L’Armenia è un territorio di primordiale bellezza ai piedi del Caucaso; è una terra aspra in un’area geografica che ha vissuto, e continua a vivere, anni decisamente complicati, con avvenimenti dettati dalla storia e dalla geopolitica a scandire il ritmo della quotidianità come una spada di Damocle alla quale è difficile sottrarsi. Con i confini a est sollecitati dalla pressione dell’Azerbaigian – che lo scorso autunno nel corso di una offensiva armata lampo di 24 ore ha definitivamente annesso la regione del Nagorno-Karabakh dopo un contenzioso durato un trentennio – e a ovest nelle relazioni non certo tranquille con i vicini turchi, responsabili di quello che viene oggi ricordato come “genocidio armeno”, perpetrato negli anni della Prima Guerra Mondiale. Oggi, questi tragici eventi sono ricordati con dovizia di particolari nel grande parco memoriale Dzidzernagapert, che ospita il Museo del genocidio armeno e che domina dall’alto di una collina la capitale Erevan.
Muovendosi per le strade della principale città armena si percepiscono in maniera netta e inequivocabile le molte contraddizioni, le difficoltà e le aspirazioni di una nazione dal cuore antico, ma dalla storia molto recente, che ha preso forma da poco più di trent’anni con la nuova Repubblica, figlia del crollo dell’Unione Sovietica.
L’Armenia, e soprattutto Erevan (anche detta Yerevan), stanno vivendo un interessante periodo storico che porta a riflessi suggestivi nell’ambito della gastronomia. Un fermento che ha iniziato a mostrare i segnali di una positiva vivacità culinaria come si evidenzia nei nuovi izakaya, nei primi locali con una selezione di vini naturali, negli specialty coffee ormai diffusi e nelle cucine etniche. Si sta superando la proposta classica di chiara matrice ottomana del lavash (la squisita e sottile piadina caucasica), del lahmajoun (la cosiddetta pizza armena), dei manti (ravioli), dei dolma (involtini in foglie di vite) o dei khorovats (spiedini di carne); pur rimanendo, quella armena, una cucina che si nutre a piene mani di un meticciato culturale cresciuto nelle relazioni con i Paesi vicini, dalla Turchia alla Russia.
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