Testo Barbara Marzano
Foto cortesia di Alta Badia
Erano ben 35 anni che non accadeva. 35 anni che l’Alta Badia non tirava fuori il suo cappotto bianco con così largo anticipo. Il freddo quest’anno ha dato l’assist che nessuno si aspettava, ma che tutti aspettavamo, solo per dare il via all’innevamento programmato. Dal 3 dicembre, infatti, sono stati aperti circa 40 impianti su 50 km di piste pronte a ospitare la 13esima edizione di Sciare con Gusto, l’evento gastronomico che rende gourmet la stagione invernale in Alta Badia, presentato a Milano da Andy Pertot, presidente di Alta Badia Brand, e Andy Varallo, presidente del Dolomiti Superski. E anche quest’anno il concetto di Sciare con Gusto rimane invariato: i piatti di otto chef stellati saranno abbinati a un rifugio sulle piste dell’Alta Badia, per il quale verrà creata una ricetta proposta agli sciatori durante tutta la prossima stagione.
C’è una novità però, la tematica di questa edizione: i legami. Legami intesi come sintonie fra le persone, luoghi, memorie e territori, ma anche legami intesi come sentimento di appartenenza a questo territorio nel centro delle Dolomiti. Non solo, i legami protagonisti sono anche quelli che ci permettono di stare più vicino a chi ne ha più bisogno: tutto il valore di Sciare con Gusto quest’anno verrà condiviso con il progetto benefico di La miglior vita possibile e Momo, le due associazioni attivamente impegnate nella promozione e nel sostegno delle cure palliative pediatriche. Un progetto nato dalla collaborazione dei due chef tristellati, Norbert Niederkofler e Massimiliano Alajmo, che destina una parte del ricavato di ogni piatto targato Sciare con Gusto alle due associazioni.
A questa maratona gourmet, oltre agli Gnocchi di patate e pane puccia con crema di formaggio Graukäse e ragú di speck di Norbert Niederkofler e al Cappuccino alla bolognese di Massimiliano Alajmo, i due apripista, partecipano una lunga serie di inaspettati “legami gourmet”.
Spicca la suggestione di Antonia Klugmann, Lingua salmistrata, pera cotogna e nocciola. Un legame con un territorio che da sempre è presente nella sua cucina, con una preparazione tipica del nordest che trasforma i due ingredienti vegetali in coprotagonisti del piatto. Oltre a questi, anche il Guanciale di bue al vino rosso con polenta morbida di Alessandro Dal Degan, gli Gnocchi rapa sappadina, brodo bruciato, cheddar e porcini di Fabrizia Meroi e il piatto di Simone Cantafio, chef neo-stellato del Ristorante La Stüa de Michil, a Corvara, Passatina di cavolfiori, condimento al teriyaki di galletto & churros di patate sabbiato ai funghi di montagna.
Simone Cantafio: “Un viaggio tra Alta Badia e Giappone. Una passatina di cavolfiori caramellati servita con una salsa di galletto teriyaki, accompagnato con churros di patate della Val Pusteria, sabbiate con una polvere di funghi di montagna. Ecco il mio legame. Portare l’Asia in alta quota, che non è una moda, ma è la mia vita, mia moglie giapponese e tutto il mondo che vivo con lei ogni volta che l’accompagno a casa”.
Otto piatti da gustare all’interno delle baite selezionate in Alta Badia, patria dello sci ma anche di tutto ciò che di gourmet abita tra le Dolomiti. I rifugi sono a tutti gli effetti raffinati ristoranti ad alta quota, muniti di una cantina di vini che fa invidia alle città. L’intento resta quindi quello di comunicare sempre più il legame chef-rifugio, per fa capire quanto sia importante trasmettere questa cultura ai rifuggisti e fargli ritrovare nel piatto il territorio locale.
E anche se si è ancora ai blocchi di partenza, l’obiettivo primo e ultimo rimane in ogni caso la sostenibilità, nel piatto come in tutto il territorio che circonda.
Andy Varallo: “Qui in Alta Badia si parla anche e soprattutto di ampiezza delle nostre piste, non solo di km. Se le apriamo, lo facciamo con piste preparate e sicure, solo una volta che abbiamo definito tutto e calcolato con precisione la quantità di neve necessaria. Né di più né di meno. Perché con il tempo abbiamo capito che la prudenza con madre natura non ha mai portato bene. Bisogna essere concreti e cercare di reagire quando madre natura lo permette”.
Tra le tante novità, una nuova struttura si presenta con un biglietto da visita completamente inedito per queste realtà: la sostenibilità digitale. Il Movi Family, primo apart-hotel “family oriented” dell’Alta Badia, offre alla famiglia la possibilità di vivere una vacanza senza doverla organizzare. Il complesso non offre semplici camere, ma ben 33 appartamenti, come a ricreare la seconda casa in montagna. Una vacanza senza pensieri, al punto di poter ordinare la spesa e trovarla al proprio arrivo, ricevere un delivery gourmet e lasciarsi coccolare da una colazione firmata da Ernest Knam.
Quella di Movi Family è un’idea in collaborazione con il punto Conad di Corvara, che per la prima volta apre la spesa a domicilio anche all’hotellerie, un progetto pilota a livello nazionale, che collaborerà anche con Audi per incentivare il delivery con l’utilizzo di veicoli completamente elettrici.
Come ogni anno, si prospetta un viaggio itinerante che condurrà ogni sciatore da una baita all’altra alla scoperta di piatti nuovi e chef rinomati a livello internazionale. Un viaggio dove non mancherà SunRisa, la sciata all’alba sulle piste ancora vergini, Sommelier in pista, degustazioni dei migliori vini dell’Alto Adige, e Roda dles Saus, piatti della cucina ladina serviti direttamente nelle baite locali. Che la bella stagione abbia inizio!
Per informazioni: www.altabadia.org