Testo di Annalucia Galeone
Foto di Ryan Opaz
Amber Revolution, how the world learned to love orange wine di Simon J. Woolf, edito in Italia da Edizioni Ampelos, è un libro ricco di foto, ben scritto, coinvolgente e avvincente, si divorano con avidità una dopo l’altra le 308 pagine.
Gravner è stato considerato il miglior produttore di vino bianco in Italia fino alla rinascita stilistica del 1997. Riflessivo, colto e dal carattere a volte taciturno era ambizioso e desideroso di superare i propri limiti. L’idea del cambiamento prese piede dopo una chiacchierata con Attilio Scienza e i colleghi di Gino Veronelli, resosi conto che la chiave del successo era la semplicità e il ritorno alle radici della vinificazione abbandonò le moderne tecniche vendendo i costosi serbatoi in acciaio a temperatura controllata e le barrique francesi. I nuovi vini furono accolti con scetticismo e ostilità e lui fu considerato una stella in caduta libera. Sebbene l’Italia possa rivendicare il diritto di nascita dei moderni orange la normativa è rimasta ferma sulle sue posizioni ed esclude i vini bianchi macerati da quasi tutte le denominazioni Doc e Docg.
“Sono veramente felice che sia stato tradotto in italiano – scrive Woolf – perché nessun altro paese al mondo produce una così vasta gamma di orange wine. Anche se molti produttori italiani non concordano con l’attuale classificazione dei vini e sebbene leggi obsolete impongano loro di riportare la dicitura ‘vino bianco’ in etichetta, il Belpaese rimane un vero paradiso per gli appassionati di questi vini”. Il problema dell’orange wine consiste nel farsi accettare dai tradizionalisti più radicali ma anche nell’essere fonte di una crisi di identità costante: gli orange sono stati confusi con i vini bianchi convenzionali negli ambienti di vendita al dettaglio e nei ristoranti, altrove sono sinonimo di vini naturali.
Per la loro vivace acidità e il frutto ricordano spesso i vini bianchi, ma la consistenza e la struttura li avvicinano maggiormente ai rossi, questo li rende incredibilmente versatili quando si tratta di abbinamenti con il cibo. La temperatura ideale di servizio dipende molto dallo stile specifico del vino, che può andare dalla consistenza più leggera e morbida, a una struttura più ricca e tannica. Il gusto personale gioca un ruolo importante anche con i calici. I produttori friulani e sloveni, in particolare Gravner e Movia, hanno realizzato calici personalizzati.
Le cantine che in tutto il mondo producono orange wine sono ormai nell’ordine delle migliaia, anche se in alcuni casi si tratta di singole produzioni. Ampio e dettagliato ma migliorabile l’elenco consigliato di 180 produttori da venti diversi paesi. Buona lettura!
Edizioni Ampelos, pp. 308
Formato 17×24 copertina rigida a colori,
ISBN 978-88-31286-01-5
data di pubblicazione: giugno 2020
Prezzo di copertina € 30,00