Testo e foto di Amelia De Francesco
Sul Carso
Il Carso è terra aspra, difficile. Ma è altresì terra di vini che ci incantano, con la loro rocciosità e ruvidezza, vini che raccontano di giornate ventose ed escursioni termiche, di vigne che affondano le radici per restar salde e di calcare e grotte profonde. Ci troviamo da Sandi Skerk, in Località Prepotto, muretti a secco dietro ogni angolo e osmize aperte da cui ci giungono voci allegre anche se siamo solo di primo pomeriggio. Eccoci, dunque, ad assaggiar vini nati fra Bora e roccia carsica e grazie alla volontà ostinata di alcuni produttori di trarne un vino autentico, che parli la loro lingua.
L’azienda si sviluppa su 7 ettari frazionati in 18 particelle e se si allunga lo sguardo sulla piega che il terreno fa dolcemente verso il mare del Golfo di Duino e si ripensa alla storia del luogo, se ne capisce chiaramente il motivo: una tradizione di mezzadria e di piccoli appezzamenti che ha condizionato lo sviluppo delle aziende agricole della zona. Una gran fatica, quando si tratta di vendemmiare, ma una ricchezza inaudita se si pensa alla varietà di microclimi ed esposizioni di cui godono le vigne degli Skerk.
In vigna
Le uve delle vigne di Malvasia, Vitovska e Terrano, oltre a quelle di Glera piantate più recentemente, deliziosamente inerbite (dato che è stagione), vengono raccolte a mano in una decina di giorni tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, con la chiusura tradizionale entro e non oltre San Luca, il 18 ottobre. La classica forma di allevamento carsico per la vite era la pergola, comoda per la manutenzione delle piante, ma Sandi preferisce l’alberello con potatura corta, con 3 speroni che consentono una crescita uniforme e ottimale per Vitovska e Terrano. La famiglia Skerk è lì da generazioni, l’azienda tirata su dal nonno di Sandi prevedeva anche l’allevamento di animali e la specializzazione vinicola è iniziata una trentina di anni fa. Le prime bottiglie, che hanno man mano sostituito la vendita del vino sfuso, risalgono all”87 e adesso tutto il vino prodotto finisce in bottiglia tranne la quantità dedicata alla mescita durante il tempo dell’osmiza (nda: la prossima apertura è prevista per Pasqua!)
In cantina
La mia parte preferita, sia chiaro.
Procediamo all’assaggio dalle botti, concentrandoci quindi sull’annata 2015. Per tutti i vini, 10 giorni di macerazione sulle bucce, non c’è fretta qui, le cose fatte per bene hanno i loro tempi. E con mano leggera: non berremo orange wine da Sandi.
La Vitovska 2015, il vitigno autoctono per eccellenza, sa di susina fresca, di giornata di primavera, ti viene voglia di berla d’un fiato con accanto un buon piatto.
La Malvasia 2015 è pura roccia carsica, nitida, pulita, sapida, una sferzata di vento e mare.
L’Ograde 2015 (“ograda” vuol dire particella di terreno con muretto a secco) è un blend di Malvasia, Vitovska, Pinot grigio e Sauvignon in parti pressoché uguali. Un territorio racchiuso in un vino elegante, rotondo, che è impossibile non riconoscere. Agrumi, note di delicata speziatura e fiori e ancora roccia.
È infine la volta del Terrano. E qui, mentre cerchiamo di capire dove arriverà quel vino, ad oggi ancora pungente e diretto ma foriero di sorprese (e lo intuiamo, conoscendo il risultato in bottiglia di altre annate), parte la discussione sull’origine del vitigno e sui vicini sloveni, i loro vini, le prospettive per il vitigno.
Riemergiamo dal ventre della terra per l’ultimo, clamoroso bicchiere, goduto all’aria aperta, vista mare: una novità che Sandi spera di far uscire, dopo anni di esperimenti, nel 2018. Si tratta di Glera spumantizzata con metodo classico, un vino ancora senza nome ma di cui sentirete parlare, ne siamo certi. Rifermentato in bottiglia con il mosto dell’anno successivo, è frutto di un vitigno dagli acini più piccoli e con la buccia assai spessa: una Glera cresciuta su terra gialla, resistente al vento e alla landa carsica e perfetta per la macerazione.
All’assaggio il 2014 è agrume, preciso, asciutto, con bolla fine e non molto persistente. Il 2015, invece, è un campo di camomilla, fiori bianchi, più equilibrato. L’ultimo tentativo in ordine cronologico e Sandi ne è soddisfatto. In tutto saranno 1000 bottiglie, anzi, 999 dato che, per inciso, il bicchiere non è bastato e una l’abbiamo bevuta noi…
Il Carso è terra aspra e difficile, è vero. Ma imparate a conoscerla e vi ci attaccherete con la stessa tenacia delle viti.
AZIENDA AGRICOLA SKERK
Loc. Prepotto, 20 ·•· 34011 Duino Aurisina (TS)