Testo di Lorenza Fumelli
Il fatto che Sintesi, la stella Michelin di Ariccia (RM), abbia appena aperto un bistrot è davvero una notizia interessante. Non per il fatto in sé – di bistrot aperti come avamposti di ristoranti di ricerca ne abbiamo visti tanti – ma per il dove: ancora una volta ai Castelli Romani.
La provincia di Roma si estende per oltre 5000 km² (un terzo del territorio del Lazio) e al suo interno è possibile contare decine di paesotti allegri, immersi nel verde e colorati. Una trentina di chilometri a sud della Capitale ci sono i famosi Castelli, con i due laghi molto suggestivi e i monti intorno. Tra i più famosi: Nemi, Albano, Genzano, Castel Gandolfo, Marino (dove le fontane danno er vino) Frascati, Grottaferrata, Velletri e via dicendo.
Alcuni di questi Castelli – chiamati così per le fortificazioni edificate in zona da famiglie baronali romane – sono paesi per modo di dire, meglio definiti come residenze estive dei cittadini metropolitani. Altri invece sono popolari, ancorati alle tradizioni, con i loro dialetti e le loro consuetudini. Prendiamo Ariccia per esempio: patria della porchetta e delle fraschette (tipiche osterie locali) dove i paesani e i romani si riversano allegramente nelle belle giornate per mangiare salumi e affettati, paste tipiche, porchetta naturalmente, e bere la famosa Romanella. Se avessi dovuto fare una scommessa, non avrei mai puntato su Ariccia come paese per la prima stella dei Castelli Romani. Non avrei neanche scommesso sulla sua durata e sul successo in quel contesto così folkloristico, e di certo non avrei scommesso che i ragazzi di Sintesi avrebbero presto raddoppiato, stavolta scegliendo il borgo più intoccabile tra tutti: Castel Gandolfo, dimora estiva del Papa, meta di turisti pellegrini e castellani a passeggio. Ci avrei rimesso un sacco di soldi.
Quindi a Castel Gandolfo ha aperto Tinello Bistrot. I proprietari sono sempre loro, il trio di Sintesi: Sara e Carla Scarsella e Matteo Compagnucci. A loro si è aggiunto Andrea Cingolani, già capo partita di Sintesi e oggi in forze a Tinello. I piatti sono studiati dagli chef Sara e Matteo, mentre la carta dei vini – per lo più biologica e biodinamica, per non dire naturale – è di Carla Scarsella e Loris Paolini. L’offerta ha un’impronta simile a quella di altre enoteche di vino naturale aperte di recente (vedi Avanvera), confermando una tendenza che più che in crescita definirei straripante: non c’è una reale divisione tra primi piatti, secondi piatti o contorni; il menu è agile, modulabile, spesso rinnovato e composto da pietanze molto sostanziose che possono avere valenza individuale o – opzione suggerita – para compartir, da condividere.
Ci tengo a sottolineare la parte del molto sostanzioso. Non si tratta di tapas, non sono piattini leggeri che servono per accompagnare il vino, sono delle porzioni fatte e finite che riportano immediatamente alla mente il format classico del bistrot francese. Però molto meno tradizionale o, se vogliamo, molto più contaminato.
Facciamo qualche esempio: Ceviche di pesce di lago di Nemi (15€), Sandwich di lingua, cetriolo fermentato e salsa verde (14€), Crocchette di melanzane con mozzarella di bufala e aioli (14€), Tortelli al pomodoro arrosto e ragù di Cinisara (16€).Le strepitose ossa arrosto ossia il Midollo gratinato con carote fermentate (14€), Fusilli con crema ai crostacei, ricciola e olive taggiasche (16€), Cardoncelli al burro e limone (8€) e tra i dolci Lemon tart (8€), Mousse al cioccolato e pralinato alle noccioline (8€) Torta con ricotta, fichi e caramello salato (9€).
Non solo quindi porzioni sostanziose ma costi consistenti, medio/alti per la zona ma giusti in assoluto, sia per la qualità della cucina sia per l’ottimo servizio di sala.
Tinello Bistrot, neanche a dirlo, sembra già aver convinto il pubblico dei Castelli, nonostante sia poco abituato a questi format e soprattutto a questa tipologia di vini. Credo che i ragazzi di Sintesi abbiano capito la ricetta per conquistare qualsiasi cliente, anche quello più legato alla tradizione, e la ricetta è molto semplice: qualità (prima di tutto) con un pizzico di sperimentazione, senza mai dimenticare l’aspetto mangereccio e voluttuoso dei piatti; Il sorriso in sala, l’attenzione al cliente, lo spirito giovane di una brigata sorprendente (merce rara di questi tempi) e la competenza inappuntabile di tutti. Quindi, bravi.
Tinello Bistrot
Via Vigna Di Corte, 6
00073 Castel Gandolfo (RM)
https://www.instagram.com/tinello_bistrot/