Testo di Tania Mauri
Foto cortesia di Velier
Alla scoperta del nuovo Gin Engine, dall’isola di Trinidad all’Alta Langa passando per Genova.
Nella terra dei grandi vini piemontesi, a Barbaresco, due amici e soci in affari, Paolo Dalla Mora, imprenditore sognatore e patron di Gin Engine, e Luca Gargano, amministratore delegato di Velier e “pirata dei Caraibi” con una passione viscerale per il rum, hanno presentato, presso l’osteria Campamac, la nuova limited edition firmata Gin Engine: un gin invecchiato per sei mesi in botti di Rum Caroni distillato nel 1998.Ma partiamo dall’inizio.
Caroni era la distilleria di Stato di Trinidad celebre per i suoi heavy rumricchi di congeners, ma solo una limitata quantità di prodotto era imbottigliata perché veniva soprattutto venduto per conferire personalità ai blend creati da produttori locali e internazionali. Nel 2003 il governo decise di interrompere la produzione di zucchero di canna e fece chiudere tutto.
“Durante un viaggio nei Caraibi insieme al fotografo Fredi Marcarini, il 9 dicembre 2004, arrivai alla distilleria Caroni… sembrava di essere nel film The Day After” ricorda Gargano. “Era tutto abbandonato e l’unica signora che incontrai lì mi spiegò che la distilleria era stata chiusa. Allora le chiesi se avessero ancora qualche barile e mi accompagnò in un magazzino dove trovai migliaia di barili accatastati tra i quali alcuni risalenti al 1974. Assaggiai il prodotto, che assomigliava a Muhammad Ali, e scoprii un rum strepitoso… acquistai tutto quello che potevo, circa 1388 barili di rum prodotto tra gli anni 70 e 90. Decisi di imbottigliare i rum anno per anno rispettando il più possibile le loro caratteristiche e continuando l’invecchiamento in clima caraibico. Questa mossa si è rivelata vincente: Caroni è diventato rapidamente un cult in tutta Europa, acquisendo sempre più valore tra i collezionisti. Di questo stock della leggendaria distilleria Caroni di Trinidad ho dato, al mio fratellone Paolo, l’ultimo vero originale barile di Caroni per realizzare il suo progetto e affinare il suo gin all’interno”.
“La mia idea di creare un nuovo prodotto era nell’aria, sentivo l’esigenza di fare una extension line e giocare con Engine. Da qui sono nate due nuove sfide: invecchiare un gin e metterlo in una bottiglia di olio di vetro ambrato dalla forma sinuosa, stampata e creata ad hoc in soli 5000 pezzi. Grazie all’amico Luca Gargano, abbiamo fatto arrivare una decina dibotti di Caroni distillato nel 1998. Dopo il periodo di affinamento, il gin è stato filtrato semplicemente, al fine di preservare appieno il bouquet aromatico donato dalle botti: un processo che conferisce a Engine una complessità raffinata e sorprendente, risultando in un gin dal gusto caldo, agrumato e tannico” racconta Paolo Dalla Mora.
Engine Caroni è un gin fresco e dalle molteplici nuance, dove la botte non domina ma rilascia il suo marchio, l’aroma intenso della salvia viene ammorbidito da note di frutti maturi estivi, con il sapore balsamico del ginepro armoniosamente unito a delicati sentori di legno tostato. All’assaggio, liquirizia e caramello sono protagonisti di grande eleganza, mentre al naso la parte del legno viene valorizzata ed esaltata. Ottimo se degustato in purezza, ma perfetto anche per un Martini senza tempo.
Paolo Dalla Mora non ama stare con le mani in amo e infatti lo scorso anno ha cominciato a produrre anche una tonica “Valorizzando la salvia che viene messa in un Engine & Tonic e arrivando al serving in una lattina che diventa un bicchiere ready to drink, da aprire e gustare direttamente” ci spiega Paolo che prosegue dando un’anticipazione sul futuro. “Arriverà il VirGINtonic, ovvero un Engine Gin Tonic analcolico pensato per l’autista, quello che la sera esce e deve guidare mentre gli altri amici si divertono”.