Da Bucarest alla Transilvania e viceversa in compagnia di due cuochi della scena contemporanea rumena, Alex Petricean e Mihai Toader. Un viaggio alla scoperta di un territorio affascinante, che se da un lato mescola la quotidianità rurale di villaggi da fiaba cristallizzati nel tempo, dall’altro rivela l’urgenza di volersi raccontare e proporre come destinazione non solo turistica ma capace di imporsi anche con il suo ricco patrimonio gastronomico.
L’appuntamento è fissato in una calda mattina di giugno, in un quartiere periferico di Bucarest, con l’arrivo in macchina dei due cuochi che lascia intendere l’avvio di una serie di avventure quantomeno singolari.
Look da concerto metal per Mihai, con outfit total black, e abbigliamento vagamente gipsy con camicia sgargiante per Alex. Ma prima che si faccia strada l’idea di un remake cinematografico pulp – pur senza spargimenti di sangue – è la lunga e non tortuosa strada che dalla capitale conduce nella terra del conte Vlad (il protagonista del noto libro firmato dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel 1897, Dracula) a determinare le prime tre ore in macchina. Dalla capitale si attraversa una sonnolenta pianura, caratterizzata da un’agricoltura tipicamente estensiva e cerealicola, destinata a esaurirsi solo all’ingresso di Sinaia, nota località di villeggiatura e primo assaggio delle montagne carpatiche, poco prima di arrivare nella città di Brasov, la prima meta del viaggio. Qui, alle porte d’ingresso della Transilvania, la guida d’eccezione è Oana Irina Coanta, cuoca e patronne del ristorante Bistro de l’Arte, da più di vent’anni una delle voci autorevoli della cucina locale, nonché riferimento imprescindibile per lo slow food rumeno e cuoca dell’anno Gault-Millau 2019.
Fai login o abbonati