Testo di Ilaria Mazzarella
Foto Cortesia Sgrappa
C’è tempo dal 30 giugno fino al 3 luglio per scoprire il pop-up bar di Sgrappa a Roma, sperimentale e imprevedibile progetto nato con l’obiettivo di rilanciare l’immagine di un prodotto, considerato lo “spirito” italiano per eccellenza, in una nuova chiave, contemporanea e cosmopolita. Servizio esclusivamente d’asporto in questo simpatico progetto in piazza di Pasquino, nel cuore di Roma. Non poteva che essere originale come uno dei suoi creatori il lancio di Sgrappa, grappa frutto di un’intuizione dell’artista Maurizio Cattelan, insieme agli amici Paolo Dalla Mora e Charley Vezza.
Un modo per scoprire l’ironica drink list del brand attraverso un’esperienza che rompe le regole. “Sgrappa è nata come una sfida tra amici. Una sera eravamo a casa io, Paolo e Maurizio e arriviamo al tipico momento ‘Dai, un ultimo cocktail’, ma era finito tutto. Era rimasta solo una bottiglia di grappa, uno di quei classici regali indesiderati. ‘E se la misceliamo con la tonica?’”, racconta Charley Vezza, Global Creative Orchestrator del brand di design Gufram. “Ovviamente quell’ultimo cocktail non era per niente l’ultimo. E per niente buono! Però l’idea di farci una grappa tutta nostra, buona da miscelare, ce la siamo ricordata stranamente anche il giorno dopo. Oltre al gusto, abbiamo rinnovato anche il design della bottiglia ispirandoci al vecchio fiasco di vino. Così un fiasco è diventato un oggetto iconico”.
Se la qualità del nostro Paese è infatti protagonista indiscussa dell’aperitivo e della tavola a livello internazionale, nella miscelazione manca un prodotto di riferimento del Made in Italy che possa dare continuità, anche nel dopo-cena, a quel senso di appartenenza. “Sgrappa per me è una ‘scusa’ per ricordare mio padre”, racconta Maurizio Cattelan. “Amava bere grappa e la produceva per sé in casa. Prendeva una pentola a pressione – l’unica che avevamo, per cui in quei giorni con mia madre e mia sorella sapevamo che avremmo mangiato la metà –, e ci inondava con questo odore fortissimo. Negli anni ho iniziato a berla anche io, ma non la sua, che era davvero tremenda. Sgrappa è un modo per ricordarlo, ma in fondo anche una sfida per migliorare quella sua grappa imbevibile. Penso di esserci riuscito con Paolo e Charley, se lui fosse ancora in giro, Sgrappa non gli piacerebbe affatto”.
Sgrappa, prodotta artigianalmente in Piemonte, ha uno spirito forte, ma solo all’apparenza. Le vinacce da uve rosse, umide e ricche di profumi, vengono lavorate con piccoli alambicchi discontinui in rame a getto di vapore, per ottenere la flemma, che poi viene passata in una moderna colonna di rettifica per ottenere la massima pulizia al naso. Nel bicchiere si ritrovano ricordi di frutta e fiori bianchi, ma il finale è schietto, dove emerge delicatamente la materia prima, le bucce dell’uva. Al palato questa grappa conferma la sua natura, con un’ottima corrispondenza dei profumi, ed un finale elegante di uva passa. Dal gusto pulito e leggero, invita ad un secondo sorso, quasi necessario per apprezzare in pieno le sue caratteristiche.
Dopo la prima incursione a Milano, sarà così possibile scoprire nel cuore di Roma i cocktail Sgrappa Sour, Sgrappa Tonic e F*** on the beach, ordinando attraverso una piccola e curiosa apertura: i cocktail sbucheranno dall’inaspettato arco in marmo nelle mura che affacciano su Piazza di Pasquino, sorprendendo così il pubblico con ironia. “Abbiamo voluto dare origine a un distillato con una forte attitudine alla miscelazione, dall’identità morbida, apprezzabile anche dai palati più gentili”, afferma Paolo Dalla Mora, già imprenditore nel mondo degli spirits con il gin ENGINE. “L’utilizzo della grappa nei cocktail è ancora poco esplorato, ma con un grande potenziale che supera i classici canoni di consumo. Per questo il carattere imprevedibile di Sgrappa contamina anche la nostra drink strategy, ironica e fuori dalle regole”.
Com’era ovvio, ironica a palate nella drink list: Sgrappa al Salto, Sgrappa Tonic e Sgrappa Sour – evocazione dei più grandi classici –, ma anche una reinterpretazione del digestivo fine pasto come lo Sgrappino, e gli originali long drink F*** You, F*** You Too e F*** on the Beach, sottile richiamo al “dito medio” della bottiglia e messaggio indelebile anche nell’aperitivo. Lo spirito di Sgrappa emerge con humour dirompente anche nel design della bottiglia: Cattelan la contamina inaspettatamente con la sua cifra visionaria inserendo all’interno un incontrovertibile e ironico gesto artistico. È la sua firma – in un’inedita trasparenza – ma anche una dichiarazione dell’identità del prodotto, fuori dagli schemi e un po’ ribelle. “Nella bottiglia c’è un messaggio, che può funzionare per tutti, per chi ami, ma in fondo anche per chi ti sta un po’ sulle palle”, afferma Maurizio Cattelan. “È il regalo perfetto da fare e quello che forse non vorresti mai ricevere”.