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Notizia
Cambiamento sostenibile
Ritorna la Tempi di Recupero Week 2025
Una settimana per riflettere sul nostro rapporto con il cibo e l’ambiente
Testo di
Greta Contardo
Foto cortesia
Ritorna la Tempi di Recupero Week 2025
8 minuti

Dal 1° al 9 febbraio, la Tempi di Recupero Week invaderà le cucine con un’unica missione: dimostrare che il recupero non è solo un concetto, ma un’azione da praticare tutti i giorni, confermando il suo ruolo di catalizzatore per riflessioni e azioni concrete legate alla sostenibilità e al recupero. E no, non stiamo parlando di salvare le polpette avanzate del pranzo della domenica. Parliamo di pensare in grande, di fare del cibo un atto di responsabilità, ma senza troppi sermoni, perché ogni morso può fare la differenza. Durante questi nove giorni, chef, ristoratori, gelatieri e vignaioli da tutto il mondo si adopereranno per proporre un “menu del recupero” che parla non solo di cucinare, ma di pensare prima di cucinare e di prendere coscienza dell’impatto che abbiamo su ciò che ci circonda e trasformare ogni gesto in un atto consapevole. Ogni edizione della Tempi di Recupero Week è pensata per coinvolgere non solo i professionisti del settore, ma anche i consumatori, invitandoli a riflettere su come le loro abitudini alimentari possano contribuire a un cambiamento sostenibile. È un momento di confronto e riflessione su come la nostra relazione con il cibo e l’ambiente possa evolvere in modo più consapevole. Per farlo, questa settimana non si ferma ai piatti, ma si allarga a progetti concreti che abbiano un impatto tangibile. Parte dei proventi andranno infatti a sostegno di due iniziative di grande valore: la Fondazione Oltre Il Labirinto, che lavora per garantire inclusione e supporto a giovani con autismo, e Prati Stabili e Pascoli di Slow Food, un progetto che punta a rigenerare i territori e preservare la biodiversità. Sì, questa settimana fa davvero la differenza, e non solo a tavola.

Abbiamo fatto qualche domanda a Carlo Catani, anima e corpo dietro all’Associazione Tempi di Recupero, per capire qualcosa di più di questa manifestazione che vuole ispirare e mettere in pratica ciò su cui tanto spesso restiamo solo a riflettere. Un’idea che può trasformarsi in un movimento collettivo in grado di cambiare abitudini, atteggiamenti e prospettive.

1. Come si è evoluta l’associazione negli anni e quali sono stati gli obiettivi di recupero?
Carlo: Il progetto è nato nel 2013 come una serie di cene dedicate al concetto di recupero, ispirate a temi come gli avanzi, il quinto quarto, la tradizione gastronomica e la memoria culturale. L’obiettivo iniziale era quello di sensibilizzare le persone sull’importanza di riutilizzare gli scarti, non solo a livello culinario, ma anche come un modo per preservare la tradizione e la cultura gastronomica locale. Successivamente, nel periodo pre-pandemia, abbiamo fondato l’associazione, spinti dalla crescente domanda di organizzare eventi in diverse città italiane come Milano e Palermo, che si focalizzassero sull’uso consapevole delle risorse. Con l’arrivo del Covid, però, la situazione è cambiata drasticamente. La pandemia ha obbligato a ripensare le modalità di partecipazione e gli obiettivi del nostro progetto. Ci siamo trasformati da un’iniziativa locale a una vera e propria rete di professionisti, impegnata a promuovere un recupero più ampio, che non si limita al cibo, ma si estende al paesaggio, al territorio e alle persone. Questo ci ha portato a sviluppare una visione più inclusiva e integrata del recupero, che va oltre l’aspetto alimentare, cercando di creare una sinergia tra ambiente, cultura e socialità. Oggi, l’associazione è una rete che promuove un approccio sostenibile e innovativo al recupero, lavorando in vari settori, dalla cucina al recupero delle tradizioni, dal recupero ambientale all’impegno verso le comunità locali.

2. Tempi di Recupero Week: quando è nata e come
Carlo: “Tempi di Recupero Week” è nato nel 2019, poco prima della fondazione ufficiale dell’associazione. L’idea iniziale era quella di creare un evento che potesse coinvolgere tutte le persone interessate al tema del recupero, permettendo loro di partecipare attivamente, sia fisicamente che virtualmente, e raccontando le proprie esperienze e pratiche di recupero. Il nostro obiettivo era quello di creare una piattaforma di scambio e riflessione, in grado di unire realtà diverse, dalla ristorazione alle comunità locali, dalle istituzioni alle persone comuni. Durante il periodo di pandemia, ci siamo dovuti adattare rapidamente e abbiamo introdotto delle edizioni “Home Edition” e delivery, cercando di mantenere vivo l’interesse nonostante le difficoltà legate alle restrizioni sanitarie. Il “Week” è diventato così una modalità flessibile di partecipazione, che ha visto un forte coinvolgimento da parte di chef, artigiani, vignaioli e cittadini che, pur non potendo partecipare fisicamente, hanno potuto condividere il loro approccio al recupero tramite contenuti online e attività a distanza. Nel 2019, abbiamo raggiunto il record di partecipazione con 180 adesioni, di cui 40 provenienti da altre nazioni. Questo ha dimostrato che il nostro messaggio ha una risonanza internazionale. Negli anni successivi, purtroppo, la partecipazione si è ridotta, ma abbiamo cercato di mantenere un alto livello di coinvolgimento, avvicinandoci nuovamente ai numeri del 2019. Quest’anno speriamo di riuscire a ripetere quel successo, con la speranza di attrarre più persone e ampliare ulteriormente il nostro messaggio.

3. Rispetto alle edizioni precedenti, quali novità sono previste quest’anno?
Carlo: Quest’anno ci sono diverse novità entusiasmanti che riguardano sia l’aspetto organizzativo che quello dei contenuti. La più significativa è la premiazione di un nostro progetto nell’ambito del programma europeo Life, un riconoscimento che celebra l’attenzione al recupero all’interno dei ristoranti e tra gli chef. Questo premio non solo è una grande soddisfazione per noi, ma ci permette anche di ottenere più risorse e visibilità per continuare a promuovere il nostro lavoro e le nostre idee. Grazie a questo riconoscimento, avremo la possibilità di fornire più materiali informativi e di raccontare il progetto in modo ancora più completo. Inoltre, ci concentreremo ancora di più sull’utilizzo della nostra rete, che è sempre stata uno degli asset principali di “Tempi di Recupero”, cercando di dare spazio agli “artigiani del recupero” e ai “vignaioli del recupero”, coloro che lavorano nel campo del recupero delle tradizioni agricole e gastronomiche. Le novità riguardano anche l’idea di dare ancora più spazio alla partecipazione internazionale, cercando di sviluppare collaborazioni e scambi con realtà di altri paesi, così da continuare a creare una rete globale di persone e realtà che sostengano i valori del recupero e della sostenibilità.

4. Puoi condividere qualche aneddoto significativo delle edizioni passate?
Carlo: Le edizioni passate di “Tempi di Recupero Week” ci hanno regalato momenti indimenticabili. Uno degli aneddoti più significativi è stato sicuramente il menù delivery realizzato con sette chef stellati Michelin, ognuno dei quali ha creato un piatto di recupero. È stata un’esperienza incredibile vedere come dei grandi chef abbiano reinterpretato il concetto di recupero, dimostrando che anche i piatti più raffinati possono nascere dalla valorizzazione di ingredienti meno noti o considerati “scarti”. Abbiamo preparato 100 kit limitati, accompagnati da video in cui gli chef spiegavano come rigenerare i piatti e dove ogni piatto veniva abbinato a un vino scelto da vignaioli che raccontavano la loro esperienza. Un’altra esperienza straordinaria è stata la partecipazione a eventi in città europee come Copenaghen e Barcellona. In queste occasioni, abbiamo avuto l’opportunità di raccontare il nostro lavoro e di coinvolgere realtà locali che, come noi, sono impegnate nel recupero delle tradizioni e nella sostenibilità. Inoltre, uno dei progetti che ci ha toccato di più è stato quello che ha visto la Fondazione “Oltre il Labirinto” selezionare un nostro progetto legato al recupero del territorio e delle tradizioni locali, una tematica che sentiamo particolarmente vicina e che ci permette di promuovere un recupero che coinvolge la comunità locale e le sue memorie.

5. Sono due i progetti a cui verrà devoluta una parte dei ricavati, Fondazione Oltre Il Labirinto e Parti Stabili e Pascoli. Come sono stati scelti? Raccontaci di più.
Carlo: La selezione dei progetti è stata una scelta importante e accurata. Abbiamo proposto sei progetti al nostro Consiglio direttivo, tutti legati a tematiche di cibo e sociale, ma con un forte focus sulla sostenibilità e il recupero. La Fondazione “Oltre il Labirinto” è stata scelta perché rappresenta perfettamente i valori che vogliamo promuovere: un impegno attivo nel recupero delle tradizioni locali e nel recupero del territorio. Abbiamo conosciuto la Comunità di Livinallongo, un gruppo che si occupa di mantenere vive le tradizioni montane e di promuovere un’agricoltura sostenibile. Abbiamo collaborato con Slow Food per valutare come questo progetto potesse allinearsi con i nostri principi di recupero, di rispetto per il paesaggio e di valorizzazione delle risorse locali. Parti Stabili e Pascoli è stato scelto per il suo lavoro innovativo nel recupero di terreni agricoli e nella valorizzazione delle risorse naturali in modo sostenibile.

6. Quali saranno le nuove sfide da affrontare nel futuro di Tempi di Recupero?
Carlo: Le sfide future per “Tempi di Recupero” saranno molteplici. Innanzitutto, vogliamo consolidare ulteriormente la nostra rete, creando una comunità ancora più coesa di professionisti, appassionati e cittadini impegnati nel recupero. È fondamentale continuare a sensibilizzare le persone, ma anche a dare loro gli strumenti e le risorse per fare la differenza nella vita quotidiana. La nostra missione non è solo quella di organizzare eventi, ma di costruire una rete che diventi un punto di riferimento per chi vuole impegnarsi attivamente nel recupero, sia in ambito culinario che sociale. Una delle sfide più grandi sarà anche quella di espandere la nostra influenza, cercando di coinvolgere sempre più realtà internazionali, affinché il nostro lavoro possa avere un impatto globale. Vogliamo continuare a raccontare la storia del recupero, ma anche a trovare soluzioni concrete per affrontare le sfide ambientali e sociali che ci attendono.

La Tempi di Recupero Week 2025 è un’occasione per partecipare a una riflessione globale, da condividere a tavola con chi vuole abbracciare un cambiamento consapevole. Tutte le informazioni si trovano qui: https://www.tempidirecupero.it/eventi/tempi-di-recupero-week-2025/


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