Sicilia Avocado, azienda sicula con un’esperienza più che ventennale, scommette sull’ avocado e la frutta subtropicale.
Uno degli alimenti più alla “moda” degli ultimi anni è sicuramente l’avocado. Gustoso e dalle molte qualità, ricco di grassi buoni e sani, acqua e proteine, fibre antiossidanti e vitamine, è utilizzato in cucina in molteplici forme e interpretazioni dal più classico guacamole ai poke più ricercati. Ma da dove arriva e come è arrivato in Europa? Ripercorriamone insieme la storia.
Il più antico nocciolo di avocado è stato rinvenuto nella grotta di Coxcatlan, in Messico, e risale a circa 9.000/10.000 anni fa. Il suo consumo era proprio di molte popolazioni mesoamericaneche cominciarono, già allora, a selezionare frutti sempre più grandi. I Maya, per esempio, lo coltivavano negli orti e la funzione di questi alberi non era solo come fonte di cibo ma va connessa alla loro cultura e mitologia, con un importante significato religioso perché credevano nella rinascita dei loro antenati come alberi e per questo circondavano le loro case con alberi da frutto. Nella cultura azteca invece si pensava instillasse poteri sovrumani in chiunque lo mangiasse ed era apprezzato come un potente afrodisiaco. Il frutto ebbe subito successo fra gli spagnoli che lo importarono in molte delle loro colonie, dall’India all’Australia, dagli Stati Uniti, dove ha spopolato, all’Europa.
È diventato un frutto coltivato a tutti gli effetti, tra i leader mondiali nella produzione troviamo l’America Latina e gli Stati Uniti – specialmente in California di cui è il frutto “ufficiale” – e il Messico che è il maggior produttore; e dagli anni 50 è diventato una sorta di prodotto di culto. Negli Stati Uniti, negli anni 90, i coltivatori californiani si spesero molto per proporre il guacamole come snack ufficiale da consumare durante la finale di football americano, la celebre domenica del Super Bowl e negli anni 2000 Gwyneth Paltrow lo inserì nel suo ricettario di cucina salutare come superfood. Attualmente la cultivar Hass, nata da un innesto sbagliato di Rudolph Hass, è quella più comune sul mercato ortofrutticolo, anche se nel frattempo ne sono state sviluppate molte nuove varianti. Si dice che il primo avocado sia arrivato in Italia grazie al padre di Italo Calvino, noto botanico sempre alla ricerca di piante esotiche che potessero adattarsi al clima della Liguria, ma è stata la Sicilia la regione in cui questo frutto esotico ha trovato le condizioni ideali per essere coltivato, complice anche il cambiamento climatico.




La Sicilia, terra d’adozione dei frutti tropicali
Uno degli aspetti più sorprendenti della storia dell’avocado sta nel fatto che questo frutto tropicale è riuscito, attraverso i secoli, ad arrivare in tutto il mondo e a entrare in tante culture diverse, facendo innamorare chiunque ne sia venuto a contatto. Oggi lo troviamo nei toast, nel sushi, nei burritos, nelle insalate, negli smoothies e nel cuore di tante persone. La forte espansione dell’industria globale dell’avocado ha purtroppo portato la sua coltivazione a essere sempre più difficile e impegnativa dal punto di vista ambientale. Ma a causa anche del cambiamento climatico, ha trovato nuovi terreni in cui crescere bene rivoluzionando un settore agricolo e adattandosi ai nuovi stili di vita alimentari.
Uno dei primi a cogliere quest’occasione è stato il siciliano Andrea Passanisi che, spinto dal desiderio di portare avanti le tradizioni agricole di famiglia legate alla vigna e ai limoni, si è voluto dedicare a qualcosa di nuovo. Passanisi – dopo la laurea in Giurisprudenza poco più che ventenne – inizia a occuparsi dell’azienda in cui erano già state fatte alcune sperimentazioni sulla coltivazione di avocado e altri frutti tropicali. “Con un viaggio in Brasile ho scoperto questo prodotto incredibile che già negli anni 50 e 60 era stato oggetto di studi all’Università di Catania ma, non avendo mercato, era stato abbandonato” spiega.
Seguendo l’evoluzione dei consumi e volendo sviluppare e valorizzare il territorio siciliano nel rispetto ambientale, Pannisi crea, nel 2003, un brand dalla forte identità, Sicilia Avocado. “Complici le condizioni pedoclimatiche di alcune zone della Sicilia, simili se non migliori di quelle dei paesi tropicali, si è deciso di puntare a un nuovo modello di imprenditoria legata alla valorizzazione dei terreni attraverso le colture. La produzione è a Giarre, a metà strada tra Taormina e Catania, alle pendici dell’Etna dove gli alberi beneficiano di un terreno e di condizioni ideali per la riproduzione dei loro frutti. L’avocado, infatti, predilige i terreni vulcanici, minerali, e ha bisogno di acqua di ottima qualità come quella che proviene dall’Etna. Inoltre, le correnti che arrivano dal mare si infrangono contro la montagna e creano un microclima ideale, oltre alla quantità di piogge che non mancano”.
Andrea si appassiona al “gioiello verde” e inizia a portarlo in giro per l’Italia, facendo il porta a porta quando ancora non era conosciuto e apprezzato come oggi. “All’inizio non è stato facile, alcuni non sapevano neanche cosa fosse, ma la mia caparbietà mi ha dato ragione: oggi lo vendiamo sia in Italia che all’estero, soprattutto in Germania e in Francia, dove è molto apprezzato. Questo perché gli impianti siciliani vengono gestiti in modo da garantire le buone pratiche agronomiche riducendo il ricorso a pesticidi e altri interventi chimici con tecniche di agricoltura biologica. Inoltre, i frutti, a differenza di quelli importati, non devono attraversare lunghi tragitti per arrivare al consumatore finale, vengono raccolti quando completano la loro evoluzione e raggiungono il miglior profilo degli acidi grassi”.
La pianta di avocado è un albero sempreverde che può raggiungere anche i 20 metri di altezza con una chioma ricca di foglie ovali, di colore verde scuro, lisce e lucide. I frutti sembrano delle pere verde brillante dalla buccia rugosa. Dopo 4 o 5 anni dall’impianto inizia a produrre e la raccolta – che in Sicilia inizia a novembre e dura fino a maggio – cambia leggermente a seconda della varietà. Ha una vita produttiva lunga: ci sono piante che continuano a fruttare oltre i 40 anni.
In questa avventura agricola sono state coinvolte ventiquattro aziende e altri piccoli conferitori legati alla società sulla base della massima trasparenza. “Abbiamo fatto sistema e abbiamo coinvolto i produttori locali così da esserne portavoce: per potenziare e snellire la comunicazione riunendo commerciale e marketing sotto un unico cappello, quello di Sicilia Avocado” conclude Andrea.
Sicilia Avocado produce anche frutta tropicale che viene commercializzata con due marchi diversi: Dal Tropico per quanto riguarda la papaya, il frutto della passione e il lime, ed Etna Mango per il mango coltivato e confezionato in quei territori dagli anni 70. In questo modo Sicilia Avocado è produttiva tutto l’anno e permette agli agricoltori di lavorare con continuità.