“Hey Jude? Dove sei? Non riesco a localizzare la Hong Kong Avenue… “
Jude Blangit arriva sereno qualche secondo dopo. Al volante della sua berlina, in una T-shirt che scolpisce i pettorali in dilatazione massimale, sembra una sfida patentata al freddo glaciale che ti trafigge appena messo un piede fuori dagli arrivi dell’aeroporto internazionale di Manchester.
“Lascia perdere! – fa lui – non è l’applicazione di Uber che sballa. Il nostro punto d’incontro nuovo di zecca sarebbe proprio dietro il Kiss and Fly ma, seppur previsto da tempo, l’amministrazione comunale, o non so chi per lei, non ha ancora finito di costruirlo. Mi scuso io per i nostri politici. È la prima volta che vieni a Manchester?”.
E vai che Jude prende la tangenziale all’uscita dell’aeroporto, lasciando poi la strada provinciale per altre carreggiate (“c’è il traffico del sottozero alle dieci del mattino, quando tutti prendono la macchina”) mentre a getto continuo, spiegandosi, fa le presentazioni…
“Come si chiama il posto dove andiamo a Stockport? Mai sentito parlare. Ma davvero è un ristorante? Eppure, per anni pure io ne ho fatto parte. Quando vivevo a Londra di mestiere facevo proprio il cuoco. Allora mi dicevo che a Manchester non sarei mai rientrato. Ma vivere a Londra è diventato impossibile. E nel frattempo Manchester è cambiata un sacco. Seppur mai nominata capitale culturale, oggi lo è di fatto. Ed economicamente pure di più. Di tutto il Regno Unito, è attualmente la città col più alto tasso di progetti immobiliari grazie a un articolato piano d’investimenti economici i cui risultati si vedono nel panorama urbano con tutta questa miriade di palazzi spuntanti come funghi. Lo si vede anche nel record di visite per affari, gli hotel son sempre pieni. Londra ci guarda un po’ di traverso. I due mondi – quello della cultura e quello dell’economia – pare convivano senza urti. Ma la realtà non è più quella dell’effervescenza musicale di Manchester degli anni 90, la culla dei Joy Division, New Order, Oasis e dei primi illegali rave. Quella Madchester, come la si chiamava un tempo non esiste più e l’Hacienda, il club simbolo di quegli anni, chiuso da tempo, è stato riconvertito in un immobile residenziale. Bah, Stockport dove stiamo arrivando è decisamente un’altra cosa, un paesello attaccato al suo piccolo centro storico. Ma tu davvero ci sei venuto apposta per andare a mangiare in un ristorante?”.

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