Se non puoi tornare a casa, fabbricatela
di Keti Mazzi
Avrei voluto scrivere la mia terza lettera da piazza Grande, ad Arezzo, vicino alla mia famiglia, che non vedo ormai da quasi due anni, ma le misure di quarantena, imposte a Hong Kong, non me lo hanno permesso. Con due-tre settimane di isolamento per chi viene dall’Italia, non ha senso partire se devi lavorare con il mondo. E quindi? Quindi Certa 2.0 si è fatta casa, usando gli ultimi tre mesi per trovare, trasformare e allestire uno nuovo, grande, spazio di cinquemila squarefeet, nella zona sud dell’Isola. Un’area ad alta concentrazione hipster con vista mare, piena di loft, dove, da adesso, c’è anche Casa Certa.
Che cos’è Casa Certa? Un luogo, più che un semplice spazio, casa e ufficio, cucina e bottega, salotto e palco, bar e set. L’indirizzo per rendere tridimensionale la piazza asiatica di scambi e incontri che Certa 2.0 offre ai prodotti e ai produttori italiani dopo il lancio nel 2020 di Certa Platform, il grande catalogo on line. E tutto questo, lo dico con orgoglio, si è concretizzato proprio nel momento in cui sembravano mancare le energie. Di più, il progetto di Casa Certa nasce dalla crisi di isolamento di Hong Kong e da una profonda riorganizzazione che ha coinvolto l’amministrazione e la logistica.
Reinterpretarsi, trovare un nuovo centro sul piano personale e nelle relazioni con i colleghi di lavoro non è per tutti. Così, la nascita di Casa Certa ha confermato l’ossatura dell’ufficio, basata sulla sottoscritta; mio fratello Gianni, cofondatore e coordinatore di Certa Platform; Matteo Ceravolo, (business development manager italian spirits); David Reali (food and wine enthusiast); Benedetta Anghileri e Sara Biancaccio, communication and digital brand managers, salutando i collaboratori meno motivati nei confronti di un radicale cambiamento di rotta. Come diceva la “mi’nonna”: chiudi una porta, si apre un portone. Bisogna avere un retroterra sicuro, al riparo dalle tempeste, per mantenersi lucidi e reattivi. La mia fortuna è di trovarlo in Gianni, che se anche non può esserci fisicamente, rappresenta per me la sponda di ogni buon fratello, leale, di sani e robusti principi, affettuoso.
Da Harry Potter all’idea di Toscana
Visitando per la prima volta il loft che avremmo preso, ci siamo imbattuti in un’atmosfera neogotica da vecchia Inghilterra, drappi neri, pareti scure, simboli esoterici. Lo spazio era stato usato fino ad allora per la vendita di oggetti, legati alla saga del maghetto. È stato un attimo dare luce e liberarlo dall’oscurità, tingendo le pareti di un bianco caldo, valorizzando il muro a mattoncini che, insieme, ricordano i poderi toscani. Aggiungendo delle rifiniture nocciola e nere, arredandolo in maniera funzionale, riciclando tutto il riciclabile, con un tocco italiano a partire dalla wine cellar, che volevo in un certo modo, al tavolo per il tasting e a quello comune “di scialo” per quindici persone, senza dimenticare il design delle sedie.
Gli effetti della pandemia che mi tengono ancora lontana da casa, mi hanno spinto a creare una Casa comune dove vivere e lavorare, presentare e provare i prodotti dei nostri clienti, organizzare meeting e dinner a richiesta.
Un logo che racconta
Il nostro obiettivo è di costruire ponti, avvicinare due rive, ma è, soprattutto quello di far viaggiare con i cinque sensi, la mente e l’immaginazione nei luoghi e accanto alle persone che, giorno per giorno, difendono la differenza e fanno la differenza. Dopo Certa Platform, che viaggia nella dimensione di internet, c’è ora Casa Certa che lo fa in maniera più sottile, una sorta di Casa degli spiriti (ben in carne) dove vieni e puoi trasportare le tue emozioni in giro per l’Italia, approfondendo e paragonando il meglio dal punto di vista enogastronomico. Se non fossero ancora chiari l’amore e la nostalgia che mi hanno spinto, guardate il logo di Casa Certa. Avevo in mente certe insegne di botteghe aretine.
Cosa esprime fin dal tipo di carattere scelto? Un’idea di vicinanza, un tratto razionale, misurato, accogliente. In altre parole, quello stile italiano che prende slancio dalla toscanità più pura, dallo spirito dei Comuni, passando dall’universalità dell’Umanesimo e arrivare al design che il mondo rispetta.
Nuovi arrivati
Non potrei, in questo salutare stravolgimento, non citare i nuovi arrivati, cominciando, egoisticamente, da Mario, il Jack Russel che è diventato il guardiano “discreto” delle mie giornate, dalla prima passeggiata alla corsa, fino a sera passando per spostamenti e riunioni.
Un tipo molto attento a ciò che mi succede attorno, ma anche socievole. L’organico si è arricchito di nuove figure a partire da Caterina Benetti (customer service manager), con una forte esperienza nel campo della ristorazione, toscana anche lei e mio alter ego per quanto riguarda i contatti con i fornitori italiani e nel ruolo di padrona di casa a Casa Certa; Justin Chen (italian wine ambassador/consultant) un enologo e un maestro, grande conoscitore dei vini italiani, pluridecorato, nonché Cavaliere del Tartufo e del Vino di Alba e giudice del Cathay Pacific Hong Kong International Wine & Spirit Competition; Leylanie Centeno (finance and admin manager) vanta più di diciassette anni di esperienza in amministrazione, contabilità, design e marketing a Hong Kong. Laureata in Lettere con specializzazione in comunicazione di massa, si interessa di Graphic Design.
Ci sono, poi, Vincey Lo (admin and logistic officer) scelta per le sue capacità amministrative, organizzative e le sue competenza in materia di software, determinante perché l’ufficio marci con le giuste tempistiche e Joseph Taddeo (warehouse operation manager) un musicista che ha volte si esibisce in Casa Certa e che il duro esercizio con gli strumenti trasforma in una pedina importante nella frenetica attività giornaliera di Certa 2.0. Il suo compito è di sviluppare sistemi operativi di magazzino e migliorare la movimentazione e lo stoccaggio dei prodotti.
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