Testo di Paolo Bosca
Foto di Kathrine Thude
Per arrivare a Cascina Trapella a Roncaglia (AL) ho lasciato la macchina poco lontano da una piazza, a bordo strada, a poche centinaia di metri dalla cascina. La strada per arrivare, dopo aver svoltato dalla provinciale, è dritta, leggermente in salita e da lontano si intravede quella che sembra una scuola elementare alle porte di una piazza. A giudicare dalle poche case che circondano la Chiesa di San Giuseppe – che dà il nome alla piazza della borgata – la scuola non è più attiva, ma le colline circostanti piene di boschi, vigne, campi di grano e prati sono più attive che mai a primavera inoltrata. Si moltiplicano le sfumature di verde e al naso arriva un odore che fa sorridere.
Sa di Vino! è una manifestazione che si è tenuta il 7 maggio 2022 all’agriturismo Cascina Trapella, in cui si sono incontrati vignaioli provenienti da tutto il Piemonte per una giornata di ottimo vino, belle storie e sincera convivialità. Il 7 maggio non ho potuto parcheggiare in Piazza San Giuseppe perché era piena di macchine. Uno scenario completamente diverso dalla street view che ne offre Google: piazza vuota, una vecchia FIAT Uno posteggiata. Un bel segno. Alcuni ragazzi indossano una maglietta che cattura subito la mia attenzione: sulla schiena è stampata una damigiana accesa, tipo molotov, con la scritta: Underground Bar Munfrà, Underground Basso Monferrato. Penso che il Basso Monferrato sia davvero un territorio underground per un’infinità di motivi, perché rappresenta una zona meno fortunata mediaticamente ma ugualmente bella, (bio)differenziata e piena di tradizioni rispetto a territori vicini, in primis le Langhe; e poi perché è luogo di moltissime esperienze appunto “underground”, dai produttori di vino alla musica (con un festival come il Jazz ReFound).
Scopro che tra quelli che indossano questo piccolo “manifesto” ci sono anche gli organizzatori: un gruppo di giovani appassionati del territorio capitanati da Andrea Gino, figlio della cuoca di Cascina Trapella, Laura Ciceri. Appassionato di vino e del suo territorio, sta lavorando per importarne i frutti in Danimarca, dove vive da alcuni anni. Insieme a lui gli amici di sempre, divisi tra degustazione e organizzazione. L’idea di Sa di Vino!, raccontano i ragazzi dell’Azienda Agricola Nebraie, è nata una sera di dicembre in vineria a Casale Monferrato, quando i vignaioli presenti avevano accolto con entusiasmo l’ipotesi di un momento di incontro tra appassionati. Non un salone e nemmeno una mostra, ma una giornata in cui abbattere le distanze e gli stress per lasciare spazio al vino e a chi lo produce, senza dimenticare chi lo beve, tenendo tutti sullo stesso piano.
Sa di Vino! infatti, più che una fiera, è un luogo di convivialità tra alcuni produttori della regione animato dalla cucina schietta e succulenta dell’agriturismo (i panini con bagnetto verde e acciughe sono stati per molti fidati compagni di degustazione). Un’ottima occasione per conoscere nuove etichette e per toccare con mano il legame che unisce i componenti del mondo del vino piemontese. In fondo il territorio è nobile, ospita vignaioli da sempre. Anche oggi, nel giro di pochi chilometri, troviamo alcune etichette naturali storiche (Brezza di Tenuta Migliavacca, ma anche Cascina Tavjin e molte altre) accanto a nuovi produttori locali. Tra i presenti (il cui elenco completo è QUI) c’erano etichette regionali storiche come Rocco di Carpenedo, Bera, Valli Unite, insieme a cantine nuove, giovani ed emozionanti come Braccia Rese-Sidreria Craveri & Lamberti, Umaia, Viv Winery e molti altri.
Certe volte il mondo dei vini naturali può sembrare una cosa da alieni (o che solo gli alieni possono comprendere appieno, come racconta l’ultimo numero di GlouGlouMag). Un po’ perché può apparire come una forma di chiusura portata avanti per il gusto della nicchia, e un po’ perché si muove anche in luoghi diversi rispetto al vino convenzionale, attraverso altre narrazioni. Sa di Vino! è l’opposto di questa apparenza aliena. È un’occasione ottima per avvicinare chiunque ai sapori del vino artigianale, che appunto “sa di vino”, perché alla fine è tutto lì. Ognuna delle bottiglie presenti sui banchetti raccontava una storia, una di quelle storie che possono essere raccontate fino in fondo solo da un bicchiere, meglio se condiviso.
L’atmosfera di Sa di Vino! e gli organizzatori di Sa di Vino! (da sinistra) Andrea Gino, Andrea Tacchella, Roberto Salvaneschi, Edoardo Greppi