Testo di Greta Contardo
Foto di Marco Scichilone e Riccardo Roberti – cortesia di Miele
“Un viaggio, come penso sia la gastronomia, in continuo divenire…” così lo chef Riccardo Camanini definisce le sue Chef Stories, la miniserie Miele in streaming su YouTube sul canale Miele Italia. Prosegue Camanini: “per noi è stato naturale raccontarci attraverso una sorta di viaggio gastronomico, che ripercorre le evoluzioni che ci sono state nella storia della gastronomia, evoluzioni anche nell’approccio agli utensili che hanno accompagnato il lavoro dell’artigiano. Oggi interpretiamo i gusti con strumenti modernissimi anch’essi evoluti secondo esigenze qualitative in termini di performance e praticità, con linee sempre più attente all’armonia tra funzionalità e bellezza, a volte con il valore aggiunto della storia di un’azienda”.
Chef Stories indaga i segreti della gastronomia contemporanea tramite interviste ad affermati chef con integrità valoriale e un’etica pioneristica e che, con la loro ricerca, contribuiscono quotidianamente allo sviluppo di una qualità della vita Immer Besser (sempre meglio), in linea con il motto e i principi dell’azienda patron del progetto e che rappresentano valori imprescindibili per il brand.
Dopo aver parlato di creatività e innovazione con Heinz Beck, focalizzandosi sul concetto di equilibrio tra gusto e salute, e aver approfondito la sostenibilità di Norbert Niederkofler attraverso l’importanza delle materie prime e delle persone, la miniserie Chef Stories è approdata al Lido 84 a Gardone Riviera – il 7° ristorante al mondo per The World’s 50 Best Restaurants – per raccontare la storia di Riccardo e Giancarlo Camanini. “Raccontiamo all’ospite un percorso che è culturale, storico e identitario” spiega Riccardo e da qui parte il viaggio di Chef Stories. “Siamo artigiani, abbiamo il valore aggiunto di poter personalizzare il manufatto in una forma che è identitaria, non ripetibile, legata all’espressione più oggettiva del fatto al momento”.
Emotivo e pragmatico, il viaggio del Lido 84 è antropologico, a volte geografico. E ha una serie di similitudini con quello che è stato il viaggio di Miele, un’azienda che ha più di cento anni e che nella “durata nel tempo” degli elettrodomestici ha trovato la sua forza unita alla capacità di comprendere le necessità contemporanee. “La temporalità di Miele – spiega Riccardo Camanini – racconta molto bene la storia di un’azienda che oggi segna il valore del tempo.
Oggi Miele, ti permette di gestire con uno smartphone gli elettrodomestici che hanno un expertise di oltre cento anni. Credo che la loro forza stia nella curiosità, nella voglia di evolvere mantenendo saldi i principi fondamentali dell’idea che li ha ispirati e resi forti”. La semplice e assoluta sintesi armonica, non solo nell’estetica ma anche nella componentistica, hanno contraddistinto il percorso di Miele. Il design può risultare rigido e serioso, ma con uno sguardo differente appare semplicemente lineare ed equilibrato e trasmette tranquillità e garanzia. L’efficienza poi è tangibile.
Rigore, sintesi e armonia sono le caratteristiche di Miele che hanno colpito Camanini: sono gli stessi tratti che ha riconosciuto in Gualtiero Marchesi, suo maestro. “Il design di Miele è inconfondibile, di sintesi, senza tempo. È il frutto di una oggettiva analisi pratica dell’utilizzo dell’elettrodomestico, armonioso nelle forme, ma allo stesso tempo senza orpelli per non creare disturbo tra l’artigiano e lo strumento. Le potenzialità degli elettrodomestici le scopri con l’utilizzo: le performance sono molto vicine a quelle che puoi avere in una cucina professionale”. Nelle Chef Stories si vuole raccontare un approccio più casalingo a quello che è il piacere culinario e la collaborazione tra Riccardo Camanini e Miele nasce proprio da lì, dalla passione dello chef per la cucina, anche nel tempo libero, e dal bisogno di avere elettrodomestici performanti, anche a casa. “La cucina è il mio spazio di privilegio dove posso prendermi il piacere di cucinare e per farlo servono elettrodomestici adeguati. E così ho scelto Miele”.
Il viaggio di Chef Stories ripercorre anche un po’ dell’evoluzione del Lido 84, nato nel 2014 con 6 collaboratori, per servire 45 coperti e diventato una squadra di 26 per un massimo di 35 clienti. Un’evoluzione che è stata fatta custodendo il contenuto e mutando la forma con una crescita armonica, sana e rispettosa dell’idea con cui Lido 84 è nato: rappresentare Riccardo e Giancarlo. E mantenendo anche un buon approccio al mercato con prezzi competitivi (il menu sette portate è a 130 euro), soprattutto se si pensa alla zona e all’esclusività della location, per includere persone e non escluderle.
Le puntate sono “racconti di pancia” in cui la sensibilità emerge come parola chiave. Spiega Riccardo: “questo termine deriva dalla mia esperienza con Gualtiero Marchesi. La ‘potenza’ marchesiana sta nella capacità di leggere il pensiero e tramutarlo in manufatto; il termine sensibilità deriva da lì: è la sensibilità di interpretare la propria coscienza, uno degli aspetti umani, più difficili da raggiungere. Noi cuochi possiamo fare un ottimo piatto, ma possiamo anche andare oltre; possiamo avere la sensibilità di sintetizzare un pensiero in un piatto fortemente identitario”.
Alta cucina, design, approccio multidisciplinare: i valori del Lido 84 si intersecano con quelli di Miele e con Cook_inc. 36 che parla dell’importanza di remixare i sensi e di aver cura di ogni singolo dettaglio che compone l’esperienza gastronomica. “Leggiamo molto lo spazio” dice Riccardo spiegando il modo in cui lui e Giancarlo riescono a far vivere sinergicamente tutti gli aspetti cruciali del Lido 84: design, comunicazione, letteratura e soprattutto cucina. “Oltre all’architettura, uno spazio è composto da aria e da oggetti. Il valore che possiamo creare è un’armonia empatica tra chi si siede e può apprezzare e godere lo spazio e chi esercita una funzione in quello spazio”.
La scelta “stilistica” del Lido 84 da parte di Riccardo e Giancarlo è sempre legata a uno studio empirico tanto banale quanto necessario: vivere il luogo. “In un momento in cui siamo sempre più catapultati in un multiverso, il piacere dello stare, del sentire è sempre più qualcosa di cui doversi riappropriare”. L’armonia tra oggetti e persone si crea vivendo lo spazio. “Lo spazio fisico ha un significato importantissimo, così come lo ha il vuoto. Questo significato si ritrova nei colori, nella lettura delle geometrie e può essere interpretato nei piatti. Noi abbiamo la possibilità di leggere la Storia: ad esempio, è indubbio che D’Annunzio ci abbia influenzati nella scelta di alcuni colori del Lido 84 e ne siamo contenti. Vuol dire che siamo animali, che abbiamo memorizzato e abbiamo cercato di interpretare la costruzione di quello che siamo: il frutto di diecimila anni di Storia”.
C’è anche un sesto senso che guida tutte le scelte: è il desiderio di veder stare bene le persone e di stupirle. “Ho bisogno di sentire emozioni, sono sempre stato così” racconta Riccardo. “Da bambino guardavo sempre fuori dalla finestra, non vedevo l’ora di… non tanto per il gioco in sé quanto per l’immaginazione e il sogno”. L’attesa del piacere è essa stessa piacere, cita un noto aforisma, per Riccardo Camanini l’attesa si traduce nel bisogno di far star bene le persone. “
È quel senso lì che mi fa sempre un po’ vacillare ed emozionare e mi fa svegliare felice la mattina alla ricerca di nuovi stimoli” conclude. Un sesto senso, questo, che guida Riccardo Camanini in cucina, al Lido 84 e a casa sua. Un sesto senso che è anche una bella sensibilità.
Per scoprire tutti e quattro gli episodi di Chef Stories con Riccardo Camanini clicca qui.
Lido 84
Corso Zanardelli, 196
25083 Gardone Riviera (BS)
Tel: +39 0365 20019
www.ristorantelido84.com