La casa di Alessandra e Matteo con la cucina di Andrea Zazzara, a Milano
Testo di Lorenzo Sandano
Foto cortesia di Motelombroso
Di primo acchito l’arrivo al locale è spiazzante. Sarà che neanche l’impreparato tassista sapeva ben geo-localizzare l’area di Milano individuata per l’approdo. Sarà che dall’esterno il rimando visivo è quello di una casa privata, tinteggiata di un fascinoso rosa metropolitano. In realtà, sia in passato che al giorno d’oggi, Motelombroso un’abitazione lo è: ex-casa cantoniera del Naviglio Pavese, ristrutturata integralmente a mo’ di ristoro, ma anche ad alloggio dei due titolari che vivono tutt’ora al piano superiore. Senza disorientarvi troppo, questa piccola precisazione sorge necessaria per due motivi. Primo, il grado di ospitalità ‘come a casa’ perpetuato su più livelli, è qui un aspetto cruciale per chi ne ha plasmato la forma. Secondo, ogni dettaglio presente si rivela un prolungamento sentito delle pulsioni, degli interessi e dei tracciati esperienziali appartenenti alla coppia che vi abita.
Parliamo di Alessandra Straccamore e Matteo Mazza. Lei, rara cultrice di musica dall’energia scalpitante, già operativa da anni nel mondo della ristorazione. Lui, sommelier AIS strappato al mondo della moda, dotato di un carisma eccezionale nel racconto enologico e nel tessere una dialettica d’accoglienza ricamata sul cliente. Insieme, come compagni di vita e lavoro, hanno coniato da zero (ingaggiando sacrifici non indifferenti) un’insegna dedita alla celebrazione di cibo & vino, arricchendola con una cura estetica straordinaria: l’ambiente ti avvolge con un impattante assetto industrial che si snoda in più spazi, ognuno caratterizzato da opere e istallazioni d’arte fruibili in totale scioltezza. Senza lo sgravo culturale di avvertirne un peso velleitario, perché perfettamente integrate all’atmosfera che si assimila naturalmente nelle diverse sale. Un ampio giardino con alberi da frutto, piante di bambù e un orto urbano delimitano l’esterno, costituendo anche un playground idoneo a serate musicali, eventi o affini: una delle molteplici passioni condivise da Matteo e Alessandra. Motelombroso colpisce infatti per la trasversalità concettuale che emana.
Definirlo ristorante risulta riduttivo, perché appare più come un catalizzatore di intenti e creatività devoti al bello. Non fraintendetemi, qui si mangia e si beve anche alla grande: dopo vari cambi di regia, la gestione delle stufe è affidata al virtuoso chef Andrea Zazzara. Chietino di origine, ma instradato al verbo culinario dalle personalità accese di Matias Perdomo (Contraste, Milano) e Josean Alija (Nerua, Bilbao).
Il suo stile è minimale, marcatamente tecnico e improntato sulla concentrazione gustativa del prodotto. Una materia prima che, complice l’attenzione dei titolari, viene selezionata con perizia estrema partendo dalle fondamenta. Una timbrica essenziale promossa nel piatto, alternando indistintamente esercizi di pensiero a passaggi più saporosi e pieni. Quest’ultimi si ergono decisamente quali manifesto esecutivo delle vere doti di Andrea. Dopo una sequenza solleticante di snacks – su tutti la Tartelletta con lenticchie in più consistenze – affiora il potenziale del cuoco nel condensare gli umori degli ingredienti tramite un profondo Brodo di patate arrosto che accoglie finferli, crema di castagne e pelle di topinambur fritta. In successione, l’affondo contundente di una brillante rilettura della tradizionale Pallotta cacio e ova abruzzese: farcita con un sontuosissimo nucleo di pecorone gigante bergamasco sfilacciato. Prima bombetta piazzata a segno.
Non è per palati mollaccioni il Rognone di manzo alla brace con estratto di barbabietola e una pungente insalata di cavolo cappuccio sott’aceto. Morso coriaceo e hardcore senza mezze misure. Sperimentale all’assaggio invece il coraggioso Risotto con riso integrale, levistico, sedano di montagna e aglio nero: la mantecatura insolita e l’acuta componente aromatica riservano ancora dei margini di miglioramento nel complesso. Decisamente più centrata la fotonica Linguina No Waste: cotta interamente nella bisque ottenuta dai ritagli di scarto della cernia. Un fendete letale di salinità e persistenza salmastra, rallegrata dal twist olfattivo di una polvere d’alloro. Wow!
Nel mezzo, Matteo si sbizzarrisce in uno dei più dinamici e indovinati wine pairing che ho intrapreso negli ultimi anni. La sua logica di vino artigiano non inflazionato, scelto su presupposti di bevibilità sovrana, irrompe in una concatenazione esaltante di abbinamenti privi d’errore. In tour dalla Francia all’Italia, transitando per variegati terroirs enologici di tutto il globo. Tornando ai piatti, inaspettatamente tenue il corredo papillare della Razza al Green Egg avvolta nel lardo con limone salato e mandorle fermentate; risalendo poi di tono con il succulento Secreto di Mora Romagnola servito con la sua cotenna fondente, crema di topinambur e un’umamica kombucha al caffè. Vivace, in chiusura, il “non dolce mangia-bev” a base di Panna cotta al kefir, meringa all’italiana, pop corn e mais in diverse testure (con drink al kefir e sambuco in combo), ma mai quanto l’atmosfera che si accende al termine della cena.
La serata, infatti, si tramuta con disinvoltura nella presentazione live di un disco, da assaporare in compagnia di qualche cocktail nel bellissimo giardino illuminato all’esterno. Slittando infine nel Dj-set diretto da Alessandra che si completa con la track list beverina inanellata dalla sua dolce metà. Una sintesi degli animi eclettici racchiusi in questa casa extra-ordinaria, che proprio qui a Motelombroso riescono a convivere in performante continuità.
Motelombroso
Alzaia Naviglio Pavese, 256
20142 Milano (MI)
Tel: +39 333 185 5267
www.motelombroso.it