcorrente che è bello scoprire. Lavello è un piccolo borgo che si incontra arrivando dalla Puglia ed è un punto di passaggio quasi obbligato per chi si muove da ovest a est, o viceversa, tra Napoli e Bari.
Qui, a pochi chilometri dalla grande fabbrica Fiat di Melfi, si trova il ristorante con orto e le suite che il giovane e intraprendente trentaduenne Savino di Noia gestisce ormai da qualche anno con il nome di Antica Cantina Forentum. La sua famiglia ha inaugurato il locale come semplice bar nel 1986 e poi, a partire dal 2000, è avvenuta la trasformazione in ristorante cui si sono aggiunte, negli ultimi anni, le camere per gli ospiti e una sempre maggiore attenzione verso il recupero del borgo antico di Lavello. Si perché il Forentum, scrigno di tradizioni culinarie lucane, da queste parti è ormai un’istituzione, con la cucina casalinga curata da Maria Lucia Vizzano, cui ora offrono un sostanziale supporto il figlio Savino, già studente dell’Alma, e la moglie Aurora Basso, che si occupa della sala. L’hotel invece è distribuito tra le viuzze del paese, perché negli anni il Forentum ha convertito i vecchi appartamenti dei palazzi vicini al ristorante in stanze da affittare e pronte per l’ospitalità, così ha preso il via il recupero di molti edifici del centro storico, per un’operazione lodevole che mira alla riqualificazione e al mantenimento della vecchia Lavello.
In attesa di conoscere i contenuti del futuro e nuovo bistrò che sarà aperto a breve, sempre per volontà del vulcanico Savino, vale la pena sedersi in una delle sale sotterranee del Forentum (il ristorante si sviluppa sotto terra in una antica grotta) e scoprire le delizie della cucina lucana. Come i Maccarunar du Munacidd, gli spaghettoni di pasta trafilata con zucca, mandorle, salsiccia e l’immancabile peperone crusco, deliziosamente accompagnato dall’Aglianico del Vulture di Elena Fucci. Chi poi vuole addentrarsi più a fondo nella scoperta dei produttori lucani di eccellenza, Savino diventa anche un ottimo compagno di viaggio, alla scoperta, ad esempio, del Canestrato e delle Mozzarelle di Bufala dell’Azienda Agricola Sabino, situata nel cuore delle dolci colline che circondano il paese di Venosa.
Antica Cantina Forentum
Piazza Plebiscito, 11
Lavello (Pz)
Tel. 0972.85147