La sfida dell’hotellerie di lusso funziona un po’ come la ristorazione fine dining, ovvero ne si conoscono gli elementi fondamentali, ma la ricetta vincente è ogni volta una combinazione di fattori non sempre prevedibili. Fatto salvo che ci deve essere una struttura, un luogo capace di rispondere a determinati standard di servizi, spazi, tipologia di camere e metrature, buona parte dei restanti elementi riguarda una gestione oculata e solida, una presenza umana preparata e appassionata e, come sempre, un pizzico di fortuna.
È ancora presto per tirare le fila di un’apertura come quella del Boutique Hotel Stresa ma, quantomeno dopo la nostra prima visita a un anno dall’apertura, possiamo dire che il binario di percorrenza e la direzione siano quelli giusti. Siamo sul Lago Maggiore, a circa un’ora e mezza da Milano, un luogo in parte caratterizzato da un turismo di mezza età, con poche presenze di spicco nell’ambito della ristorazione d’autore, ma numerosi luoghi d’attrazione per visite culturali, naturalistiche e sportive. Nonostante i dati di affluenza dimostrino un trend in crescita di visitatori e spesa pro-capite negli ultimi anni, la vacanza lacustre non è riuscita ancora a fare breccia nelle nuove generazioni. Spesso è proprio un problema di offerta, di tipologia di strutture, di qualità complessiva della proposta verso il cliente, di gusto, di stile.

“Stresa è un territorio vergine per il concept che stiamo cercando di portare avanti e questo da un lato di aiuta ad essere facilmente riconoscibili e in qualche modo attori unici in questa categoria. Allo stesso tempo, è difficile persuadere le persone a recarsi qui anche solo per una visita di giornata, per un weekend, per una cena gourmet” racconta Stefano Gaiofatto, giovanissimo direttore della struttura. Il terreno su cui sorge il Boutique Hotel apparteneva un tempo a importanti commercianti di tabacco i quali, verso la fine del Settecento, fecero edificare Villa Bolongaro, l’attuale edificio ospitante la struttura. Dal 1827 al 1828, Anna Maria Bolongaro accoglie in villa il noto sacerdote Antonio Rosmini. I due sviluppano una profonda amicizia e un legame duraturo nel tempo, tanto che alla morte della donna, Rosmini ereditò case e terreni. Dopo di lui la villa venne acquistata da Elisabetta di Sassonia Duchessa di Genova e successivamente passò di proprietà alla famiglia Mellerio, famosi orefici della corte francese. Dal 1940 la villa ha ripreso a essere una dimora vocata all’ospitalità e all’accoglienza, prima grazie alla famiglia Ostini – che si fece carico di un grosso restauro iniziale – e oggi per mano di Svetlana Fisun, attuale proprietaria.
Dopo un restauro durato tre anni e una completa riorganizzazione degli spazi, il Boutique Hotel Stresa ha finalmente aperto le porte nel 2024. “Volevo lasciare intatta l’anima dell’edificio originario, nel rispetto del contesto storico che l’ha visto nascere, ma al contempo ho voluto dare nuova energia e slancio al territorio, che ho trasmesso nei dettagli – afferma la Fisun. “È stato amore a prima vista, la sensazione di pace e privacy, il silenzio, la bellezza e l’armonia della natura, l’intensità̀ delle tonalità̀ di blu e di verde, che richiamano i mie paesaggi natii in Kazakistan, mi hanno conquistato al punto da volerne fare la nostra nuova casa” prosegue. Primo affiliato a Preferrred Hotels and Resorts sul Lago Maggiore, l’hotel conta 28 suite, tutte dai quaranta metri quadri a salire, due outlet di ristorazione e una terrazza con vista aperta tutto il giorno, una piccola palestra e una SPA riservata agli ospiti. Il design è moderno e minimale, con dettagli ricorrenti a livello cromatico e di finitura tra gli spazi comuni e le camere.

Il fiore all’occhiello della struttura è senza ombra di dubbio la proposta gastronomica, affidata a Salvatore Pacifico il quale, dopo un inverno trascorso a prendere confidenza con il luogo, ora scalpita per mettere a terra novità, nuovi piatti, menu in pairing e far parlare di sé. Lo chef ha conquistato una stella Michelin durante il suo passaggio al Faro di Capo d’Orso, insieme ad Andrea Aprea, e ora è pronto per questa nuova sfida. La cucina del ristorante LeBolle racconta l’Italia e il Mediterraneo, cercando di dialogare con il territorio che la ospita e proponendo i giusti appigli alla tradizione mediterranea così come ricette più personali e attuali. Per il pranzo, la terrazza all’ultimo piano della villa è come la prua di una nave, quasi a picco sul lago e con una ricca proposta anche per un aperitivo. Un nuovo forno per la pizza è stato recentemente installato nelle cucine e in vista dell’estate dovrebbe poter essere già attiva la nuova proposta di pizze a lunga lievitazione. Lo staff è molto giovane, con figure di esperienza nei ruoli di responsabilità, ma nel complesso una vera e propria scommessa sulle nuove generazioni (il che giustifica la sensazione per la quale alcuni aspetti e dettagli di servizi risultino ancora da smussare).
Il Boutique Hotel Stresa è un hotel che conosce le sue possibilità, una direzione ambiziosa senza essere visionaria, e un territorio che merita tutta l’attenzione che ancora non gli abbiamo concesso.