Testo di Fabio Pracchia
Foto cortesia di Velier
“Ai tempi in cui lavoravo in Spirit circolava la leggenda di uno stock di Saint James 1885. Riesco a sapere che lo stock fantasma giace nei magazzini della Saint James in Francia ed è destinato, essendo vecchio, alla distruzione. Ma Jean Claude Benoit il direttore che conosco dal mio primo viaggio in Martinica, riuscì a salvare le bottiglie facendole rispedire ai Caraibi. Non me la tolgo dalla mente e per vie traverse riesco a ottenerne una, a quanto pare imbottigliata nel 1957 dai vecchi proprietari della distilleria”. Intorno a un tavolo con bottiglie di distillati e bicchieri colmi, il racconto di Luca Gargano incrocia ricordi di vita, dedicata alla scoperta di distillati eccezionali e storia del rum. I commensali non perdono una virgola delle sue parole perché sanno che i due aspetti della sua narrazione, vita e rum, coincidono con la storia di questo distillato in Italia. “È davvero un rum eccezionale di un’altra epoca, prodotto non dal succo fresco di canna da zucchero, ma da uno sciroppo leggero, jus cuit, con il quale veniva prodotto il Saint James fino alla Seconda Guerra Mondiale. A quei tempi la Velier era ancora una piccola realtà, acquistai 600 bottiglie a 200 mila lire l’una insieme a Mongiardino, proprietario della distribuzione Moon Import” (Tratto dal libro: Nomade tra i barili di Luca Gargano, Edizioni Velier, 2019)
Saint James ha una storia più che secolare; nata nel 1765 con Edmond Lefébure, padre superiore dell’ordine dei Fratelli della Carità è nel 1882, con l’acquisto da parte di Paulin Lambert, marsigliese ed esperto di rum, che si inizia a imbottigliare nella celebre forma quadrata, il distillato del succo fresco di canna da zucchero. Luca Gargano incontra Saint James a soli 19 anni. Un anno dopo è in Martinica e inizia un’esperienza vissuta che lo porta da un lato a diventare il massimo esperto italiano, e non solo, di rum, dall’altro a farsi portavoce di un mondo esotico e lontano fatto di sapori speziati e dolci, di botti dimenticate in magazzini perduti dei Caraibi, di luoghi quasi immaginari che attraverso la sua passione arrivano finalmente in Europa. L’incontro con Jean-Claude Benoit, storico direttore dell’azienda, acquistata nel frattempo dalla Picon (1967) e da Cointreau nel 1971 per poi, nel 2003, passare a La Martiniquaise che rileva Saint James dal gruppo Remy-Cointreau, è un altro passo fondamentale che unisce alla passione, la competenza e la professionalità.
È infatti Jean Claude che dopo anni di duro lavoro 1996 ha portato a compimento la AOC (Appellation d’Origine Contrôlée) della Martinica, l’unica AOC fuori dal territorio europeo. La Martinique AOC è il disciplinare che stabilisce le norme esatte per la produzione del rum migliore dell’isola. Dal 1996, solo i rum che dimostrano di essere stati prodotti secondo le regole possono ottenere la dicitura “Martinique AOC” e il relativo logo in etichetta, assicurando così la qualità unica che deriva dall’attenzione a ciascuna tappa della produzione. In questo modo il disciplinare permette al rhum agricole della Martinica di mantenere la sua integrità e la sua coerenza di produzione, facendo emergere la sua identità.
La volontà di celebrare i 25 anni dell’AOC e omaggiare la filosofia di Benoit hanno ispirato Gargano a ideare un’edizione speciale di dieci annate di rum Saint James. La realizzazione di questa verticale è senza precedenti. Mai la distilleria aveva realizzato un co-bottling e mai aveva derogato dalla celebre bottiglia carré. Le forma dell’etichetta collega l’edizione in oggetto a quelle originali e la selezione è stata operata sulle dieci annate più significative dei 25 anni dell’AOC. Il fatto che sia uscita nel corso di quest’anno, e non nel 2021, è dovuto ai problemi logistici generati dalla pandemia. Fondamentale per la riuscita di tale progetto la collaborazione della famiglia Cayard, attuale proprietaria della distilleria.
La verticale presenta una serie unica di Millésime selezionati per le loro caratteristiche organolettiche tra lo stock delle botti Saint James, che pratica questa arte dal 1884, scegliendo la gradazione di 47%. Questo viaggio a ritroso nel tempo che arriva fino al 1998, permette inoltre di arrivare agli inizi dell’AOC, che nel 2022 festeggia i suoi 25 anni, fino all’anniversario, nel 2015, dei 250 anni delle piantagioni storiche Saint James di Trouvaillant. La concentrazione legata all’invecchiamento si esprime attraverso il colore molto differente dei rum, con i più giovani che generalmente sono meno scuri.
Per chi scrive gli assaggi delle dieci annate sono stati una splendida esperienza formativa. Un viaggio ventennale che permette di cogliere l’incredibile complessità che l’invecchiamento dona ai rum agricoli. In questa traiettoria di ricche suggestioni aromatiche rimangono impresse tre annate memorabili.
Rhum Saint James 2002
Ha sentori di ciliegia sotto spirito con sensazioni di fiori secchi e note speziate di pepe. Ha estrema leggerezza gustativa con note di noce moscata, mandorla amara e sensazioni di vaniglia dolce per un complesso di estrema integrità gustativa.
Rhum Saint James 2006
Note di sottobosco, quasi erbacee, con aromi di felce e menta. L’ingresso al palato è ampio con dinamica molto verticale in cui si percepiscono caramello, cacao e nocciola. Il finale è austero, fine e deciso. Un rhum dal deciso carattere agricolo.
Rhum Saint James 2014
Il ventaglio aromatico è ampio e profondo. Si percepiscono note di frutta matura come banana e fico per virare verso sentori di fiori carnosi, peonia in particolare, con richiami speziati di legno e agrumi. L’ingresso al palato è avvolgente con note quasi dolci di vaniglia per poi chiudere con un finale secco, rigido ma di estrema pulizia che lascia un retrogusto di tabacco e cenere.