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grande champagne
Brilla di luce propria La Grande Dame 2018 di Veuve Clicquot
Un tributo a Madame Clicquot e a tutte le donne di carattere. Un’immersione in un mondo solare, allegro e vibrante
testo di
Isabelle Grabau
Foto cortesia
Brilla di luce propria La Grande Dame 2018 di Veuve Clicquot
6 minuti

Tra Siena e Firenze, nella lussuosa cornice del Castello di Casole, A Belmond Hotel, Tuscany, si è tenuto il pranzo di presentazione della storica cuvée – La Grande Dame di Veuve Clicquot – nella versione 2018. È il Pinot Noir a dominare questo vino: “Le nostre uve nere donano i più raffinati vini bianchi”, scriveva Madame Clicquot nel 1825. E proprio questo vitigno, il suo preferito, ancora oggi firma in modo nitido l’identità della Maison che ha sempre fatto dell’energia e dell’eleganza i suoi tratti distintivi.

La Grande Dame viene prodotta solo nelle annate eccezionali, quando le uve raggiungono una qualità estrema. Il primo millesimo risale al 1962, commercializzato nel 1972 per celebrare il bicentenario della Maison. Il 2018 è il 25° millesimato di questa straordinaria cuvée che rende omaggio a Madame Clicquot – soprannominata La Grande Dame de la Champagne – e ne incarna lo spirito visionario, innovativo e raffinato. Madame Clicquot, si sa, fu una pioniera; intuì il potenziale del Pinot Noir e ne fece la spina dorsale dello stile Veuve Clicquot. Oggi, lo chef de caves della Maison, Didier Mariotti, raccoglie e interpreta questa eredità.

Il Pinot Noir rimane protagonista, con espressioni sempre più fini, fresche, pulite, e lontane dai toni surmaturi.

La cuvée 2018 è composta al 90% da Pinot Noir e al 10% da Chardonnay. L’invecchiamento rivela le sfumature più eleganti del vitigno a bacca nera, regalando una texture cremosa, burrosa, setosa. Un equilibrio raro, frutto di un savoir-faire artigianale e di una visione enologica solida e al tempo stesso poetica. E di poesia ne abbiamo respirata tanta, seduti intorno a una tavolata bellissima al Castello di Casole. Un racconto per immagini, colori, suggestioni e sapori che ha visto, insieme – seduti alla stessa tavola – la stampa e i giornalisti, ma anche i manager dei reparti produzione e di marketing della Maison: una sinergia autentica tra cuore, tecnica e visione per raccontare la storia di questa maestosa bolla.

Ospite d’onore Gaëlle Goossens, figura elegante, tecnica e appassionata, entrata in Veuve Clicquot nel 2016 all’interno del team dedicato a sviluppo, innovazione e comunicazione enologica. Dal 2019 si occupa della qualità dei vini e dal 2023 guida anche dell’ufficio di comunicazione enologica. Durante l’evento ha raccontato con grazia la filosofia dietro La Grande Dame 2018. “È un Pinot Noir fine e preciso, con una freschezza che abbiamo ricercato selezionando terroir esposti a nord, piuttosto che a sud-est. Volevamo vini delicati, eleganti, con profumi di frutti bianchi, capaci di restare leggeri ma profondi. Il nostro riferimento è spesso la Borgogna: guardiamo lì quando pensiamo all’equilibrio perfetto”.

Le ho chiesto quali siano oggi le attività principali che segue nel suo ruolo e quali i progetti futuri.

“Il mio lavoro è molto ampio. Coordino il dipartimento di sviluppo enologico e ricerca, dove ci stiamo concentrando molto sull’adattamento delle nostre pratiche alla luce del cambiamento climatico. Vogliamo mantenere lo stile delle nostre cuvée, anche in condizioni che cambiano rapidamente. Inoltre, seguo il reparto qualità: è un ambito cruciale, che include anche le certificazioni e il miglioramento continuo degli standard. L’ufficio di comunicazione enologica che dirigo è composto da quattro enologi: formiamo i team di marketing e il trade. In Veuve Clicquot crediamo che siano i tecnici a dover parlare direttamente con i clienti e con chi vende i nostri vini, perché c’è bisogno di autenticità e coerenza. È un aspetto che incide moltissimo anche su come pensiamo e creiamo le nostre cuvée”.

Parlando dell’Italia, chiedo quali prodotti o annate riscontrino più successo qui.

“L’Italia è un mercato maturo, con un’altissima cultura del vino e una sensibilità internazionale. Le cuvée di prestigio sono perfette per esprimere la nostra filosofia con un pubblico così consapevole ed esigente”.

Non poteva mancare una domanda più personale: giovane (classe ‘84), elegante, competente, e anche mamma, potrebbe rappresentare un esempio per tante ragazze che sognano di lavorare nel vino e di intraprendere una carriera importante. Cosa direbbe a chi vuole seguire questo percorso?

“Direi di non pensarsi come ‘una donna enologa’. Ma come un’enologa. Punto. L’importante è avere passione, il resto verrà”.

La Garden Gastronomy e l’interpretazione di Daniele Sera

Nel 2021è nato Garden Gastronomy by Veuve Clicquot, un concetto di gastronomia d’autore elaborato attorno a La Grande Dame. Un programma internazionale che lega a doppio filo il vino e il territorio, la natura e la cantina, la gastronomia d’autore e la Cuvée de Prestige La Grande Dame. Garden Gastronomy by Veuve Clicquot rinnova il paradigma che ne ha motivato la nascita, ossia mettere al centro della cucina il mondo vegetale.

Daniele Sera, executive chef del Castello di Casole, ha firmato un menu ispirato alla visione gastronomica di Veuve Clicquot in cui, come l’uva, anche le verdure provengono da terroir eccezionali. Attento alla stagionalità e alla sostenibilità, lo chef punta a un’autonomia produttiva nel massimo rispetto delle materie prime. Gli Orti del Castello danno vita al concept “dall’orto alla tavola”, unendo natura, gastronomia e ospitalità in oltre un ettaro di terreno biologico, all’interno della tenuta di 1.300 ettari con coltivazione stagionale di oltre cento varietà tra ortaggi, frutti, erbe aromatiche e fiori eduli, un viaggio sensoriale che celebra la natura

Nel bicchiere, la Grande Dame 2018 profuma di lime, yuzu, caprifoglio, mela, pera, zenzero, fave di Tonka, sapidità e mineralità. Una palette aromatica solare, luminosa, intensa, esaltata da una cucina che ha saputo rispettarne l’anima, interpretando l’idea della maison di giocare con i colori, quindi di ripercorrere un susseguirsi pensato di cromie, partendo dal nero arrivando al giallo.

Il percorso sensoriale e cromatico: Tartare di gamberi marinati con erbe dell’orto su velo di seppia e caviale, Morone tonnato con salsa cremosa e insalatina di acetosa e capperi, Raviolo alle verdure, curcuma e salsa al limone, Risotto allo zafferano e zucchine romanesche, omaggio al territorio, “Mescolanza dell’orto” in foglie e ortaggi, in un taco croccante con oltre 30 varietà coltivate nella tenuta.

Gran finale, una sorpresa che ha emozionato tutti: La Grande Dame 1990, servita in magnum. Una cuvée disponibile solo in grandi formati, sboccata dopo 2-4 anni e conservata per decenni con cura. Nel calice: moka, spezie, tè nero. Un’eleganza che non conosce tempo.

Una sola cuvée, mille sfumature.


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