“Sai che c’è, che qui si vive bene”.
Nicola lo dice dopo un’ora di conversazione densa, fatta di spigoli e di carezze, di entusiasmi e (soprattutto) di fatiche. Lo dice con una naturalezza disarmante, come chi non ha bisogno di convincere nessuno. In fondo, chi vuoi che venga qui a cercare qualcosa? Qui, dove i treni non si fermano – anzi proprio non arrivano – qui, nel cuore agricolo del Molise, si vive bene. Non è un’illusione romantica, è una consapevolezza. Nel 2025, dichiarare che si vive bene in un’area interna italiana assomiglia più a un atto politico, esistenziale e in controtendenza che a una constatazione. È una scelta parecchio coraggiosa. Ed è anche la scintilla da cui la Società Agricola Alba ha costruito tutto: una realtà agricola visionaria, un laboratorio di ruralità contemporanea, un’identità collettiva fatta di terra e di territorio, di latte e di animali, di orti, di boschi, di ulivi, di multifunzionalità e di multitasking.


Siamo nel cuore del Molise, dicevamo, in Contrada Santa Lucia, a 750 metri sul livello del mare, tra Campolieto e San Giovanni in Galdo, a una ventina di minuti di auto da CB (il capoluogo Campobasso nel gergo locale). “Ma il Molise è in Austria?” qualcuno ha chiesto a una fiera a Merano. “Ah, ma davvero è in Italia?”, hanno continuato. “Ma cos’è il Molise?” sono tutte domande vere, spontanee. Perché il Molise è quel luogo che non esiste. Che su Instagram spopola come buco nero da qualche parte tra l’Abruzzo e la Puglia, con carrellate di meme e di prese in giro senza capo ne coda. C’è persino una pagina Facebook che si chiama Molisn’t – io non credo nell’esistenza del Molise e vanta 63K di seguaci e innumerevoli post e gadget a tema. È l’ultima regione italiana a esser stata istituita, vero, ma ciò non giustifica questa percezione estranea di “regione barzelletta”. Il fatto è che nell’immaginario comune il Molise non è altro che un ibrido di poco conto tra il Lazio, la Campania, la Puglia e l’Abruzzo, che sono sì i suoi confini; eppure, c’entrano davvero poco con quello che sta dentro a quei confini. Che è di una ricchezza disarmante, ingiustamente sottovalutato e, ancora tutto da conoscere. Anche e forse soprattutto dal punto di vista gastronomico, perché la cucina molisana non ha niente a che vedere con quella di altre regioni italiane.

Con la sua invisibilità geografica e culturale, il Molise è il luogo perfetto per pensare il futuro agricolo.
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