Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Vecchia Romagna
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Vecchia Romagna guarda al passato per rinnovarsi. Per quanto curioso, è proprio valorizzando i distillati prodotti decenni fa che il marchio con sede a San Lazzaro (Bologna), di proprietà del gruppo Montenegro, ha lanciato sul mercato una nuova referenza: il Riserva 18. Un brandy, cioè, che si aggiunge ai classici Etichetta Nera e 3 Botti, ma si distingue da essi per la peculiare miscela di distillati invecchiati minimo 18 anni, i quali sono sottoposti a un finishing in barriques già usate per l’Amarone della Valpolicella.
Per farlo conoscere nei giorni scorsi è stato organizzato un evento presso Aethos Milano, introdotto da Antonio Zattoni, master blender di Vecchia Romagna. In quella sede le 3 etichette del brand Vecchia Romagna sono state abbinate alle creazioni di Gianluca Fusto, noto Maestro Pasticcere che ha pensato a un pairing dissociativo, ossia per contrasto, tra i sapori dei suoi cioccolatini e gli aromi dei 3 liquori.
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Questo perché, nel caso per esempio di Etichetta nera, prodotto cui l’invecchiamento in botti di rovere francese e fusti di rovere di Slovenia conferisce note vanigliate, un abbinamento con la vaniglia avrebbe appiattito l’insieme per eccesso di somiglianza. Perciò Fusto per questa referenza ha pensato a una pralina in cioccolato del Madagascar, il quale richiama i frutti rossi, con infusione a freddo di Jasmin Tea e con acqua di fiori di arancio: un bijou che “raffredda” con le sue sfumature leggermente acidule il calore del brandy giovane. In abbinamento con la Riserva 3 botti, frutto del mariage tra distillati vecchi di 10-15 anni, è stato scelto invece un cioccolato venezuelano con un ripieno di sale di Cervia e olio d’oliva di Nocellara del Belice (nella zona tra Agrigento e Trapani), che esalta con la cremosità del ripieno la morbidezza di un liquore con sentori di miele e uvetta.
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Infine, per il novello Riserva 18, la sorpresa sono le praline ai porcini e pepe, che si sposano alla perfezione con la vellutatezza del prezioso brandy. Gran finale con la pralina al tartufo bianco, che ripulisce il palato. Un binomio, quello tra Vecchia Romagna e cioccolatini di Fusto, in cui entrambi gli elementi si elevano a vicenda in un crescendo che richiama la celebre fase dello scrittore portoghese Fernando Pessoa: “Al mondo non c’è altra metafisica che la cioccolata”. Se poi essa è accompagnata da un buon Brandy, si arriva a intravedere il sublime: un “fenomeno”, cioè, che è buono, bello e soprattutto g(i)usto.
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