Testo di Jacopo Ricciardolo
Foto di Virginia Giurlani
Divulgare il tema della sostenibilità al giorno d’oggi non è sicuramente cosa facile. Il rischio di cadere in una retorica ridondante è dietro l’angolo e il livello di consapevolezza generale verso questa dinamica sta crescendo sempre di più. È utile quindi parlare di sostenibilità e in che forma? Le buone storie, in qualsiasi formato siano scritte, trovano sempre il modo di incontrare i propri lettori. Questo è il pensiero che emerge dal libro INNESTI, Storie di Sostenibilità nonché ottimo punto di partenza.
INNESTI è una riunione di voci, storie ispiranti, buone pratiche, interrogativi, luoghi in cui il cambiamento è già iniziato con un primo passo piccolo ma fortissimo e comincia sempre da una presa di coscienza. La stessa presa di coscienza che Martina Liverani, direttore editoriale, insieme ad un gruppo di esperti sulla sostenibilità ha voluto realizzare in forma cartacea raccogliendo l’antologia del primo anno del magazine online promosso da Caviro. Sotto una nuova forma, fatta di pagine da sfogliare, il libro è un compendio dei contributi autoriali pubblicati online per sensibilizzare la coscienza collettiva sulle tematiche di sostenibilità e di responsabilità sociale. Dalla qualità della carta, speciale perché ottenuta dalla lavorazione degli scarti dell’uva, alla cura dei contenuti che si trasformano in veri e propri incontri, INNESTI ha l’immersivo potere di trasportare il lettore in quei luoghi dove la sostenibilità non è qualcosa che si dice ma diventa un abito che si indossa o un’attitudine che si ha e tentare di spiegarla è come rovinare una battuta.
Tutto, dal nostro cibo quotidiano al rapporto con la natura e l’ambiente, dalla cultura urbana allo stile di vita, può essere vissuto in modo consapevole e sostenibile. È una questione di scelte. E per scegliere è necessario conoscere, e il mezzo più efficace di conoscere è farlo attraverso la lettura di una buona storia. “Ciò che vive ha bisogno di ciò che è vivo” sostiene Andrea con fermezza: una storia, la sua, che parla di agricoltura come pratica di rispetto verso l’intero ambiente che ci circonda. Qui, il concetto di sostenibilità non viene solo applicato bensì diffuso come un’applicazione per migliaia di giovani – sottolineando l’importanza delle future generazioni – che sono venuti a contatto con il mondo agricolo tramite diversi percorsi esperienziali, come i vari laboratori organizzati per insegnare ai giovani a fare il pane o coltivare gli ortaggi. Storie che parlano di sogni e di cambiamento, di umanità e di linguaggi e non rimangono statiche nelle loro definizioni ma sono in continuo movimento attraverso i valori dei protagonisti di questi racconti, come Andrea.
Tra le colorate pagine del libro si notano degli acquerelli, frutto della natura, fonte d’ispirazione per Nicola che ha deciso di lasciarsi trasportare da essa nelle sue forme e nei suoi colori, ricordandosi quando da bambino passava le estati con i genitori in montagna. Ritornare alla natura per ritornare a sé stessi; abbandonarsi, dissolversi e infine riprendere forma con lei; forse così, si vivrà realmente una sorta di libertà.
“Sono un frutto di innumerevoli contrasti d’innesti”. Così si definisce Giuseppe Ungaretti nella poesia Italia e noi con lui dobbiamo sentirci frutti di una pianta su cui si sono innestate esperienze esistenziali e culturali tra le più varie, di cui siamo gli eredi, i figli, i testimoni e i portavoce.
È utile quindi parlare di sostenibilità e in che modo? Beh, a questo punto passo a voi la palla.
Scopri di più: www.innesti.com